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Sintesi
Arte: Il razionalismo formale di Le Corbusier: la “Villa Savoye”

Italiano: La spirale del silenzio: “L’Infinito” di Giacomo Leopardi

Latino: L’intreccio della memoria: il problema del tempo in Agostino

Filosofia: Il corso del tempo come spirale elicoidale: Georg Wilhelm Friedrich Hegel

Storia: La spirale della violenza: gli “Anni di piombo

Inglese: The spiral of the absurd: Albert Camus and Samuel Beckett

Scienze: L’universo e le sue forme: le galassie a spirale

Matematica: I modelli di spirale: archimedea, logaritmica e aurea

Fisica: L’elettromagnetismo: l’elettromagnete e il suo funzionamento
Estratto del documento

Liceo Scientifico

Statale

“Pitagora”

Rende (CS)

La spirale

Prospettive disciplinari in un mondo

elicoidale

1

Nicola Merenda Classe V

D

a.s. 2011/2012

A quanti hanno creduto in me,

di contro a tanti altri

che in me non hanno creduto…

non avendo forse il coraggio

di credere abbastanza

2

Sommario pag.

Introduzione……………………………………………………………

……..……………….. 5

1. Il razionalismo formale di Le Corbusier:

la “Villa

Savoye”……………………………………………………………

…………..8

2. La spirale del silenzio:

“L’Infinito” di Giacomo

Leopardi…………………………………………....14

3. L’intreccio della memoria:

il problema del tempo in Agostino…...

……………………………………18

4. Il corso del tempo come spirale elicoidale:

Georg Wilhelm Friedrich

Hegel………………………………………………22

5. La spirale della violenza:

gli “Anni di

piombo”……………………………………………………………

….29

6. The spiral of the absurd:

Albert Camus and Samuel

Beckett…………………………………………36

7. L’universo e le sue forme:

3

le galassie a

spirale………………………………………………………………

…40

8. I modelli di spirale:

archimedea, logaritmica e

aurea…………………………………………….43

9. L’elettromagnetismo:

l’elettromagnete e il suo

funzionamento……………………………….47

Conclusioni………………………………………………………………

……………………..50 4 I

5

ntroduzione

B

en consapevole dei limiti legati alla necessaria brevità di una

tesina da presentare e discutere in seno all’Esame di Stato, non

intendo soffermarmi sul pedissequo commento di ogni punto del

percorso allegato, tanto più che il suo sviluppo occuperà

puntualmente le varie sezioni del lavoro in questione.

Vorrei piuttosto motivare solo la scelta dell’argomento, giusto

per far comprender Loro che il tutto nasce da rielaborazione

personale e non certo da quel semplice “copia-incolla”, cui

purtroppo l’era multimediale in cui viviamo ci ha abituati, con effetti

assai raramente positivi.

Partendo da una forma geometrica che, a mio avviso, si ritrova

in natura, almeno quanto nelle astrazioni tipiche del procedere

scientifico, nonché nella terminologia del linguaggio comune a

diversi campi semantici, ho lasciato che prendesse forma una

prospettiva pluridisciplinare incentrata sulla spirale.

Come possono osservare dall’immagine che fa da sfondo al

percorso, uno degli elementi architettonici più ricorrenti in età

moderna è la scala a chiocciola, vuoi per la sua praticità, vuoi per la

bella sinuosità del suo aspetto. Ma non si lascino ingannare dalle

apparenze: le scale a chiocciola surreali che svettano nell’immagine

selezionata sono in realtà grattacieli, che si sveleranno ancor

meglio ai Loro occhi in calce a tale premessa.

Stairscraper – così viene indicata questa tipologia edilizia – è

una sovrapposizione di singole unità abitative con giardino privato,

al fine di mantenere l'intimità dello spazio individuale, pur

garantendo l’illusione di un “abitare” collettivo; inoltre,

salvaguardando le medesime caratteristiche della dispersione

orizzontale, si libera al tempo stesso lo spazio occupato sul terreno.

I due architetti italiani, Alessandra Faticanti e Roberto Ferlito,

fondatori dello studio Nàbito Arquitectura di Barcelona, autori del

progetto, non esitano a definirlo il “grattacielo orizzontale”.

