Riflessioni su crescita, potere e libertà in "Cacciatori di Nuvole"

“Cacciatori di Nuvole” è un romanzo d’avventura, ma anche di formazione che propone numerosi spunti di riflessione. Lo scopo del narratore, a mio parere, è quello di mostrarci attraverso gli occhi di un adolescente e un tono ironico e autoironico, come sia costante e persistente la paura del diverso, come gli stereotipi, i pregiudizi e i fanatismi portino a dei comportamenti che vanno al di là dell’assurdo e forse, sono proprio stati questi comportamenti, il continuo discriminare la diversità e la chiusura di pensiero a porre fine all’esistenza della Terra.

Il potere dell'acqua

L’acqua è ricchezza, è prosperità; l’acqua è influenza; l’acqua è potere; l’acqua è politica.

È strano pensare come ci sia sempre qualcosa che renda più potenti alcuni uomini che altri. Come al giorno nostro il petrolio è il potere, nel futuro in cui vive Christien è l’acqua. Alcune volte ho sentito dire che il potere è in mano a persone incompetenti ma se loro sono gli incompetenti, dove sono le persone competenti? Perché le persone competenti non fanno nulla per prenderselo? Le persone che hanno il potere - e che hanno avuto il potere - potranno anche fare cose sbagliate ma loro sono state capaci di mettersi in gioco e di agire per conquistare ciò che desideravano invece che stare a desiderare e basta. Prendiamo il caso dei Cacciatori di Nuvole, loro sono essenziali per la sopravvivenza, se non risucchiassero l’acqua all’interno dei macchinari sulle loro navi, le popolazioni delle isole fluttuanti morirebbero di sete e nonostante le popolazioni li disprezzino, è solo grazie a loro che sono vivi, perché sono stati capaci di spingersi lontano dalla terra delle isole e navigare nel cielo alla ricerca dell’acqua.

Crescita personale e distacco

A poco a poco cresci; a poco a poco ti distacchi dalle vecchie cose di famiglia. Poi un bel giorno ti accorgi di esserti staccato completamente da loro capisci che non hanno più ascendente su di te. Non quanto l’avevano una volta. Siete come due mani ancora protese l’una verso l’altra, senza però più toccarsi. Vi siete sciolti; dovete mollare la presa.

Mi sono impersonata al personaggio di Christien sotto diversi punti. Un po’ perché anche lui è un adolescente, un po’ perché la pensiamo allo stesso modo. Christien cerca di spiegare come si senta nei confronti della sua famiglia. Mi ha ricordato che la presenza della famiglia è costante fin da quando siamo piccoli, ci guidano tenendoci per mano nelle decisioni della vita che siano importanti o non, per poi allentare la presa, quasi senza accorgercene, per consentirci di diventare grandi e quindi di saper camminare da soli.

Responsabilità sociale

Era un problema che avrebbe risolto qualcun altro

Ho sentito spesso, nell’ultimo periodo, questa frase, ma non mi sono mai fermata a riflettere sul suo vero significato fino a quando Christien, il protagonista, non ha messo in risalto questo aspetto. Questa frase mi fa pensare a quello che è oggi la società in cui vivo, una società quasi priva di valori che si aspetta che ci siano altri pronti a risolvere i problemi della comunità, in questo modo vengono meno a quello che è un doveroso senso di responsabilità che migliorerebbe la società in quanto, se

ognuno si prendesse le proprie responsabilità, e svolgesse le funzioni inerenti al ruolo ricoperto, molte cose andrebbero diversamente.

Il dibattito sulla vendetta

"Occhio per occhio rende il mondo cieco." "Che significa...?" "Che non bisogna vendicarsi." "Quindi dovrei lasciarmi accecare da te senza ribellarmi? È questo che intendi? Dovremmo rimanere passivi? Porgere l'altra guancia? Farci colpire di nuovo? E poi un'altra volta ancora? Quante botte e quanti insulti dobbiamo sopportare prima di reagire, Christien?" (Pagina 158)

Ho dovuto leggere questo piccolo “dibattito” tra Christien e Jenine due volte, prima di arrivare ad avere un mio parere. La vendetta non porta mai a nulla di positivo, certo è diverso dalla reazione. Reagire non significa vendicarsi. La vendetta è solamente un sentimento negativo, la reazione invece è spinto comunque da un sentimento di interesse ,di passione ,che portano sia ad uno scontro ma anche a un confronto e quindi ad una crescita.

Vivere il momento

Se cominci a preoccuparti di tutte le cose brutte che ti possono capitare, non riuscirai mai a goderti le cose belle che a volte accadono.

Questa citazione è molto forte ma anche la più vera tra tutte. Nella società di oggi viviamo con la costante ansia che le cose possano andare male, con la continua paura di essere giudicati negativamente senza apprezzare e vivere il momento. Le emozioni negative (che a volte possono diventare positive) sono una costante nella vita di tutti i gironi. La vita va vissuta momento per momento per riuscire a ad apprezza anche le piccole cose che ti fanno grande la vita.

Libertà interiore

Chi è libero spesso viene invidiato, addirittura odiato, a causa della sua libertà.

Ho considerato il termine libertà non solo come libertà di azioni ma anche come libertà interiore, si può essere liberi con la mente anche se si è imprigionati col corpo. Questa frase un po’ mi rispecchia, io mi sento libera quando sono immersa nella lettura e nella scrittura che mi portano a guardare la vita con occhi diversi, che mi portano ad osservare la vita in modo più consapevole e riflessivo. Questo spesso non è apprezzato dalla società attuale, che cerca di omologarci.

Il valore dei ricordi

“A volte” proseguì, “è bello guardare il posto in cui sei stato. Ricordare quello che hai fatto. A volte è bello guardarsi indietro.”

I ricordi sono il patrimonio più prezioso che una persona possa avere. Non bisogna vivere solo di ricordi ma averne è importante. Ci consentono di far tesoro delle esperienze, negative o positive che siano, è il nostro bagaglio culturale. Noi siamo quello che siamo anche in base al nostro vissuto e quindi ai nostri ricordi.