Concetti Chiave
- La medicina difensiva ha portato a richieste eccessive di esami per evitare cause legali, ma la tendenza si sta invertendo.
- Ritardi nei laboratori causano richieste reiterate di esami già risultati.
- Richieste di emergenza spesso non giustificate aumentano la pressione sui laboratori.
- I referti non visionati portano a richieste duplicate inutili, aumentando i costi sanitari.
- L'appropriatezza degli esami è cruciale per evitare spese eccessive e ridurre i rischi di falsi positivi e infezioni ospedaliere.
Esami chimici non appropriati
Esempi di non appropriatezza comprendono:• Richieste a tappeto: sono una conseguenza della “medicina difensiva”, che si è sviluppata soprattutto nell’ultimo ventennio, come conseguenza delle frequenti cause legali per negligenza medica intentate da parenti di pazienti o associazioni contro medici, soprattutto di pronto soccorso. Per tutelarsi, questa categoria ha cominciato a richiedere esami eccessivi; questa tendenza si sta per fortuna invertendo in seguito a diverse cause in cui la ragione è andata ai medici.
• Richieste reiterate per ritardi nelle risposte: sono solitamente una conseguenza di ritardi da parte del laboratorio.
• Richieste insufficienti
• Eccessivo ricorso alla dicitura urgenza-emergenza: richieste di referti in emergenza (entro 60 minuti) o in urgenza (entro 120 minuti) fatte senza che vi sia effettivamente condizione di emergenza/pericolo per il paziente.
• Referti non visionati: spesso il laboratorio si accorge della presenza di richieste di esami identici, nonostante questi siano già stati refertati ma non letti. I referti vengono caricati in un portale privato per ogni reparto, mentre il medico del laboratorio può avere accesso a tutti gli esami e, se a quest’ultimo la dicitura di tali risultati appare in grassetto, significa che non sono stati aperti dal clinico incaricato del paziente in questione. Il medico, non avendo visto il referto, dunque, procede facendo nuovamente richiesta per quello stesso esame.
Un classico esempio di non appropriatezza della richiesta, riguarda i biomarcatori tumorali, i quali, secondo tutte le linee guida internazionali, devono essere utilizzati per valutare esclusivamente la progressione di una neoplasia, e non per effettuarne una diagnosi. Nello studio riportato nell’immagine si sono valutate le richieste di marcatori tumorali al laboratorio e, considerando il CA125 per il monitoraggio della neoplasia ovarica, gli autori hanno dimostrato che ben l’83% degli esami erano stati richiesti in modo inappropriato rispetto alle linee.
È importante sottolineare quanto si debba sottostare al principio di appropriatezza poiché è stato dimostrato che circa i 2/3 delle indagini di laboratorio richieste durante l’ospedalizzazione dei pazienti non influenza in modo definitivo le decisioni del medico. Si tende a chiedere esami in modo ridondante, il che comporta una notevole spesa per il Sistema Sanitario Nazionale, un’efficacia diagnostica più problematica e un aumento del rischio di falsi positivi. Di conseguenza possono aumentare i giorni di degenza, condizione che, oltre a rappresentare uno spreco di risorse, determina anche un aumento del rischio di danno iatrogeno, cioè il rischio per il paziente di contrarre infezioni in ambito ospedaliero. In conclusione, alla base dell’appropriatezza c’è la conoscenza, e questo deve scongiurare il sovra utilizzo e il sotto utilizzo dei test.
Domande da interrogazione
- Quali sono le cause principali della richiesta di esami chimici non appropriati?
- Qual è un esempio classico di richiesta non appropriata di esami?
- Quali sono le conseguenze delle richieste inappropriate di esami di laboratorio?
- Cosa è fondamentale per garantire l'appropriatezza delle richieste di esami?
Le cause principali includono la "medicina difensiva", ritardi nei laboratori, richieste insufficienti, uso eccessivo della dicitura urgenza-emergenza e referti non visionati.
Un esempio classico riguarda i biomarcatori tumorali, che dovrebbero essere usati solo per monitorare la progressione di una neoplasia e non per la diagnosi, come dimostrato dallo studio sul CA125.
Le conseguenze includono spese elevate per il Sistema Sanitario Nazionale, diagnosi meno efficaci, aumento del rischio di falsi positivi e prolungamento della degenza ospedaliera con rischio di danno iatrogeno.
È fondamentale la conoscenza per evitare il sovra utilizzo e il sotto utilizzo dei test, garantendo così l'appropriatezza delle richieste.