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• A cuore battente: tolgono il cuore e lo rimettono
• Ipotermia: congelano il cuore e poi lo “riattivano”
Il cuore è grande quanto il nostro pugno e si trova dietro la 3° e 4° costola adagiato in modo che la punta sia rivolta verso sinistra ma in realtà il cuore si trova più o meno al centro. Si trova in una particolare cavità: il mediastino; il cuore inoltre è suddiviso in 4 cavità: due superiori e due inferiori: le cavità superiori prendono il nome di atri, quelle inferiori ventricoli. Abbiamo poi un tubo sotto il cuore chiamato esofago dove passa il cibo; se noi beviamo qualcosa di freddo, il cuore va in leggera ipotermia e si rischia anche la morte. Il cuore è ricoperto da una membrana chiamata pericardio; l’infiammazione di questa membrana porta alla Pericardite e come tutte le infiammazioni porta alla fuoriuscita di un liquido. Oltre alla membrana interna, abbiamo anche quella esterna chiamata endocardio; il muscolo del cuore chiamato miocardio è striato e involontario. Noi abbiamo circa 70 battiti al minuto; i bambini circa 120 in quanto il loro metabolismo è più veloce; se noi abbiamo 5 L di sangue, dobbiamo dividere per 70 battiti al minuto ( o quanto ne contiamo) e sapremo la quantità di sangue presente nel cuore. Il cuore deve essere ossigenato attraverso le arterie, in particolare quelle più corte che sono le coronarie. Queste possono ostruirsi a causa di colesterolo. Se si ostruisce un’arteria tutto quello che c’è dopo non riceve sangue e quindi si ha la cosi detta APOPTOSI cioè la morte della cellula e si ha l’infarto; generalmente i sintomi dell’infarto sono:
• Dolori al braccio sinistro (ma anche al destro)
• Dolore al petto
• Battiti irregolari
• Pressione alta/ bassa
• Dolore allo stomaco “ anomalo”
• Se colpiamo al petto con un leggero pugno, chi sta avendo l’infarto, sentirà un dolore fortissimo
Una volta che si riconosce la presenza di un infarto bisogna prendere un aspirina in quanto questa è un anti-aggregante che ha la capacità di “ liberare” la stenosi. Se a casa non abbiamo l’aspirina andiamo in guardia medica e prenderemo una compressa che si scoglie in bocca di nitroglicerina e poi subito in ospedale. Bisogna quindi stappare la stenosi: si inserisce quindi una sonda nell’arteria femorale o alla gamba, si sale sopra e, una volta arrivati nell’arteria ostruita, all’estremità della sonda è presente un palloncino e gonfiandolo si libera l’arteria. Questo processo è detto angioplastica.
Abbiamo detto che il cuore è costituito da 4 parti: due superiori ( atri) e due inferiori ( ventricoli); la caratteristica è che c’è un setto chiamato: setto atrio ventricolare che divide in due il cuore in modo che il sangue non possa unirsi con l’altra parte. Nella parte sinistra il cuore è chiamato sangue arterioso mentre nella parte destra il sangue è detto venoso. La comunicazione tra atri e ventricoli avviene mediante valvole: nella parte destra abbiamo la valvola tricuspidale, sulla sinistra abbiamo la valvola bicuspidale e assomiglia al cappello del vescovo e viene chiamata valvola MITRALICA.
una volta arrivati nell’arteria ostruita, all’estremità della sonda è presente un
palloncino e gonfiandolo si libera l’arteria. Questo processo è detto ANGIOPLASTICA.
Abbiamo detto che il cuore è costituito da 4 parti: due superiori ( atri) e due inferiori (
ventricoli); la caratteristica è che c’è un setto chiamato: SETTO ATRIO VENTRICOLARE
che divide in due il cuore in modo che il sangue non possa unirsi con l’altra parte. Nella
parte sinistra il cuore è chiamato SANGUE ARTERIOSO mentre nella parte destra il
sangue è detto VENOSO. La comunicazione tra atri e ventricoli avviene mediante
VALVOLE: nella parte destra abbiamo la valvola tricuspidale, sulla sinistra abbiamo la
valvola bicuspidale e assomiglia al cappello del vescovo e viene chiamata valvola
MITRALICA.
