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Concetti Chiave

  • I linfociti T attivati subiscono un rimodellamento recettoriale, regolando recettori come CCR7 e L-selectine.
  • Enzimi di glicosilazione e fucosilazione sono attivati per esprimere nuovi ligandi, migliorando le interazioni cellulari.
  • Espressione di proteine specifiche come CXCR3 favorisce il riconoscimento di chemochine e l'interazione con VCAM.
  • Le differenze tra linfociti naïve, effettori e memory si osservano nei marcatori come CD62L e i recettori per chemochine.
  • I linfociti tendono a ricircolare nei distretti immunitari di attivazione, influenzati da fattori come vitamine e acido retinoico.

Indice

  1. Attivazione e rimodellamento dei linfociti T
  2. Differenze tra linfociti effettori e memory
  3. Migrazione e specializzazione dei linfociti

Attivazione e rimodellamento dei linfociti T

Una volta che un linfocita T è stato attivato in un linfonodo, si ha un rimodellamento del suo repertorio recettoriale di superficie. Per esempio, il recettore CCR7 e le L-selectine vengono down regolate.

Inoltre, vengono attivati gli enzimi che causano glicosilazione e fucosilazione, al fine di permettere l’espressione di nuovi ligandi per le /P-selectine; vengono up regolate nuove integrine e i recettori per le chemochine. Quest’ultima deve il suo nome alla modalità di regolazione in seguito ad attivazione: è upregolata solo nelle fasi tardive. Questa proteina permette una migliore interazione con VCAM (Vascular Cellular Adhesion Molecule). Inoltre, vengono espressi altri recettori come CXCR3 che riconosce altre chemochine come CXCL10.

Quindi, avviene un rimaneggiamento sulla membrana cellulare che permette ai linfociti effettori di raggiungere l’endotelio nel sito di infezione.

Differenze tra linfociti effettori e memory

Ora ci è più facile vedere i meccanismi e i marcatori che consentono di distinguere i linfociti naïve dagli effettori e dai memory. Infatti, molte di queste proteine che consideriamo marcatori come CD62L, CD44 e i recettori per chemochine, sono espresse in maniera differente fra effettori, memory e naïve.

Le differenze tra effettori e memory sono invece più sottili. Inoltre, è da tenere in considerazione che il pool di memory comprende diverse popolazioni: alcuni migrano verso tessuti infiammati, altri diventano residenti, altri ancora stanno nei linfonodi (dove continuano a ricircolare).

In generale, possiamo dire che le principali differenze tra naive ed effettori sono: L-selectina, molecole di adesione (in maggior numero sugli effettori), i recettori per le chemochine (es. CCR7).

Oltre all’assetto di recettori per chemochine e integrine ci sono anche cambiamenti che danno conto del tropismo tissutale, dell’homing tissutale specifico di alcune sottopopolazioni linfocitarie e di alcuni stadi di attivazione.

Migrazione e specializzazione dei linfociti

Il corredo di ligandi, recettori e chemochine può essere condizionato dalla presenza di fattori aggiuntivi come ad esempio le vitamine o prodotti loro collegati come l’acido retinoico. La presenza di queste sostanze durante l’attivazione dei linfociti dà un’idea della tipologia di integrine e recettori per le chemochine e di ligandi per selectine che danno conto alla migrazione preferenziale dei linfociti in alcuni tessuti.

Una regola generale è che i linfociti che sono attivati in un certo distretto immunitario tendono a ricircolare in quel distretto. Per esempio, un linfocita attivato nella cute tende, grazie alla diversa espressione di profili per i recettori delle chemochine e integrine, a rilocalizzarsi all’interno dello stesso tessuto. Ciò ha senso se si pensa al concetto di specializzazione della risposta: un patogeno che è prevalentemente cutaneo avrà linfociti T della cute piuttosto che di altri distretti. Questa regola però non è assoluta: possono anche esserci delle cross-contaminazioni tra i vari distretti.

Domande da interrogazione

  1. Quali cambiamenti avvengono nei linfociti T dopo l'attivazione in un linfonodo?
  2. Dopo l'attivazione, i linfociti T subiscono un rimodellamento del repertorio recettoriale di superficie, con down regolazione di CCR7 e L-selectine, e up regolazione di nuove integrine e recettori per le chemochine.

  3. Qual è il ruolo delle proteine come CXCR3 nei linfociti T attivati?
  4. CXCR3 è un recettore che riconosce chemochine come CXCL10, facilitando l'interazione con VCAM e contribuendo al rimaneggiamento della membrana cellulare per permettere ai linfociti effettori di raggiungere il sito di infezione.

  5. Come si distinguono i linfociti naïve dagli effettori e dai memory?
  6. I linfociti naïve, effettori e memory si distinguono per l'espressione differente di marcatori come CD62L, CD44 e recettori per chemochine, con differenze più sottili tra effettori e memory.

  7. In che modo i fattori aggiuntivi influenzano il comportamento dei linfociti T?
  8. Fattori come le vitamine e l'acido retinoico influenzano il corredo di ligandi, recettori e chemochine, determinando la migrazione preferenziale dei linfociti in specifici tessuti e il loro tropismo tissutale.

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