Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Il sonetto "A se stesso" di Foscolo, scritto nel 1800, riflette sulla delusione amorosa e sull'eternità, con allusioni all'amore sfortunato per Isabella Roncioni.
  • Foscolo personifica il secolo XVIII, utilizzando una metafora rapida che suggerisce il passare del tempo e la sua inevitabile fine.
  • Il tema della vita come passione e riflessione è centrale, con l'invito a vivere più degnamente dedicandosi a studi eruditi per lasciare un esempio positivo ai posteri.
  • Nelle terzine, il poeta descrive la sua condizione esistenziale tragica, evidenziando l'essere orfano, amante disperato, e senza patria, accentuando una bruttezza precoce.
  • La chiusura del sonetto rimarca la brevità della vita rispetto alla durata dell'arte, con l'aspirazione che i versi liberi diano fama, ispirandosi a Vittorio Alfieri.

Indice

  1. Il contesto storico e personale
  2. Riflessioni sulla vita e l'arte
  3. La condizione esistenziale del poeta

Il contesto storico e personale

Il sonetto è stato scritto nel 1800, come possiamo desumere dal primo verso e dall’espressione « disperato amante » del v.9 che fa allusione all’amore sventurato per Isabella Roncioni che nel gennaio 1801 andò promessa sposa a un altro. Il poeta inizia il componimento, ponendosi una domanda Che cosa stai facendo, Perché stai indugiando? E continua con una constatazione. Il secolo (il Settecento) sta lasciando dietro di sé l’ultima orma [cioè volge al termine], esso sta precipitando laddove non esistono più le leggi del tempo [si tratta dell’eternità] e porta con sé dentro la notte i quattro tuoi lustri [il poeta nel 1800 aveva 20 anni] e li avvolge in una fascia di freddo [di morte].

Riflessioni sulla vita e l'arte

La vita finora vissuta da poeta non è stata tale da risplendere per fama e per guadagnarsi l’immortalità per cui essa è paragonabile alla morte. La personificazione del secolo rientra nel gusto del tempo. Basti pensare al Manzoni che, a proposito dei due secoli – XVIII e XIX - scrive nel Cinque maggio: “L’un contro l’altro armato” e per il Parini il secolo, paragonato a un carro, scendeva a incontrar le tenebre. Veramente anche il verbo “precipita” adoperato dal Foscolo suggerisce l’idea delle ruote del tempo, ma la metafora è più rapida e meno ricercata. Nella quartina seguente, si ritrova un motivo frequente negli scritti del Foscolo: la vita vista come passione e come pensiero, riflessione e saggezza.

Infatti, se vivere è commettere errori, lasciarsi prendere dall’ira o dall’accoramento assiduo e struggente (= ambascia) allora il poeta ha vissuto anche troppo. Per questo, ora è meglio vivere più degnamente e dedicarsi a studi eruditi per lasciare un esempio da imitare a chi verrà dopo di lui (a chi diratti antico).

La condizione esistenziale del poeta

Nelle due terzine, il poeta si sofferma a dipingere un quadro della sua tragica situazione esistenziale. Egli si definisce, innanzitutto, figlio orfano di padre e costretto a vivere lontano dalla madre, nonché amante disperato [per i suoi amori con Isabella Roncioni] e in più senza patria [Questo è un chiaro riferimento alla vendita di Venezia – patria adottiva di Foscolo - all’Austria da parte di Napoleone a seguito del trattato di Campo formio del 1796]. Lo stesso sentimento di disperazione è presente in Jacopo Ortis nella lettera Da’ colli Euganei, 11 ottobre 1797. Inoltre, egli si definisce duro con tutti e anche con se stesso, giovane di età, ma dall’aspetto rugoso. In questa precisazione, c’è l’accentuazione estetica di una bruttezza precoce, mentre nell’autoritratto si nota una maggiore idealità e quasi un compiacimento sereno di alcuni particolari simili. L’ultima terzina riprende la domanda iniziale con l’aggiunta della considerazione che la vita è breve mentre l’arte ha una lunga durata e con l’augurio che a colui a cui non è concesso di compiere alte cose, che almeno i liberi versi procurino la fama. Anche questo concetto si ispira a Vittorio Alfieri in cui prevaleva il sentimento che lo scrittore di alte cose fosse superiore al grande uomo di azione.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contesto storico e personale del sonetto?
  2. Il sonetto è stato scritto nel 1800 e riflette l'amore sventurato del poeta per Isabella Roncioni, promessa sposa a un altro nel gennaio 1801. Il poeta si interroga sul passare del tempo e sulla sua giovinezza avvolta dalla morte.

  3. Come viene rappresentata la vita e l'arte nel sonetto?
  4. La vita del poeta è vista come priva di fama e immortalità, paragonabile alla morte. La vita è descritta come passione, riflessione e saggezza, e il poeta desidera vivere più degnamente per lasciare un esempio ai posteri.

  5. Qual è la condizione esistenziale del poeta descritta nel sonetto?
  6. Il poeta si descrive come orfano di padre, lontano dalla madre, amante disperato e senza patria, riflettendo la sua situazione tragica e il sentimento di disperazione presente anche in altre sue opere.

  7. Quali sono le riflessioni del poeta sulla brevità della vita e la durata dell'arte?
  8. Il poeta riflette sulla brevità della vita rispetto alla lunga durata dell'arte, augurandosi che i suoi versi liberi possano procurargli fama, ispirandosi al concetto di Vittorio Alfieri sulla superiorità dello scrittore di alte cose.

  9. In che modo il poeta esprime la sua estetica personale nel sonetto?
  10. Il poeta si descrive come giovane ma dall'aspetto rugoso, accentuando una bruttezza precoce, mentre nell'autoritratto si nota una maggiore idealità e un compiacimento sereno di particolari simili.

Domande e risposte

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