Concetti Chiave
- Dante's epistles, only 13 of which have survived, reflect his experiences and thoughts during his exile from 1302 to 1321, highlighting his merits and addressing political figures and entities.
- The epistles, written in formal Latin, follow the classical and medieval rhetorical traditions, serving as more than simple communication, and sometimes addressing significant political or personal matters.
- Notable epistles include Epistola III, where Dante discusses the nature of love and sends a sonnet to Cino da Pistoia, and Epistola V, predicting peace with Emperor Henry VII's arrival in Italy.
- In Epistola VI and VII, Dante addresses Florentines and Emperor Henry VII, urging action against Florence and drawing on biblical imagery to convey his messages with passionate oratory.
- Epistola XI and XII focus on ecclesiastical matters and personal principles, urging cardinals to elect an Italian pope and expressing Dante's refusal to return to Florence under humiliating conditions.
Le epistole di Dante
Di Dante sono giunte a noi soltanto 13 epistole, probabilmente una parte ti tutte quelle che scrisse dal 1302 al 1321, periodo dell’esilio. Alcuni studiosi parlano dell’esistenza di epistole indirizzate al popolo di Firenze e ad esponenti del governo in cui Dante sottolinea i suoi meriti come quello di aver partecipato alla battaglia di Campaldino. Purtroppo queste epistole sono andate perse.
Il genere letterario dell'epistola
Occorre precisare che l’epistola era una sorta di genere letterario e rispondeva ad una codificazione risalente al mondo classico e molto legato alla retorica medioevale e alle prescrizioni dell’ars dictandi; pertanto non aveva il carattere di una semplice comunicazione.
Esse sono redatte in latino e quindi in una lingua latina sostenuta, regolata dalle rigide norme del cursus. Alcune furono scritte come segretario di un principe o della fazione dei guelfi di parte bianca al Cardinale Niccolò da Prato, a Margherita di Brabante, moglie dell’imperatore Arrigo VII. Altre hanno, invece, un carattere più personale.
Le più interessanti sono le seguenti:
- Epistola III - È indirizzata a Cino da Pistoia. In essa, su richiesta del destinatario, Dante risolve la questione se l’anima, nel caso in cui nasca un nuovo amore, possa concedersi interamente alla nuova passione, con la stessa intensità di prima. Dante fornisce una risposta positiva e invia a Cino un sonetto “Io sono stato con Amore insieme”.
- Epistola V- Nell’approssimarsi della discesa in Italia dell’imperatore Arrigo VII di Lussemburgo, Dante annuncia ai nobili e al popolo d’Italia che sono prossimi giorni di consolazione e di pace e ne approfitta per esaltare la sua missione di giustizia.
- Epistola VI - Datata 31 marzo 1311, Dante si rivolge ai suoi concittadini che definisce “scelleratissimi fiorentini che sono dentro la città”. Nella lettera è anche affrontato il tema della missione provvidenziale dell’Impero per assicurare a tutti pace e quindi felicità della vita civile.
- Epistola VII - Porta la data 18 aprile 1311 ed è rivolta direttamente all’imperatore affinché agisca con maggiore determinazione. Lo ammonisce perché scenda come un folgore a punire Firenze, definita ”vulpecula foetoris istius” e “vipera versa in viscera genitricis”. Lo stile richiama quello biblico, fatto di immagini, di simboli e di collegamenti con le sacre scritture, con tono oratorio molto appassionato.
- Epistola XI - Essa è rivolta ai cardinali riuniti in conclave, per scegliere il successore di Clemente V, morto nel 1314. Imitando un profeta biblico, Dante esprime delle condanne e delle esortazioni oltre ad indicare ai prelati la strada da seguire, cioè l’elezione di un papa italiano, che riporti la sede pontificia da Avignone a Roma, se si ha a cuore la rinascita della Chiesa. Si tratta di una lettera piena di ira e di dolore, in cui l’irruenza dell’invettiva diviene tanto più forte quanto più vivo è l’ardore religioso.
- Epistola XII – È rivolta ad un amico. Probabilmente, si tratta di un religioso perché nel corso della missiva, viene indicato con l’appellativo “Pater”. In essa, Dante rifiuta la possibilità di ritornare in patria, poiché essa è condizionata da una sua ammissione di colpa e non intende umiliarsi fino a tal punto.
- Epistola XIII - Il destinatario è Cangrande della Scale, il signore di Verone, presso il quale Dante aveva trovato ospitalità e protezione. In essa, Dante fornisce al destinatario delle indicazione per una lettura appropriata della Commedia. Insieme all’epistola, Dante aveva inviato al suo protettore anche la cantica del Paradiso. Pare che sia stata composta nel 1319.
Epistola V: Arrigo VII e l'Italia
Domande da interrogazione
- Quante epistole di Dante sono giunte fino a noi e in quale periodo furono scritte?
- Qual era la funzione e la caratteristica principale del genere letterario dell'epistola nel contesto di Dante?
- Qual è il tema principale dell'Epistola V di Dante?
- A chi è rivolta l'Epistola VI e quale tema affronta?
- Qual è l'obiettivo di Dante nell'Epistola XI e a chi è indirizzata?
Sono giunte a noi 13 epistole di Dante, scritte probabilmente tra il 1302 e il 1321, durante il suo esilio.
L'epistola era un genere letterario codificato, legato alla retorica medioevale e all'ars dictandi, non una semplice comunicazione, ma redatta in latino sostenuto e regolata da norme rigide.
Nell'Epistola V, Dante annuncia ai nobili e al popolo d'Italia l'arrivo di giorni di consolazione e pace con la discesa dell'imperatore Arrigo VII, esaltando la sua missione di giustizia.
L'Epistola VI è rivolta ai concittadini di Dante, definiti "scelleratissimi fiorentini", e affronta il tema della missione provvidenziale dell'Impero per garantire pace e felicità civile.
L'Epistola XI è indirizzata ai cardinali riuniti in conclave, con l'obiettivo di esortarli a eleggere un papa italiano per riportare la sede pontificia a Roma, esprimendo condanne e esortazioni con tono profetico.