Concetti Chiave
- La memoria immunologica dei linfociti T può durare decenni, con le cellule CD4 e CD8 che mostrano un'emivita tra 8 e 15 anni, ma persistono oltre 30 anni.
- La vaccinazione contro il vaiolo dimostra una copertura a vita, poiché i livelli di anticorpi e cellule di memoria non vengono riattivati da contatti esterni col virus.
- Nella risposta immunitaria primaria, i linfociti B presentano una frequenza ematica di 1:104-1:105, mentre nella risposta secondaria, la frequenza aumenta a 1:102-1:103.
- Durante la risposta secondaria, gli anticorpi prevalenti sono IgG e IgA, caratterizzati da alta affinità e ipermutazione somatica, a differenza delle IgM della risposta primaria.
- Le cellule B di memoria, nella risposta secondaria, devono rientrare nei centri germinali per ulteriori mutazioni somatiche e maturazione dell'affinità, rendendo la risposta più rapida ed efficace.
Indice
Memoria immunologica e vaccinazione
La memoria immunologica, in generale, può essere molto lunga, dopo vaccinazione o infezione. L’analisi seguente riguarda la memoria immunologica dei linfociti T. L’esempio riportato è quello del calcolo della pre-senza ematica sia della memoria immunologica dei linfociti B (produzione di anticorpi nel tempo) sia dei linfociti T (cellule di memoria CD4 e CD8).
Linfociti T e risposta immunitaria
Questo è stato misurato in individui vaccinati contro il vaiolo attorno al 1978, anno in cui il virus è stato eradicato. Questo dato è importante, perché la completa scom-parsa del virus del vaiolo esclude la possibilità che la risposta immunologica sia stata sporadicamente riat-tivata (dal momento che è impossibile che questi individui siano entrati in contatto con il virus). Pertanto in questi individui i livelli di anticorpi e di cellule della memoria corrispondono a quelli indotti dalla prima vaccinazione. Dal grafico (vedere ppt. relativo alla lezione), si evince che il titolo anticorpale rimane quasi in-variato nel corso di 30 anni (si rileva solamente una minima diminuzione), mentre le cellule T della memo-ria diminuiscono maggiormente, dimostrando un’emivita tra gli 8 e i 15 anni. Anche queste cellule, co-munque, permangono ancora dopo i 30 anni. Certi tipi di vaccinazione, com’è stata quella contro il vaiolo, danno una copertura che dura tutta la vita, tanto che attualmente tale vaccinazione non si effettua più.
Ne-gli individui immunizzati le risposte secondarie e successive sono principalmente attribuibili ai linfociti di memoria.
Linfociti B e risposta primaria
L’analisi seguente riguarda la memoria immunologica dei linfociti B. Si considera la frequenza dei linfociti B e le caratteristiche degli anticorpi in individui non immunizzati (risposta primaria) oppure in individui immu-nizzati (risposta secondaria) contro un particolare antigene. La presenza ematica dei linfociti B antigene-specifici è di 1:104-1:105 nella risposta primaria e di 1:102-1:103 nella secondaria (più alta di circa due ordini di grandezza).
Risposta secondaria e mutazione somatica
Osservando il grafico in alto a destra (), si nota che il picco della risposta secondaria è ben più alto, ciò an-che a causa della maggiore concentrazione di partenza. Tra le due risposte cambia, inoltre, l’isotipo e l’affinità in conseguenza alla mutazione somatica:
• Risposta primaria – l’isotipo dell’anticorpo dell’immunizzazione primaria è principalmente IgM, con bassa affinità e bassa ipermutazione somatica
• Risposta secondaria – prevalgono IgG e IgA (o altri tipi a seconda dell’antigene che viene presenta-to), con alta affinità ed alta ipermutazione somatica
Questi dati sono reperibili anche nei due grafici a destra (vedere ppt. relativo alla lezione) dove, in particolar modo, si evince come IgM sia sempre presente, ma non preponderante nella risposta secondaria. Inoltre, la risposta secondaria è molto più rapida e le cellule B di memoria devono rientrare nei centri germinali per andare incontro ad un’ulteriore ipermutazione somatica e maturazione dell’affinità durante la risposta immunitaria secondaria (quindi cambiano anche le molecole di superficie che permettono la risposta a chemochine diverse per farle rientrare nei centri germinali).
Domande da interrogazione
- Qual è la durata della memoria immunologica delle cellule T dopo la vaccinazione contro il vaiolo?
- Come si differenzia la risposta primaria dalla risposta secondaria nei linfociti B?
- Qual è la frequenza dei linfociti B antigene-specifici nella risposta primaria e secondaria?
- Perché la vaccinazione contro il vaiolo non viene più effettuata?
La memoria immunologica delle cellule T dopo la vaccinazione contro il vaiolo può durare oltre 30 anni, con un'emivita tra gli 8 e i 15 anni, anche se diminuisce nel tempo.
Nella risposta primaria, l'isotipo dell'anticorpo è principalmente IgM con bassa affinità, mentre nella risposta secondaria prevalgono IgG e IgA con alta affinità e ipermutazione somatica.
Nella risposta primaria, la frequenza è di 1:104-1:105, mentre nella risposta secondaria è di 1:102-1:103, quindi più alta di circa due ordini di grandezza.
La vaccinazione contro il vaiolo non viene più effettuata perché offre una copertura che dura tutta la vita e il virus è stato eradicato, eliminando la possibilità di riattivazione della risposta immunologica.