pexolo
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Concetti Chiave

  • I livelli di grassi raccomandati sono tra il 25-35% delle calorie totali, con un massimo del 20% da monoinsaturi e del 10% da polinsaturi.
  • Il rapporto tra acidi grassi n-6 e n-3 deve favorire gli n-6, grazie alla loro maggiore efficienza biologica e competizione enzimatica.
  • Il fabbisogno proteico varia con l'età: crescita e mantenimento fino a 4 anni, maturazione e mantenimento dopo i 4 anni, e mantenimento nell'adulto.
  • Il bilancio dell'azoto misura l'equilibrio tra azoto ingerito e azoto escreto, con un apporto proteico consigliato di 0,75 g/Kg/giorno.
  • Durante la gravidanza e l'allattamento, l'apporto proteico dovrebbe aumentare rispettivamente di 6 g/die e 17 g/die.
Fabbisogno lipidico ed azoteico

Fabbisogno lipidico
I livelli raccomandati di grassi espressi in percentuale sugli alimenti (calorie totali) sono:
• 25-35% consumo totale
• • fino al 20% acidi grassi monoinsaturi
• fino al 10% acidi grassi polinsaturi
I livelli raccomandati di grassi espressi in g/die sono:
• 25-35% delle calorie totali
• fino al 5% per gli n-6
• fino all’1% per gli n-3
Bisogna però tenere in considerazione che il rapporto tra gli n-6/n-3 deve essere sempre favorevole ai primi, sia per la maggiore efficienza biologica sia perché entrambi competono per lo stesso sistema enzimatico per il quale l’acido linolenico ha una maggiore affinità.

Fabbisogno azoteico
Per valutare il fabbisogno proteico giornaliero bisogna tenere conto di:
• crescita e mantenimento prima dei 4 anni
• maturazione e mantenimento dopo i 4 anni
• mantenimento nell’adulto

Le proteine sono soggette ad un alto turnover a cui contribuiscono produzione di molecole azotate varie e degradazione in negativo e assorbimento e biosintesi di AA in positivo.
Il bilancio dell’azoto è un una misurazione quantitativa del rapporto fra la quantità di azoto proteico ingerito con la dieta e la quantità di azoto escreto in forma di scarto che in un individuo sano devono essere paritari. Secondo i LARN l’apporto proteico dovrebbe essere pari a 0,75 g/Kg/giorno, tenendo conto nella variabilità biologica interna. In gravidanza la quota sale di 6 g/die e durante l’allattamento di 17 g/die.

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