Concetti Chiave
- Lucrezio, epicureo, sostiene la necessità di vivere nell'apatia per evitare le passioni e raggiungere la felicità attraverso il piacere stabile e l'assenza di dolore (ataraxia).
- La fisica epicurea, influenzata dal materialismo di Democrito, descrive un universo eterno e infinito, costituito da atomi in costante movimento, con il clinamen che introduce il libero arbitrio.
- Il poema "De Rerum Natura" di Lucrezio, composto di sei libri, dedica i primi due alla fisica, criticando la superstizione e promuovendo le idee di Epicuro contro le false religioni.
- Nei libri 3 e 4, Lucrezio esplora l'antropologia, criticando le passioni amorose che conducono a dipendenza e tormento, distinguendo tra piacere naturale e passioni illusorie.
- Gli ultimi due libri del poema trattano la cosmologia e la meteorologia, spiegando il cosmo dal caos e descrivendo fenomeni naturali che provocano paura superstiziosa, con un riferimento alla peste di Atene.
De Rerum Natura
È un poema didascalico composto di 6 libri e diviso in 3 coppie chiamate diadi: in ciascuna diade i libri dispari contengono le premesse teoriche per la comprensione dei fenomeni che vengono trattati nei libri pari. Quest'opera è dedicata a Caio Memmio, oratore amante della letteratura greca.
I primi 2 libri sono dedicati alla fisica e il primo si apre con l'inno a Venere affinché possa aiutare Lucrezio ad esporre la dottrina e blandisca Marte fermando le atrocità della guerra (allude ai conflitti interni di Roma). Il poeta, rivolgendosi a Memmio, fa capire che non sono le critiche mosse da Epicuro alla superstizione (o religio) ad essere empie, quanto empi e scellerati sono i riti tradizionali che una falsa religione ha imposto agli uomini. Famoso è l'episodio di Ifigenia che doveva essere immolata per far partire la flotta greca ferma in Aulide poiché Agamennone aveva ucciso la cerva sacra a Diana e per questo al posto di Ifigenia - che era stata portata sulla terra dei Tauri dove era diventata sacerdotessa di Artemide - viene immolata una cerva.
I libri 3 e 4 sono dedicati all'antropologia dove Lucrezio condanna le passioni amorose che generano nell'uomo dipendenza e tormento per l'ansia di unirsi all'altro. Per questo la libido, cioè il sesso, è piacere naturale e necessario e la cupido, cioè la passione, è condannata perché illusoria. E con l'innamoramento infatti subentrano l'amarezza, l'ulcera, la smania rabbiosa e l'angoscia straziante.
Gli ultimi 2 libri sono dedicati alla cosmologia: Lucrezio afferma che il cosmo è nato dal caos. Il libro 6 esalta la gloria di Atene come patria dell'agricoltura, delle leggi e di Epicuro che ha reso gli uomini liberi grazie alla libertà. Tema di questo libro è la meteorologia, ossia la spiegazione dei fenomeni naturali, che per il loro aspetto minaccioso provocano nell'uomo una superstiziosa paura. Infine in questo libro vi è la descrizione della peste di Atene e Lucrezio si ispira a Tucidide.
Domande da interrogazione
- Qual è l'obiettivo principale della morale epicurea secondo Lucrezio?
- Come Lucrezio interpreta la fisica epicurea e il concetto di clinamen?
- Qual è la struttura del poema "De Rerum Natura" e a chi è dedicato?
- Quali temi vengono trattati nei libri 3 e 4 del poema?
L'obiettivo principale della morale epicurea è la ricerca della felicità, che consiste nel piacere stabile (o catastematico), equivalente all'assenza di dolore (ataraxia), e diverso dal piacere in movimento (o cinetico) che crea passioni.
Lucrezio riprende i principi del materialismo di Democrito, affermando che l'universo è eterno e infinito, e che la materia è trasformata da atomi. Introduce il concetto di clinamen, una deviazione casuale degli atomi che garantisce il libero arbitrio, liberando la volontà umana dal determinismo.
"De Rerum Natura" è un poema didascalico composto di 6 libri, diviso in 3 coppie chiamate diadi. I libri dispari contengono le premesse teoriche, mentre i pari trattano i fenomeni. L'opera è dedicata a Caio Memmio, un oratore amante della letteratura greca.
Nei libri 3 e 4, Lucrezio si concentra sull'antropologia, condannando le passioni amorose che generano dipendenza e tormento. Sostiene che la libido è un piacere naturale e necessario, mentre la cupido è condannata perché illusoria, portando amarezza e angoscia.