Concetti Chiave
- Dante e Virgilio visitano il sesto cerchio dell'Inferno, dove gli eretici sono puniti in sepolcri arroventati dal fuoco.
- Farinata degli Uberti, un capo ghibellino, si erge dal suo sepolcro e discute con Dante di politica e delle lotte tra le fazioni fiorentine.
- Il dialogo tra Dante e Farinata è interrotto da Cavalcante de' Cavalcanti, che chiede notizie del figlio Guido, amico di Dante.
- Dante usa un tempo verbale che fa temere a Cavalcante che suo figlio sia morto, provocando grande sconforto nel personaggio.
- Farinata spiega a Dante che i dannati possono vedere il futuro ma non il presente, mentre i due si dirigono verso il settimo cerchio.
L'incontro con Farinata
Nella notte tra 8 e 9 aprile 1300, Sabato Santo, Dante e Virgilio si recano nel sesto cerchio dell’inferno, dove vi sono puniti gli eretici, coloro che non credono nell’immortalità dell’anima. Essi giacciono in sepolcri aperti arroventati dal fuoco. Dopo esser entrati, Dante chiede alla sua guida se è possibile parlare con alcune delle anime che si trovano dei sepolcri.
A questo punto Virgilio tira in ballo uno scenario apocalittico, e afferma che, dopo il giudizio universale, i sepolcri saranno serrati, e le povere anime rivedranno i loro corpi. Una di queste, sentendo l’accento toscano di Dante, lo invita a fermarsi: è Farinata degli Uberti, capo ghibellino che fu coinvolto nelle lotte politiche a Firenze tra le due fazioni. Questo si solleva dal sepolcro in modo tale che Dante possa vederlo dall’addome in su: Farinata, a simbolo del suo glorioso passato, si trova più in alto del poeta, che invece è ai piedi della tomba e lo guarda dal basso. Il dialogo prende subito una forma politica: l’eretico infatti vuole sapere da che parte sta Dante, quindi quali fossero i suoi antenati. Farinata, una volta ricevuta la risposta, si vanta di come essi furono scacciati dai ghibellini per ben due volte. La controreplica di Dante non tarda: l’autore gli rinfaccia, con orgoglio, come tutte e due le volte i suoi antenati furono valorosi a reagire e a rientrare in patria (improperium), al contrario dei ghibellini che verranno esiliati in futuro e non rientreranno più. Il colloquio rischia di degenerare, ma c’è l’intromissione di un nuovo personaggio che si inserisce con un tono lamentoso al dialogo.Il dialogo con Cavalcante
Il nuovo interlocutore non solo smorza i toni del dialogo, ma introduce il tema dell’amore paterno. Questo personaggio non arriva al mento al mento di Dante, in quanto in ginocchio piangendo. Si tratta di Cavalcante de’ Cavalcanti, padre di Guido, grande amico di Dante nonché importantissimo stilnovista. Cavalcante chiede a Dante come mai Guido non fosse con lui, ed il poeta gli risponde che il suo amico, a differenza sua, non fu credente come lo fosse lui. Il passato remoto utilizzato da Dante ha la capacità di gettare nello sconforto l’interlocutore, che ora comincia a pensare che il figlio sia morto. Dante indugia a rispondere, e, a quel punto, Cavalcante cade supino e non si fa più vedere.
La conclusione del canto
A questo punto riprende il dialogo con Farinata che afferma che l’incapacità dei suoi alleati di rientrare in patria è per lui motivo di sconforto. C’è quindi quasi un’identificazione dei due personaggi in uno solo. Successivamente Dante ne approfitta per chiedere spiegazioni sulla capacità dei dannati di vedere il futuro. Il canto si conclude con Farinata che spiega a Dante che i dannati non hanno conoscenza del presente. I due scrittori si avviano poi verso il settimo cerchio.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto dell'incontro tra Dante e Farinata?
- Come si sviluppa il dialogo tra Dante e Farinata?
- Chi è il nuovo interlocutore che interrompe il dialogo e quale tema introduce?
- Come si conclude il canto e quale spiegazione viene data a Dante?
L'incontro avviene nel sesto cerchio dell'inferno, dove sono puniti gli eretici, durante la notte tra l'8 e il 9 aprile 1300, Sabato Santo. Farinata degli Uberti, un capo ghibellino, si solleva dal sepolcro per parlare con Dante.
Il dialogo assume subito una forma politica, con Farinata che chiede a Dante delle sue origini e si vanta di come i suoi antenati furono scacciati dai ghibellini. Dante risponde con orgoglio, sottolineando come i suoi antenati siano sempre riusciti a rientrare in patria.
Il nuovo interlocutore è Cavalcante de’ Cavalcanti, padre di Guido, amico di Dante. Introduce il tema dell'amore paterno, chiedendo a Dante perché suo figlio non sia con lui, e cade nello sconforto pensando che Guido sia morto.
Il canto si conclude con Farinata che spiega a Dante che i dannati non hanno conoscenza del presente, ma possono vedere il futuro. Dopo questa spiegazione, Dante e Virgilio si avviano verso il settimo cerchio.