Stairscraper, vincitore del Total Housing Competition 2010,

trasforma infatti il tetto di ogni appartamento in un giardino per

l'appartamento sovrastante, con uno sviluppo a 360°. Ovviamente

6

la densità d’abitazione è inferiore a un normale grattacielo, ma la

qualità di vita è sicuramente superiore.

E ciò a tal punto che, secondo la straordinaria creatività dei due

architetti Faticanti e Ferlito, persino in una gigantesca metropoli

come New York, tutti possono avere il proprio giardino, esattamente

Stairscraper

sopra le loro teste. In base a come risulta concepito, è

insomma un grattacielo dotato di una struttura simile ad una scala

a chiocciola, in cui il tetto di ogni appartamento si trasforma in un

giardino coltivabile per chi sta al piano superiore. Per di più, ci

troviamo di fronte ad un giardino privato, irraggiungibile da sguardi

indiscreti, grazie all’altezza del grattacielo stesso. Alla verticalità del

skyscraper

classico si contrappone un grattacielo orizzontale

multifunzionale che esalta la modernità del giardino urbano.

Stairscraper nasce quindi come una vera e propria provocazione

all’interno del dibattito sul nuovo concetto di habitat, che vede

protagoniste le complesse relazioni tra ambiente e comfort. total

È davvero un progetto radicale, che propone il concetto di

housing, cioè un ambiente abitativo che coinvolga interni ed esterni

in un’unica struttura polifunzionale, creata per incontrare e

soddisfare le nuove esigenze sociali. Il cambiamento delle moderne

condizioni spazio-temporali è in connessione con una rivoluzione

della stessa società, che si muove verso un modello di spazio

sociale in condivisione e di mobilità urbana. Lo spazio ricreativo, ad

esempio, non è più circoscritto ad una determinata area di una casa

o edificio, ma può tranquillamente convivere con un qualsiasi

ambiente lavorativo.

Credo adesso sia più che evidente il reale e fortissimo interesse

che ha dato vita all’itinerario quivi illustrato: il sogno di diventare

architetto… e allora, non sembri strano, pur se inusuale, che questo

metaforico cammino nei diversi ambiti disciplinari prenda proprio il

suo avvio dalla Storia dell’Arte. 7

Stairscraper dal 2015; New York.

, Immagini a progetto,

8

Il razionalismo formale di Le Corbusier: la “Villa

Savoye”

P er comprendere a pieno le

caratteristiche del razionalismo

formale in architettura, con

particolare riferimento al suo

promotore Le Corbusier, va tenuto

in debito conto il contesto storico

cui ci si riferisce.

La prima guerra mondiale ha

determinato un rallentamento

dell’attività edilizia. Alla ripresa, i

costruttori si sono trovati di fronte

ad una situazione sociale,

economica e tecnologica profondamente mutata. La guerra ha

accelerato ovunque lo sviluppo dell’industria, la classe operaia è

andata acquistando un peso politico sempre più decisivo e la

borghesia professionale si è trasformata in classe di tecnici

dirigenti. Per questi motivi, la struttura della città non rispondeva

più alle esigenze sociali. Il problema urbanistico, che prima della

guerra si prospettava come prefigurazione quasi utopica di una

situazione di là da venire, si presentava ora urgente e gravissimo.

La società aveva bisogno della figura professionale dell’architetto. Il

suo ruolo passava infatti da quello del “semplice” costruttore, a

quello dell’urbanista. E’ così che si determina una netta distinzione

tra i molti “mestieranti” - i quali si mettono al servizio della

speculazione immobiliare e l’aiutano a peggiorare la condizione

della città - e i pochi “coscienti” della loro funzione, della loro

responsabilità, che cercano di opporre progetti di utilizzazione

razionale allo sfruttamento incontrollato dei suoli.

Da qui il concetto di architettura moderna sviluppatasi in tutto il

mondo, secondo alcuni principi:

La priorità della pianificazione urbanistica sulla progettazione

 architettonica. 9

La massima economia nell’impiego del suolo e nella

 costruzione al fine di poter risolvere il problema delle

abitazioni.

La rigorosa razionalità delle forme architettoniche, intese come

 deduzioni logiche da esigenze obiettive.

Il ricorso sistematico alla tecnologia industriale e quindi alla

 prefabbricazione in serie.

