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Dal 1945 non si ha solo la trasformazione della società italiana, ma anche della letteratura: gli scrittori italiani raccontano gli orrori della guerra ma anche le speranze della gente comune.
Nasce il neorealismo tra il 1945 e 1955.
Si definiscono neorealisti gli autori che raccontano vicende relative alla guerra, i cui protagonisti sono operai e contadini.
I loro obiettivo è testimoniare il coraggio della lotta partigiana contro la violenza fascista ma anche denunciare i problemi sociali della nuova Italia per accelerarne il processo di trasformazione ciò che conta non sono tanto le vicende, bensì i pensieri dei personaggi.
Gli scrittori utilizzano un linguaggio non letterario vicino al parlato, come nei “Racconti romani” di Alberto Moravia.
IL neorealismo si conclude verso la metà degli anni cinquanta in Italia esplode il cosiddetto boom economico”durante il quale si verificò un rapidissimo sviluppo dell’economia e della società.
Alcuni scrittori avvertono l’esigenza di raccontare questo benessere economico, altri scelgono di conservare la memoria del passato narrando le vicende private di personaggi come nella Storia di Elsa Morante;altri, infine, raccontano i problemi del presente, come Leonardo Sciascia.
Altri scrittori italiani scelgono però il genere fantastico già diffuso in altri paesi europei e basato soprattutto sulla presenza soprannaturali (maghi e streghe) che intervenivano nella vita reale.
Tra i principali esponenti del neorealismo ci sono: Alberto Moravia e Elsa Morante.
Alberto Moravia nasce a Roma nel 1907 da una famiglia borghese, di origine ebrea, si appassiona alla letteratura italiana e straniera fin da piccolo. Egli soffre di tubercolosi all’ età di nove anni infatti questa malattia gli impedisce di frequentare la scuola con regolarità.
Egli scrive “Gli indifferenti”il suo primo romanzo con un linguaggio semplice, narrando la storia di una famiglia benestante ormai in rovina, composta da madre e due figli .Leo si finge innamorato di Mariagrazia, la madre dei due ragazzi, solo per sottrarle la villa. Carlotta la figlia di Mariagrazia, intreccia una relazione con Leo. Lisa, amica di Mariagrazia, invece si innamora di Michele il fratello di Carlotta , che però non prova gli stessi sentimenti.
Dopo il successo “ Gli indifferenti”nel 1929 inizia ascrivere numerose riviste letterarie. Nel 1941 viene censurato ed è costretto a vivere a Capri con sua moglie Elsa Morante.
Dopo la sconfitta del fascismo torna a Roma e riprende la sua attività di scrittore e vincendo anche il Premio Strega nel 1952. Poi si dedica al teatro con la sua nuova compagna Dacia Maraini.
Muore a Roma nel 1990.
Le raccolte “Racconti Romani” e “Nuovi Racconti Romani” sono novelle ambientate a Roma subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. I protagonisti sono popolani per lo più disoccupati .Egli scrive con un linguaggio semplice e spoglio, con qualche espressione dialettale.
Elsa Morante nasce a Roma nel 1912 e trascorre l’infanzia in condizioni di povertà. Finiti gli studi liceali è costretta ad abbandonare la facoltà di lettere per motivi economici.
Giovanissima inizia a scriver filastrocche e favole per bambini. Nel 1941 si sposa con lo scrittore Alberto Moravia con il quale lascia Roma.
Nel 1974 scrive “La Storia” che narra la storia di Ida, maestra e madre di due ragazzi: Minetto, un adolescente violento e Useppe nata dal rapporto con un soldato tedesco. Da questo romanzo viene tratto uno sceneggiato televisivo e raggiunge il successo internazionale.
In seguito a una malattia nel 1983 tentò il suicidio. Muore a Roma nel 1985. I protagonisti delle sue storie sono spesso bambini o adolescenti e il tema principale e l’innocenza dell’infanzia considerata l’unica fase autentica della vita.
Ella usa un linguaggio raffinato e complesso e ricco di immagini eccetto nel romanzo “La Storia” l’autrice sperimenta un linguaggio semplice e più accessibile a un pubblico più ampio.
Nel 1957 pubblica il romanzo “L’isola di Arturo” che vince il Premio Strega. Questo viene considerato un romanzo di formazione perché racconta il passaggio dell’ infanzia all’ età adulta del protagonista e tutto appare immerso in un atmosfera fiabesca.
Il Neorealismo, Alberto Moravia e Elsa Morante
Gli anni del 2° dopoguerra devono fare i conti con profonde ferite,
ma anche con tanta voglia di ricominciare a vivere e col mondo che
è diviso tra due superpotenze:Unione Sovietica e Stati Uniti.
Dal 1945 non si ha solo la trasformazione della società italiana, ma
anche della letteratura: gli scrittori italiani raccontano gli orrori della
guerra ma anche le speranze della gente comune.
Nasce il neorealismo tra il 1945 e 1955.
Si definiscono neorealisti gli autori che raccontano vicende relative
alla guerra, i cui protagonisti sono operai e contadini.
I loro obiettivo è testimoniare il coraggio della lotta partigiana
contro la violenza fascista ma anche denunciare i problemi sociali
della nuova Italia per accelerarne il processo di trasformazione ciò
che conta non sono tanto le vicende, bensì i pensieri dei
personaggi.
Gli scrittori utilizzano un linguaggio non letterario vicino al parlato,
come nei “Racconti romani” di Alberto Moravia.
IL neorealismo si conclude verso la metà degli anni cinquanta in
Italia esplode il cosiddetto boom economico”durante il quale si
verificò un rapidissimo sviluppo dell’economia e della società.
Alcuni scrittori avvertono l’esigenza di raccontare questo benessere
economico, altri scelgono di conservare la memoria del passato
narrando le vicende private di personaggi come nella Storia di Elsa
Morante;altri, infine, raccontano i problemi del presente, come
Leonardo Sciascia.
Altri scrittori italiani scelgono però il genere fantastico già diffuso in
altri paesi europei e basato soprattutto sulla presenza
soprannaturali (maghi e streghe) che intervenivano nella vita reale.
Tra i principali esponenti del neorealismo ci sono: Alberto Moravia e
Elsa Morante.