Concetti Chiave
- Siddharta, noto come Buddha, raggiunse l'illuminazione dopo sette anni di vita ascetica, fondando il buddismo.
- Il buddismo si basa sul Discorso di Benares, che identifica la sofferenza come intrinseca all'esistenza e suggerisce "l'ottuplice sentiero" per raggiungere il Nirvana.
- A differenza di altre filosofie ascetiche, il buddismo propone una via mediana tra il piacere e l'austerità.
- Il buddismo si diffuse rapidamente in tutta l'India e oltre, influenzando l'arte e la filosofia in molte regioni orientali.
- Nonostante il suo successo iniziale, il buddismo declinò in India a partire dall'VIII secolo, soppiantato dalla religione brahminica.
Siddharta e il buddismo
L'illuminazione di Siddharta
Siddharta (560-480 a.C.) all’età di ventinove anni abbandonò la famiglia e la casa per dedicarsi alla vita dell’asceta mendicante; secondo la tradizione, dopo sette anni, mentre meditava all’ombra di un albero, ebbe un’illuminazione, ovvero Buddha, che significa“l’illuminato”.
Il discorso di Benares
I canoni del buddismo sono contenuti nel dicorso che Siddharta tenne a cinque asceti suoi primi discepoli: si tratta del cosiddetto Discorso di Benares, dal nome della città sacra dove fu pronunciato. Il buddhismo si ispirava all’antica tradizione indiana (vedica) che vedeva l’esistenza in una luce decisamente negativa: “ Nascere è soffrire, essere ammalato è soffrire, avere contatto con ciò che non si ama è soffrire, separarsi da ciò che si ama è soffrire: in breve, tutta l’esistenza corporale è sofferenza: ”La causa di questa universale sofferenza è ciò che Buddha chiamava “la sete di rinascita” connaturata alla anime: un desiderio che le tormenta e le costringe a cercare sempre nuove rinascite nel ciclo dell’esistenza. Come fare per interrompere questo tormento? A differenza del jainismo e delle altre filosofie ascetiche, il buddismo non suggerisce di compiere una vita di totale mortificazione, ma piuttosto di seguire una via mediana: astenersi da una vita ignobile dedita alle passioni e agli istinti, ma anche da un’esistenza penosa, di rinunce e di ascesi. Il Buddha indica, come alternativa, “l’ottuplice sentiero”: retta azione, retta vita, retta parola, retta fede, retta decisione, retto ricordo, retta concentrazione, retto sforzo. L’insieme di questi comportamenti condurrà all’eliminazione del dolore dalla vita e quindi al Nirvana, ossia all’eterna pace.
La diffusione del buddismo
Il buddismo si affermò largamente in India e per qualche tempo divenne anche la religione della dinastia regale (per esempio con Ashoka); centinaia di migliaia di monaci popolavano i monasteri in tutta la penisola indiana. In seguito, si diffuse oltre i confini dell’India per opera di monaci vaganti e mise radici in tutto l’Oriente: dal Tibet a Ceylon, sino in Cina e in Giappone. Esso costituì in definitiva un sistema di pensiero internazionale che contribuì a dare un volto unitario ad alcuni aspetti dell’arte e della filosofia orientali.
Tuttavia, proprio la patria del buddismo fu la prima a rigettarlo: la religione brahminica, infatti, a partire dall’VIII secolo d.C. tornò ad affermarsi tra le masse popolari, segnando un rapido declino della diffusione del buddismo.
Domande da interrogazione
- Chi era Siddharta e quale fu la sua illuminazione?
- Qual è il nucleo centrale del buddismo secondo il Discorso di Benares?
- Come si è diffuso il buddismo e quale fu il suo destino in India?
Siddharta, vissuto tra il 560 e il 480 a.C., abbandonò la sua famiglia per diventare un asceta mendicante. Dopo sette anni di meditazione, raggiunse l'illuminazione, diventando Buddha, "l'illuminato".
Il buddismo, secondo il Discorso di Benares, vede l'esistenza come sofferenza causata dalla "sete di rinascita". La soluzione proposta è l'ottuplice sentiero, che conduce al Nirvana, l'eterna pace.
Il buddismo si diffuse ampiamente in India e oltre, grazie ai monaci vaganti, influenzando l'arte e la filosofia orientali. Tuttavia, in India, fu gradualmente soppiantato dalla religione brahminica a partire dall'VIII secolo d.C.