Si possono pertanto distinguere: il già citato razionalismo

formale, che ha il suo centro in Francia e fa capo a Le Corbusier; un

razionalismo metodologico-didattico, che ha il suo centro in

Bauhaus,

Germania, nella e fa a capo a Walter Gropius; e infine, un

razionalismo organico americano, con la personalità di Frank Lloyd

Wright.

Le Corbusier, al quale va ora la nostra attenzione, ha fatto del

problema urbanistico e architettonico uno dei grandi problemi della

cultura del nostro secolo. Egli giudica la società fondamentalmente

sana e il suo legame con la natura originario ed insopprimibile:

l’urbanista-architetto ha il dovere di procurare alla società una

naturale razionale

condizione e nello stesso tempo di esistenza, ma

senza arrestare lo sviluppo tecnologico, fondamentale per il

progresso della società. Le Corbusier non prova nessuna ostilità

verso l’industria; infatti egli afferma che per risolvere la faccenda

“basterebbe pregare gli industriali di fabbricare meno cannoni e più

abitazioni”.

L’architettura innovativa di Le Corbusier si basa sul concetto di

“Modulor”, un sistema di misure basato sulla statura dell’uomo con

il braccio 10 Modulor

Le Corbusier, Schema del

alzato (cm. 226) che fornisce una serie illimitata di combinazioni di

rapporti da usare nella fase progettuale. Essa però non tiene conto

solo delle dimensioni del corpo (struttura), ma anche delle posizioni

e dei movimenti (funzione): in tal modo, ogni elemento d’arredo

segue i principi dell’ergonomia. 11 1928-30, Poissy (Parigi)

Le Corbusier. Ville Savoye,

Sulla base dell’equazione uomo=modulor, egli realizzerà tra il

1928 ed il 1931 la “Villa Savoye” a Poissy in Francia. In questa

costruzione sono presenti integralmente i cinque punti della sua

architettura:

I Pilotis (piloni) sostituiscono i voluminosi setti in muratura

 che penetravano fin dentro il terreno, per fungere infine da

fondazioni, creando invece dei sostegni molto esili, poggiati su

dei plinti, su cui appoggiare poi i solai in calcestruzzo armato.

L'edificio è retto così da alti piloni puntiformi, di cemento

armato anch'essi, che elevano la costruzione separandola dal

terreno e dall'umidità. L'area ora disponibile viene utilizzata

come giardino, garage o – se in città – per far passare strade.

Il Tetto-giardino, restituisce all'uomo il verde, che non è solo

 sotto l'edificio ma anche e soprattutto sopra. Infatti viene

descritto dall’architetto in termini chiari: “Il vero giardino della

casa non sarà sul suolo, ma al di sopra di esso a tre metri e

cinquanta: questo sarà il giardino sospeso dove il suolo è

12

secco e salubre, dal quale si vedrà tutto il paesaggio, assai

meglio che non dal basso”. Il terreno, l’erba e le piante, hanno

una funzione coibente nei confronti dei piani inferiori e

rendono lussureggiante e vivibile il tetto, dove si può realizzare

anche una piscina. Il tetto giardino è un concetto realizzabile

anche grazie all'uso del calcestruzzo armato: questo materiale

rende infatti possibile la costruzione di solai particolarmente

resistenti in quanto resiste alla cosiddetta trazione, generata

dalla flessione delle strutture (gravate del peso proprio e di

quanto vi viene appoggiato), molto meglio dei precedenti

sistemi volti a realizzare piani orizzontali.

Plan libre

Il (piano libero) è reso possibile dalla creazione di

 uno scheletro portante in cemento armato che elimina la

funzione delle murature portanti, permettendo all'architetto di

costruire l'abitazione in tutta libertà e disponendo le pareti a

piacimento.

La Facciata libera è una derivazione anch'essa dello

 scheletro portante in calcestruzzo armato. Consiste nella

libertà di creare facciate non più costituite di murature aventi

funzioni strutturali, ma semplicemente da una serie di

elementi orizzontali e verticali i cui vuoti possono essere

tamponati a piacimento, sia con pareti isolanti che con infissi

trasparenti.

Fenêtre en longueur

La (o finestra a nastro) è un'altra

 grande innovazione permessa dal calcestruzzo armato. La

facciata può infatti ora essere tagliata in tutta la sua lunghezza

da una finestra che ne occupa la superficie desiderata,

permettendo una straordinaria illuminazione degli interni ed un

contatto più diretto con l'esterno.

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