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Concetti Chiave

  • La risposta secondaria a un antigene già incontrato è più rapida e intensa grazie a un numero maggiore di cellule della memoria rispetto al primo incontro.
  • La risposta primaria a un nuovo antigene segue un processo iniziale con un periodo di latenza più lungo e una produzione di anticorpi meno rapida.
  • L'attivazione dei linfociti T e B avviene attraverso il legame con antigeni specifici, portando alla proliferazione e generazione di plasmacellule e anticorpi.
  • Il processo di selezione clonale consente l'espansione di cellule figlie identiche per la specificità recettoriale a partire da una cellula ancestrale.
  • I linfociti della memoria, pur somigliando ai linfociti Naïve, hanno segnali distintivi che permettono loro di sopravvivere e competere efficacemente per rispondere ai patogeni.

Indice

  1. Risposta immunitaria secondaria e primaria
  2. Attivazione e proliferazione dei linfociti
  3. Espansione e selezione clonale
  4. Linfociti della memoria e Naïve

Risposta immunitaria secondaria e primaria

Nel caso in cui ci sia un incontro con l’antigene a cui si è stati precedentemente esposti e con un antigene nuovo (Y), le due risposte saranno diversificate; la risposta verso l’antigene X (già incontrato) sarà una risposta secondaria in quanto si parte da uno stato numerico di cellule della memoria più elevato rispetto al primo incontro e, grazie ad alcuni cambiamenti, queste cellule rispondono più prontamente riducendo così il periodo di latenza e di risposta; la produzione di anticorpi sarà quindi più elevata e precoce nel tempo (caratteristica della risposta secondaria).

L’antigene Y innescherà invece una classica risposta primaria.

La risposta secondaria segue le stesse fasi di espansione, produzione di altre plasmacellule e contrazione con la generazione di cellule della memoria (in numero ancora superiore rispetto a quello relativo alla risposta primaria).

Attivazione e proliferazione dei linfociti

Tutto questo succede grazie alla capacità di attivazione e successiva proliferazione dei linfociti; l’attivazione dei linfociti sia B che T richiede l’incontro con un antigene e il legame di questo con lo specifico recettore presente sulla membrana linfocitaria.

Una volta che il precursore linfocitario è stato “committed”, matura all’interno degli organi linfoidi primari per generare una serie di linfociti maturi simili tra loro dal punto di vista dell’attività trascrizionale, della funzione e della potenzialità, ma differenti in base alla tipologia di recettore antigene-specifico che ciascuno presenta sulla superficie.

Espansione e selezione clonale

Un antigene X che entra nell’organismo viene valutato da una serie di linfociti aventi diversi recettori fino a quando il linfocita con il recettore specifico non viene messo nelle condizioni di riconoscere l’antigene e di essere quindi propriamente attivato. Il linfocita attivato prolifera dando origine ad una popolazione di cellule figlie identiche alla madre per quanto riguarda la specificità recettoriale; da una singola cellula rara (può essere presente con frequenze bassissime come 1/106) si ha, tramite questo meccanismo, un’espansione, nel caso dei linfociti B di 5000 cellule. Le cellule figlie possono poi trasformarsi (linfociti B  plasmacellule) e produrre anticorpi specifici.

Si parla quindi di un processo di espansione e selezione clonale: viene selezionato un clone (popolazione di cellule derivanti da un’unica cellula ancestrale aventi la medesima specificità antigenica). Questa teoria venne formulata da Niels Jern e Frank Macfarlane Burnet e valse loro il premio Nobel.

Linfociti della memoria e Naïve

A questo processo sopravvivono i linfociti della memoria: somigliano ai linfociti Naïve, da cui sono difficilmente distinguibili se non grazie ai marcatori che permettono di connotarli, e ritornano nello stato quiescente anche se possono andare incontro a divisioni omeostatiche nel corso del tempo.

I linfociti T Naïve, una volta prodotti dagli organi linfoidi primari, non vivono a lungo e scompaiono nel giro di 1-3 mesi; hanno una capacità notevolmente ridotta di competere con i linfociti della memoria per le stesse nicchie tissutali e risultano quindi sfavoriti rispetto a questi ultimi, ciò permette al sistema di essere più duttile e di rispondere agevolmente ai patogeni che l’organismo incontra nel corso della vita.

I linfociti Naïve sopravvivono grazie a segnali omeostatici in parte dipendenti dall’espressione del recettore e in parte dipendenti da alcune citochine omeostatiche di cui si parlerà in seguito.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la differenza principale tra la risposta immunologica primaria e secondaria?
  2. La risposta secondaria è più rapida e intensa rispetto alla primaria grazie alla presenza di cellule della memoria che rispondono prontamente, riducendo il periodo di latenza e aumentando la produzione di anticorpi.

  3. Come avviene l'attivazione dei linfociti B e T?
  4. L'attivazione dei linfociti B e T avviene tramite l'incontro con un antigene e il legame con il recettore specifico presente sulla membrana linfocitaria.

  5. Cosa succede ai linfociti una volta attivati?
  6. Una volta attivati, i linfociti proliferano, generando una popolazione di cellule figlie identiche alla cellula madre per specificità recettoriale, e nel caso dei linfociti B, possono trasformarsi in plasmacellule per produrre anticorpi specifici.

  7. Chi ha formulato la teoria dell'espansione e selezione clonale?
  8. La teoria dell'espansione e selezione clonale è stata formulata da Niels Jern e Frank Macfarlane Burnet, che hanno ricevuto il premio Nobel per questo contributo.

  9. Qual è il destino dei linfociti Naïve rispetto ai linfociti della memoria?
  10. I linfociti Naïve hanno una vita breve e una capacità ridotta di competere con i linfociti della memoria per le nicchie tissutali, risultando sfavoriti, mentre i linfociti della memoria sopravvivono e possono rispondere più efficacemente ai patogeni.

Domande e risposte

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