Concetti Chiave
- Ugo Foscolo visse una vita avventurosa e inquieta, cercando sempre una pace interiore mai raggiunta, caratterizzata da un temperamento passionale e iracondo.
- Nato a Zante nel 1778, la sua infanzia fu segnata dalla povertà e dalla morte del padre, che lo portò a Venezia con la madre e a confrontarsi con diverse culture e lingue.
- Si appassionò alla politica giacobina e credette inizialmente nell'indipendenza italiana con l'arrivo di Napoleone, ma fu profondamente deluso dal Trattato di Campoformio.
- Foscolo esplorò il teatro e la poesia, pubblicando opere come "Ortis" e "Dei sepolcri", e conobbe personalità come Parini e Vincenzo Monti, mentre si cimentava in cariche pubbliche.
- Visse gli ultimi anni in esilio in Inghilterra, traducendo opere per mantenersi, accumulando debiti, e morì in miseria nel 1827, lasciando una figlia avuta con una donna inglese.
Indice
Una vita avventurosa e inquieta
Ebbe una vita avventurosa, inquieta anche a livello psicologico. Era sempre alla ricerca di una pace interiore che non trova. Carattere focoso e iracondo, non si fece amare molto. Dimostrò questo suo temperamento anche nelle relazioni con le donne, ne ebbe molte. Era molto istintivo. Ascoltava spesso il cuore davanti alle sue passioni. Non era molto illuminista. Si formò comunque in questo ambito.
Infanzia e formazione a Zante
Nacque nel 1778 a Zante, isola greca che era possedimento della Repubblica di Venezia. Le tradizioni erano comunque greche. Il padre era medico a Zante e si sposò con una donna greca. Trascorse la prima infanzia a Zante. Si spostarono poi a Spalato a causa del lavoro del padre. Quando aveva dieci anni il padre morì, lasciando la famiglia in difficoltà economiche. Fin da piccolo visse nella povertà. Però, non si vergognò mai di essere povero, in quanto lo vedeva come un motivo d’orgoglio, si vedeva come una persona che aveva sempre lottato per mandare avanti la famiglia, uomo forte che lottava sempre. Tornò a Venezia con la madre. Foscolo si confrontò con ambienti diversi e difficoltà linguistiche, in quanto non conosceva bene l’italiano. Iniziò così a studiare greco e latino, approfondendo il greco e migliorando l’italiano. Aveva molti interessi politici. Si fece coinvolgere dalle passioni giacobine. Non si distaccò mai dalla politica, sentì in profondità gli ideali politici dell’epoca.
Delusioni politiche e peregrinazioni
Si illuse molto di una futura indipendenza italiana con l’arrivo di Napoleone. Ebbe una profonda delusione. Provò molta rabbia dopo il Trattato di Campoformio, al quale reagì chiudendosi in se stesso. Iniziò le sue peregrinazioni all’interno dell’Italia. Quando era deluso tendeva a chiudersi in se stesso. Si cimentò nel teatro, componendo tragedie. Ricalcò il titanismo di Alfieri. Compose “Tieste”, una tragedia di stampo alfieriano. Venezia non era però pronta a queste novità, quindi Foscolo venne visto come una testa calda. A Milano incontrò diverse personalità importanti. Conobbe Parini e Vincenzo Monti. Con alcuni diventò amico.
Carriera accademica e difficoltà economiche
Si arruolò nella Guardia Nazionale. Voleva fare qualcosa di concreto e mettersi in gioco attivamente. Ricoprì cariche pubbliche, come spesso fecero i letterati dell’epoca, cercando di dare un contributo alla società. Ottenne la cattedra all’Università di Pavia, ma non durò molto. Infatti, venne soppressa dal governo. Aumentò così la sua delusione nei confronti del governo. Iniziò a contrarre debiti, trascorrendo una vita difficile a livello affettivo. L’Ortis uscì incompleto nel 1799. Nel 1806 lo pubblicò completo e migliorato stilisticamente. Nel 1803 uscì una raccolta di poesie. Incontrò Ippolito Pindemonte. Compose “Dei sepolcri” in seguito ad una conoscenza tecnica e specifica delle tombe.
Esilio e ultimi anni in Inghilterra
Quando Napoleone iniziò a perdere, la sua sofferenza aumentò e raggiunse l’apice, molte speranze si spensero. Andò così in un esilio definitivo nel 1814, in seguito a queste delusioni cocenti. Andò a vivere in Inghilterra, mantenendosi traducendo opere. Accumulò molti debiti e morì in miseria. Accanto a lui rimase la figlia Mary avuta da una relazione con una donna inglese. Morì nei sobborghi di Londra nel 1827. All’inizio venne seppellito lì e in seguito riportato a Firenze. Fu un uomo sempre in bilico, insoddisfatto, sempre alla ricerca di un’armonia interiore. Non riuscì a trovare la pace, ebbe solo pochi momenti felici e sereni. Visse in un periodo che mise in crisi tanti punti fissi della società. Lui esasperò tutte queste incertezze. Rifece suoi alcuni ideali dell’Illuminismo e li elaborò personalmente. Mise insieme diverse pulsioni dell’epoca nella sua persona, esasperandole.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali caratteristiche della vita di Foscolo?
- Come influenzarono le delusioni politiche la vita di Foscolo?
- Quali furono le difficoltà economiche affrontate da Foscolo durante la sua carriera accademica?
- In che modo Foscolo cercò di contribuire alla società del suo tempo?
- Quali furono le circostanze dell'esilio di Foscolo in Inghilterra?
Foscolo ebbe una vita avventurosa e inquieta, caratterizzata da un costante desiderio di pace interiore che non riuscì mai a trovare. Era noto per il suo carattere focoso e iracondo e per le sue numerose relazioni sentimentali.
Le delusioni politiche, come la mancata indipendenza italiana e il Trattato di Campoformio, portarono Foscolo a chiudersi in se stesso e a intraprendere peregrinazioni in Italia, influenzando profondamente la sua produzione letteraria e il suo stato d'animo.
Foscolo affrontò difficoltà economiche significative, specialmente dopo la soppressione della sua cattedra all'Università di Pavia, che lo portarono a contrarre debiti e a vivere una vita affettivamente difficile.
Foscolo cercò di contribuire alla società arruolandosi nella Guardia Nazionale e ricoprendo cariche pubbliche, come molti letterati dell'epoca, nel tentativo di dare un contributo concreto.
Foscolo andò in esilio definitivo in Inghilterra nel 1814, dopo le delusioni politiche e la caduta di Napoleone. Lì si mantenne traducendo opere, ma accumulò molti debiti e morì in miseria nel 1827.