Concetti Chiave
- L'evoluzione molecolare si focalizza su DNA e proteine, considerati "documenti viventi" della storia evolutiva.
- I fenomeni come mutazioni e ricombinazioni alterano i geni, portando alla creazione di proteine modificate con nuove funzioni.
- L'analisi del citocromo c in diverse specie ha evidenziato variazioni nelle sequenze amminoacidiche, rivelando differenze evolutive.
- I dati amminoacidici sono stati utilizzati per costruire alberi filogenetici, mostrando le distanze evolutive tra specie.
- La ricerca molecolare ha permesso di chiarire l'origine comune di organismi diversi e tappe evolutive precedentemente sconosciute.
Indice
Evoluzione molecolare e DNA
Attualmente i fenomeni che sono alla base dell’evoluzione vengono approfonditi a livello molecolare e DNA e proteine vengono considerati “documenti viventi” della storia evolutiva.
L’attenzione è rivolta particolarmente alla trasmissione dell’informazione mediante la trascrizione del DNA in mRNA, alla sintesi delle proteine e a quei fenomeni (mutazioni, ricombinazione) che, causando assetti genici diversi, portano alla codificazione di proteine modificate e in grado pertanto di svolgere funzioni diverse.
Le proteine determinano in gran parte strutture e funzioni delle cellule e pertanto i cambiamenti progressivi nelle strutture dovrebbero di fatto essere conseguenti ad analoghe trasformazioni sia negli acidi nucleici, sia nelle proteine.
Analisi del citocromo c
Numerosi studi sono stati condotti sulla struttura primaria di una proteina, il citocromo e (componente della catena respiratoria presente sulle creste mitocondriali); quindi si sono messe a confronto le sequenze del citocromo c di più specie e rilevate le differenze nelle sequenze amminoacidiche .
Differenze amminoacidiche tra specie
L’analisi è stata condotta in circa 40 specie e ha messo in evidenza le differenze esistenti. E emerso ad esempio che il citocromo dell’uomo e del cavallo differiscono per 12 amminoacidi su 104 complessivi, mentre tra il citocromo umano e quello di organismi inferiori le differenze sono più numerose.
Albero filogenetico e speciazione
I dati raccolti sono stati distribuiti su un albero filogenetico, nel quale le biforcazioni dei rami stanno ad indicare il momento di separazione di due specie da un comune progenitore e la lunghezza dei rami risulta proporzionale al tempo trascorso dall’evento della speciazione; vengono così indicati la distanza filogenetica e il numero di amminoacidi risultati differenti nel confronto fra molecole di citocromo.
Risulta evidente che più distanti sono due organismi nell’albero filogenetico, maggiore è il numero di amminoacidi differenti.
La ricerca molecolare è servita a delineare in molti casi anche l’origine di organismi diversi da un comune progenitore e a definire tappe dell’evoluzione che sino ad ora erano rimaste oscure.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo del DNA e delle proteine nell'evoluzione molecolare?
- Come sono state analizzate le differenze evolutive tra specie diverse?
- Cosa indica la lunghezza dei rami nell'albero filogenetico?
Il DNA e le proteine sono considerati "documenti viventi" della storia evolutiva, poiché la trascrizione del DNA in mRNA e la sintesi delle proteine, insieme a fenomeni come mutazioni e ricombinazione, portano alla codificazione di proteine modificate che svolgono funzioni diverse.
Le differenze evolutive sono state analizzate confrontando le sequenze amminoacidiche del citocromo c in circa 40 specie, evidenziando le differenze esistenti e distribuendo i dati su un albero filogenetico per indicare la distanza filogenetica e il numero di amminoacidi differenti.
La lunghezza dei rami nell'albero filogenetico è proporzionale al tempo trascorso dall'evento di speciazione, indicando la distanza filogenetica tra due specie e il numero di amminoacidi differenti nel confronto fra molecole di citocromo.