Concetti Chiave
- Galilei distingue tra le sacre scritture, che spiegano come raggiungere la beatitudine, e la scienza, che descrive il funzionamento del cielo.
- Nonostante la verità delle scritture, Galilei suggerisce che gli interpreti possono sbagliare, specialmente se le interpretano in modo letterale.
- Le scritture, secondo Galilei, devono essere usate per ultime nelle dispute scientifiche, poiché sono soggette all'interpretazione umana.
- La natura è comprensibile attraverso la matematica ed è una diretta emanazione di Dio, senza il filtro interpretativo delle scritture.
- Galilei sostiene che le esperienze sensoriali e gli esperimenti scientifici non devono essere contraddetti dalle scritture, essendo la natura un'espressione diretta delle leggi divine.
Indice
Galilei e le Sacre Scritture
Nella lettera a Benedetto Castelli, facente parte delle 4 lettere copernicane, Galilei cerca di definire i campi di competenza delle sacre scritture e della scienza: ritiene che le sacre scritture debbano limitarsi a spiegare come si va in cielo, come si raggiunge la beatitudine, non devono invece spiegare come funziona il cielo.
Nella parte introduttiva Galilei espone gli argomenti di cui tratterà nella lettera: se sia opportuno utilizzare i testi sacri nelle dispute di natura scientifica, tratta inoltre del passo, tratto dalla Bibbia, in cui Giosuè prega il sole di fermarsi. Codesto passo fu utilizzato da molti con ostinazione, come da Cristina di Lorena, come argomento contro l'eliocentrismo.
Strategia di Galilei
Galilei afferma che senza alcun dubbio Cristina di Lorena ha ragione in merito al fatto che le sacre scritture dicano sempre la verità. Utilizza una strategia molto efficace perchè si mette nell'ottica di coloro che hanno una visione diversa dalla sua, se invece avesse attaccato fin dall'inizio le loro posizioni avrebbe sicuramente fallito.
Interpretazione della Bibbia
Sebbene la Bibbia non può (Galilei utilizza un indicativo, nonostante sia più corretto il congiuntivo, perché l'indicativo è il modo della certezza, dei dati di fatto) sbagliare, egli aggiungerebbe che qualcuno degli interpreti potrebbe tuttavia talvolta errare. Galilei inizia la confutazione delle posizioni degli ecclesiastici, e non solo, in merito al rapporto scienza-sacre scritture. Galilei intende dire che la Bibbia è un dogma, ma talvolta gli esegeti potrebbero interpretarla in maniera non conforme a ciò che Dio desidera; lascia quindi intaccate le sacre scritture ma ora vi sono due livelli: la sacre scritture sono un dogma e corrispondono alla verità, ma gli interpreti talvolta, se interpretano la Bibbia in maniera letterale, possono sbagliare. Galilei si sta muovendo in un campo minato, cerca quindi di far valere la sua opinione senza negare in maniera assoluta l'opinione altrui. Probabilmente queste affermazioni non sono semplicemente una strategia argomentativa, ma potrebbero essere state realmente pensate da Galilei in quanto credente. L'errore, come già affermato, potrebbe consistere nell'interpretazione letterale della Bibbia, che porterebbe anche a blasfemie per esempio sostenere che Dio possieda le mani perchè nella Bibbia c'è scritto che ha modellato la Terra. Galilei spiega che il pensiero divino è stato semplificato nella Bibbia in modo che sia comprensibile anche al volgo. Il volgo può quindi servirsi di parabole, ma gli esegeti devono essere in grado di capire il significato allegorico delle scritture così che possano spiegarle ai meno abili.
Natura e Sacre Scritture
Assodato questo concetto, le sacre scritture devono essere utilizzate per ultime in merito a dispute sulla natura. Dio, concepito da Galilei come il verbo e quindi la parola, da origine sia alle sacre scritture che alla natura, ne deriva che entrambe derivano ugualmente da Dio. Le scritture sono una dettatura dello spirito santo, ma, come già dimostrato, sono soggette a un filtro: gli interpreti, che possono errare non riuscendo a condurre gli uomini dal senso letterale, a quello allegorico. La natura è invece un'ubbidientissima esecutrice degli ordini divini, è diretta emanazione di Dio, non presenta alcun filtro perchè Dio non ha preoccupazione di farla intendere agli uomini. Galilei afferma che la natura sia comprensibile all'uomo se quest'ultimo dispone del metodo e degli strumenti adatti.
Comprensione della Natura
La natura è scritta in caratteri matematici, per essere in grado di leggerla bisogna conoscere il linguaggio in cui è scritta. Si può paragonarla alle scritture antiche, che prima di decifrarle, non le conosciamo ma hanno comunque un senso. La natura, quindi, al contrario delle sacre scritture, non è semplificata: Dio non è preoccupato che gli uomini non capiscano il suo meccanismo. Galilei comprendendo la natura non sta andando contro Dio, ma va verso Dio perchè la natura mai si discosta dalle sue leggi. Quindi quello che la natura ci mette davanti agli occhi per mezzo delle sensate esperienze non deve mai essere messo in dubbio da passi delle sacre scritture che sembrano affermare il contrario poichè le parole non hanno un vincolo così stretto con Dio, come è quello della natura. Sensate esperienze significa le informazioni che recepisco per mezzo dei sensi, dalle quali si formula delle ipotesi che vanno verificate con esperimenti, che devono condurre alle necessarie dimostrazioni. La teorie scientifiche sono vere fino a prova contrario, si oppongo quindi alla fissità dei dogmi.
Domande da interrogazione
- Qual è la posizione di Galilei riguardo all'uso delle sacre scritture nelle dispute scientifiche?
- Come Galilei affronta le interpretazioni letterali della Bibbia?
- Qual è la relazione tra natura e sacre scritture secondo Galilei?
- In che modo Galilei descrive la comprensione della natura?
- Come Galilei vede il rapporto tra scienza e religione?
Galilei ritiene che le sacre scritture debbano limitarsi a spiegare come si va in cielo e non come funziona il cielo, suggerendo che non dovrebbero essere utilizzate nelle dispute scientifiche.
Galilei sostiene che la Bibbia è un dogma e corrisponde alla verità, ma gli interpreti possono sbagliare se la interpretano letteralmente, portando a errori e blasfemie.
Galilei afferma che sia la natura che le sacre scritture derivano da Dio, ma la natura è un'ubbidientissima esecutrice degli ordini divini senza filtri, mentre le scritture sono soggette all'interpretazione umana.
Galilei descrive la natura come scritta in caratteri matematici, comprensibile all'uomo con il metodo e gli strumenti adatti, e non semplificata come le sacre scritture.
Galilei vede la comprensione della natura come un avvicinamento a Dio, poiché la natura segue sempre le leggi divine, e le teorie scientifiche devono essere verificate con esperimenti, opponendosi alla fissità dei dogmi.