Il cuore è formato da muscoli papillari; sul lato sinistro bicuspidale abbiamo un grande
muscolo chiamata TRABECOLA DI ACQUATA DI LEONARDO DA VINCI.
Il ventricolo destro pompa il sangue nei polmoni attraverso l’arteria polmonare che si
dirama in due grossi vasi appena uscita dal cuore. Mentre scorre attraverso i capillari
dei polmoni, il sangue libera CO2 e assorbe O2 . Il sangue ricco di ossigeno torna
indietro, mediante le vene polmonari verso l’atrio sinistro. Il sangue, ricco di ossigeno,
passa poi dall’atrio al ventricolo sinistro, da qui passa nell’aorta (il vaso sanguigno più
grosso) che, ramificandosi in numerose arterie, distribuisce il sangue arterioso verso la
testa e le braccia (in alto) e verso gli organi addominali e le gambe (in basso). Le arterie
immettono il sangue nelle arteriole che si diramano nei capillari. Questi fanno
convergere il sangue nelle venule, dalle quali affluisce alle vene. Il sangue venoso
proveniente dalla parte superiore del corpo e dalla testa confluisce nella vena cava
superiore, mentre la vena cava superiore raccoglie il sangue proveniente dalla parte
inferiore del corpo, in essa confluisce anche la vena epatica proveniente dal fegato. Le
due vene cave confluiscono nell’atrio destro. Passando dall’atrio al ventricolo destro, il
sangue completa il suo percorso.
Il sangue viene immesso in particolari tubi: vene e arterie: dal cuore e dai ventricoli
partono solo arterie e sul lato sinistro sangue venoso e a destra arterioso. La differenza
tra arterie e vene è che:
Nelle arterie il sangue viaggia più velocemente in quanto c’è una maggiore
pressione; infatti se noi “buchiamo” un’arteria il sangue “ zampilla”
Anche nelle dimensione; le arterie sono molto più robuste rispetto alle vene; le arterie
e le vene hanno due tonache: interna ( intima), tonaca intermedia ( mediana) e una
tonaca più esterna chiamata avventizia. L’arteria più grande è l’AORTA che ha un
diametro di , cm; la vena più grossa è la VENA CAVA INFERIORE che misura circa 3 cm.
Abbiamo poi una valvola chiamata: VALVOLA A NIDO DI RONDINE ( chiamata così
perché ha una forma di rondine) Data la bassa pressione a cui è soggetto il vaso venoso,
la presenza delle valvole è necessaria per favorire il deflusso del sangue (che nelle vene
ha direzione centripeta, cioè dalla periferia dell'organismo va al cuore) e, soprattutto,
serve ad impedire un eventuale suo reflusso. Per assolvere tale compito, le valvole
presentano una convessità che si oppone al flusso ematico e quindi una concavità
rivolta verso il cuore. Nel caso di un reflusso, la parete valvolare si distende richiudendo
in questo modo il dispositivo. Una mancata funzione di questa valvola porta alla
formazione di VENE VARICOSE. All’interno delle arterie abbiamo un maggior numero di
fibre muscolari per permettere la forte pressione. Il sangue viaggia in modo
CENTRIFUGO verso la periferia; nelle vene dove il sangue viaggia in modo CENTRIPETO,
la pressione è minore e il sangue sale molto lentamente grazie all’aiuto dei muscoli. La
circolazione parte dal SETTO ATRIO VENTRICOLARE che divide la parte destra da quella
sinistra; la parte superiore è divisa da quella inferiore con delle VALVOLE.
L’aorta presenta tre DILAMAZIONI:
quella sinistra che prende il nome di SUCCLAVIA DI SINISTRA e parte dal cuore
fino all’ascella e prende tutto l’arto superiore sinistro
l’altra si chiama CAROTIDE: sale sopra sul lato sinistro e va a circondare tutta la
parte sinistra della testa
l’arteria anonima: questa si dirige verso destra a formare la succlavia di destra
mentre quella più interna forma la carotide di destra
Mentre scende, l’aorta si divide sempre più; infatti le arterie prendono il nome
dell’organo il quale si trovano: arteria toracica, arteria femorale, arteria intestinale.
