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Concetti Chiave

  • Lo zigote dei mammiferi è piccolo, con citoplasma ridotto e proteine citoplasmatiche prive di polarità.
  • La segmentazione embrionale dei mammiferi è di tipo oloblastico, con blastomeri totipotenti fino allo stadio di 8 cellule.
  • È possibile creare un embrione chimera fondendo due morule allo stadio di 8 cellule, che porta alla nascita di un animale con cellule di origine diversa.
  • Il differenziamento cellulare è solitamente irreversibile in vivo, ma esistono possibilità di invertire il processo in vitro.
  • Le risposte molecolari a fattori di regolazione della trascrizione possono provocare modificazioni epigenetiche reversibili in vitro.

Indice

  1. Lo zigote del mammifero
  2. Segmentazione e differenziamento
  3. Processo di differenziamento cellulare

Lo zigote del mammifero

Lo zigote del mammifero è molto più piccolo di quello di un insetto e ha citoplasma ridotto; le proteine citoplasmatiche che troviamo nello zigote, espresse spesso solo nelle primissime fasi dello sviluppo, non hanno una polarità, non hanno quindi una distribuzione disomogenea.

Segmentazione e differenziamento

La segmentazione negli embrioni dei mammiferi è di tipo oloblastico: nei primi stadi di differenziamento, fino allo stadio di 8 cellule, i blastomeri sono tutti uguali e totipotenti, il differenziamento non è quindi così precoce come nelle drosophile; fino a questo stadio si possono prendere 2 morule allo stadio di 8 cellule e fonderle: si forma così un embrione chimera che porterà ad un animale ottenuto da cellule embrionali di origine diversa; l’embrione fuso così formato infatti viene impiantato nell'utero di una madre surrogata e porta alla nascita di un topolino normale che nella colorazione del suo pelo testimonia di essere una chimera, entrambe le morule infatti hanno contribuito allo sviluppo dell'embrione.

Processo di differenziamento cellulare

Il processo di differenziamento cellulare è normalmente irreversibile in vivo, ma in vitro? Questo processo è la conseguenza di risposte molecolari a fattori di regolazione della trascrizione che comportano delle modificazioni epigenetiche (modificazioni chimico fisiche che non alterano il genoma): si possono dunque cancellare queste modificazioni in vitro? È possibile tornare indietro nella via del differenziamento.

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