Concetti Chiave
- Dante Alighieri ha scritto due trattati principali: il De Monarchia e il De Vulgari Eloquentia.
- Il De Monarchia, scritto in latino, esplora le idee politiche di Dante e l'equilibrio tra potere temporale e spirituale.
- Dante sottolinea l'importanza di mantenere un equilibrio tra papato e impero per il benessere terreno e sovrannaturale dell'umanità.
- Il De Vulgari Eloquentia analizza le lingue volgari, sostenendo che il volgare possa essere nobile quanto il latino.
- Dante promuove un "volgare illustre" come lingua nazionale, incoraggiando gli intellettuali a utilizzarlo nelle loro opere.
Dante e la politica fiorentina
I due trattati scritti da Dante Alighieri sono il De Monarchia e il De Vulgari Eloquentia.
È un trattato in prosa scritto in latino, che parla di politica (fare politica= interessarsi alla vita pubblica), alla quale Dante fu sempre legato.
Iniziò la sua carriera quando si iscrisse all’Arte dei Medici e degli Speziali, iscriversi ad una corporazione professionale era il requisito necessario per accedere alle cariche pubbliche.Il potere temporale e spirituale
Egli riesce a ricoprire la massima carica pubblica: entra a far parte del Consiglio dei Priori, il più alto organo di governo di Firenze. Quest’ultima, da decenni, era costellata di conflitti interni: Ghibellini (che appoggiavano il papa) vs Guelfi (che appoggiavano il papa), a loro volta Bianchi (che proponevano un equilibrio tra papato e impero) e Neri (che appoggiavano il potere assoluto del papa). Dante finisce esiliato in seguito ad un colpo di stato dei Neri. Il punto di partenza dell’opera è proprio la distinzione tra potere temporale e potere spirituale che, pur essendo diversi, sono entrambi emanazioni dell’amore di Dio per l’uomo e non devono né prevaricare l’uno sull’latro Né interferire tra loro ma coesistere. Di conseguenza, papato e impero devono mantenere un equilibrio necessario per le due felicità, terrena e sovrannaturale, del popolo, per raggiungere la quale bisogna avere messi diversi(papato: bene dell’anima ;impero: bene fisico).
L'eloquenza del volgare
Il trattato venne poi dichiarato eretico e aggiunto all’indice dei libri proibiti, arma di cui si servì la chiesa, insieme al tribunale dell’inquisizione, durante la Controriforma.
(1303-1304)
“sull’eloquenza del volgare”
Tema: le diverse lingue e il volgare illustre.
È un trattato storico sulla lingua volgare scritto in latino, e quindi destinato agli intellettuali, in cui il poeta si sofferma sul volgare e le sue forme esaltandolo e affermando che esso sia alla pari con il latino, usato dai dotti per comprendersi, e cerca di tracciare il profilo di un volgare illustre, cioè un dialetto prestigioso degno di divenire la lingua nazionale. Quest ‘ultimo deve essere: illustre: deve avere luce propria e illuminare; cardinale: deve fungere da modello; regale: deve essere adatto alla reggia; curiale: adatto alla corte. Nessuno dei volgari che esistevano (d’oc, d’oil, del si) ne era degno. Inoltre Dante esorta gli intellettuali ad usare il volgare nelle loro opere.
Domande da interrogazione
- Quali sono i due trattati scritti da Dante Alighieri e di cosa trattano?
- Qual era la posizione di Dante riguardo al potere temporale e spirituale?
- Perché il "De Vulgari Eloquentia" è stato dichiarato eretico?
- Qual era l'obiettivo di Dante nel trattato "De Vulgari Eloquentia"?
I due trattati scritti da Dante Alighieri sono il "De Monarchia" e il "De Vulgari Eloquentia". Il "De Monarchia" tratta delle idee politiche di Dante, mentre il "De Vulgari Eloquentia" si concentra sull'eloquenza del volgare.
Dante credeva che il potere temporale e spirituale fossero entrambi emanazioni dell'amore di Dio e dovessero coesistere senza prevaricarsi. Papato e impero dovevano mantenere un equilibrio per garantire la felicità terrena e sovrannaturale del popolo.
Il "De Vulgari Eloquentia" è stato dichiarato eretico e aggiunto all'indice dei libri proibiti durante la Controriforma, poiché la Chiesa lo considerava una minaccia alle sue dottrine.
Dante mirava a esaltare il volgare, affermando che fosse alla pari con il latino e cercando di definire un volgare illustre, degno di diventare la lingua nazionale. Incoraggiava gli intellettuali a usare il volgare nelle loro opere.