Il tratto principale dell’aorta si divide in tre :
la parte centrale (arteria illiade)
le due laterali che entrano nell’arto inferiore sinistro ( arteria femorale di destra e
sinistra)
Avvicinandoci all’estremità (vicino all’alluce per esempio) le arterie diventano sempre più
piccole finchè il tessuto muscolare non diventa sottilissimo e rimane solo la parte interna
chiamata ENDOTELIO. Questo permette gli scambi gassosi; quando noi ci graffiamo,
danneggiamo l’endotelio e questo ha la capacità di ribellarsi entro – giorni; ecco perché
cicatrizza subito. L’endotelio si è fatto sempre più sottile finché non si forma il laghetto; il
sangue proveniente da sinistra è ricco di ossigeno (O2); dove c’è l’endotelio c’è scambio
gassoso; nel sangue entra sempre anidrite carbonica mentre nei muscoli ossigeno.
Il sangue venoso proviene da tutto il corpo ed è ricco di anidride carbonica e povero di
ossigeno entra nell'atrio destro e passa nel ventricolo destro da qui è spinto verso i
polmoni nella cosiddetta circolazione polmonare; nei polmoni avvengono gli scambi
gassosi, il sangue cede l' anidride carbonica all'aria presente negli alveoli polmonari e si
arricchisce di ossigeno; il sangue ritorna poi al cuore attraverso l'atrio sinistro, da qui passa
nel ventricolo sinistro e viene pompato verso il resto del corpo nella circolazione detta
SISTEMICA; il sangue nel cuore segue un percorso preciso.
Il cuore è costituito da:
- Due valvole semilunari: una si trova tra il ventricolo sinistro e l'aorta, l'altra è posta tra il
ventricolo destro e l'arteria polmonare (porta il sangue dal cuore ai polmoni).
La valvola atrio-ventricolare posta tra l'atrio destro e il ventricolo destro è detta tricuspide
ed è formata da tre lembi; ha un diametro di 12 mm e impedisce il reflusso di sangue dal
ventricolo all'atrio.
Il reflusso di sangue nell'atrio si può verificare in casi patologici: insufficienza della valvola
tricuspide e produce un particolare suono.
La valvola di sinistra che separa l'atrio dal ventricolo e formata da due lembi ed è detta
perciò bicuspide (mitrale) ed ha un diametro di 30mm; la valvola mitrale impedisce il
reflusso dal ventricolo all'atrio. I lembi delle valvole atrioventricolari si legano ai muscoli
presenti nei ventricoli attraverso le corde tendinee.
Questo sistema di corde e muscoli ha la funzionalità di migliorare la tenuta delle valvole,
ma non quella di chiuderle.
Le valvole infatti si chiudono passivamente opponendo resistenza al flusso sanguigno; il
prolasso della valvola mitrale consiste nello spostamento dei lembi della valvola che
fuoriescono nell’atrio; in alcuni casi il prolasso comporta una chiusura imperfetta della
bicuspide.
All’uscita dei ventricoli si trovano le valvole semilunari: esse devono il nome alla loro forma
e sono costituite da tre lembi ciascuna:
- La valvola situata tra l’arteria polmonare e il ventricolo destro si chiama valvola
semilunare polmonare;
- La valvola che separa l’aorta dal ventricolo sinistro si chiama valvola semilunare
aortica.
Queste valvole non hanno le corde tendinee e hanno perciò un’apertura più piccola e una
chiusura più brusca; queste si chiudono passivamente.
La valvola aortica può essere interessata da stenosi, (restringimento) riduzione di tale
valvola dovuta in genere ad una disgiunzione dei suoi lembi; l’uscita di sangue dal
ventricolo sinistro risulta ostacolata. Le valvole cardiache si aprono e chiudono in maniera
coordinata seguendo i movimenti di contrazione e rilasciamento del cuore; non sono mai
tutte aperte o chiuse contemporaneamente, ma sono sincronizzate a due a due. Durante la
fase del rilassamento dei ventricoli si aprono le valvole atrio-ventricolari e si chiudono le
valvole semilunari. Quando i ventricoli si contraggono avviene l’opposto.
CICLO CARDIACO
Diastole completa: cavità rilassate. Qui le valvole atrio-ventricolari sono aperte, quelle semilunari chiuse; la
contrazione (sistole) inizia negli atri. Subito dopo si contraggono i ventricoli, si chiudono le valvole atrio-
ventricolari e si aprono le valvole semilunari.
I ventricoli e atri si rilassano le valvole semilunari si chiudono e si aprono quelle atrio-ventricolari tornando
alla fase di diastole completa; durante questo il sangue venoso entra nell’atrio destro attraverso le due
vene cave; il sangue arterioso entra nell’atrio sinistro dalle vene polmonari.
Durante la sistole atriale il sangue viene spinto nei ventricoli, mentre con la sistole ventricolare il sangue
esce dal cuore e il sangue venoso va all’arteria polmonare e quello arterioso entra nell’aorta.
IMPULSO E CONTRAZIONE CARDIACA
Il nodo senoatriale situato nell’atrio destro, si diffonde nella muscolatura atriale e allo
stesso tempo raggiunge un altro nodo: quello atrioventricolare, situato anch’esso nell’atrio
destro, dietro la valvola tricuspide; qui l’impulso rallenta e prosegue nel fascio di Hiss.
Questo si estende nel setto interventricolare dividendosi in due branche, che si ramificano
nelle fibre di Purkinje ( Le fibre del Purkinje sono la parte terminale del sistema di
conduzione del cuore; si tratta di cellule cardiache con conducibilità maggiore dei comuni
miocardiociti, che penetrano nel miocardio ventricolare attraversando i muscoli papillari e
la parete laterale dei ventricoli. Esse sono le più grandi cellule che si ritrovano nel cuore:
hanno un diametro di 70-80 micrometri rispetto ai 10-15 micrometri delle cellule del
miocardio di lavoro ) e raggiungono i ventricoli.
L’attività elettrica del cuore può essere misurata strumentalmente con
l’elettrocardiogramma; questo registra questa attività e la visualizza tramite determinati
tracciati. L’esame prevede l’applicazione di 10 elettrodi: 4 sugli atri e 6 sul torace, vicino al
cuore. In questo modo l’impulso viene registrato da punti di vista differenti, che vengono
detti derivazioni, e in tutto sono 12. Abbiamo diverse onde:
P è positiva ed è di bassa intensità in quanto riguarda pochi fibre muscolari
(attivazione della sistole atriale del ciclo cardiaco)
QRS un insieme di onde che corrispondono all’avvio della sistole ventricolare
Onda R è la più alta in assoluto perché associata alla contrazione della maggior
massa del muscolo cardiaco
Onda T è positiva e di bassa intensità e corrisponde alla ripolarizzazione dei
ventricoli a conclusione della loro contrazione
Un evento estremamente frequente, e di solito innocuo, che può essere provocato
dall’eccessiva stanchezza, dall’assunzione di alcol o dal fumo, è la sensazione di avvertire la
mancanza di un battito. Questo fenomeno viene detto extrasistole e si verifica quando il
cuore si contrae fuori tempo a causa di una scarica elettrica che si genera in una sede
diversa dal nodo senoatriale. Un difetto nella produzione o nella
diffusione dell’impulso elettrico provoca delle irregolarità nelle pulsazioni, il cui numero
può diminuire o aumentare in maniera eccessiva. Si parla in questo caso di aritmia. Se il
nodo senoatriale non riesce a produrre o a trasmettere l’impulso in maniera corretta, o il
sistema di conduzione che porta l’impulso dagli atri ai ventricoli si blocca, si ha come
conseguenza un notevole rallentamento del battito cardiaco, noto col nome di bradicardia,
o addirittura un suo arresto per alcuni secondi con perdita di coscienza. tali condizioni