Concetti Chiave
- Pirandello esplora temi come il rapporto tra "vita" e "forma", l'essere e l'apparire, e l'incomunicabilità fra individui, utilizzando un linguaggio semplice per raggiungere un pubblico ampio.
- Il saggio "L'umorismo" di Pirandello distingue tra comico e umorismo, dove il primo nasce dal contrasto tra apparenza e realtà, mentre il secondo deriva da una riflessione profonda che può suscitare compassione.
- La tecnica narrativa di Pirandello è innovativa con trame non lineari e situazioni apparentemente assurde, con personaggi che riflettono costantemente sulla condizione esistenziale.
- Nel teatro di Pirandello, il contrasto tra realtà e apparenza è centrale, evidenziato nelle opere metateatrali che criticano la società borghese e trattano la vita come una finzione.
- Le "maschere nude" in Pirandello rappresentano personaggi consapevoli dell'illusorietà della realtà, osservandola con ironia e amarezza, sottolineando la visione della vita come una recita.
Indice
Tematiche ricorrenti nell'opera di Pirandello
Pirandello ha affrontato generi letterari diversi: ha scritto poesie, romanzi, novelle, opere teatrali, saggi. Nonostante questa grande varietà, all’interno, possiamo ritrovare alcune tematiche comuni:
• concetto del rapporto fra “vita” e “forma”
• contrasto fra “l’essere” e “l’apparire (= fra quello che si è e quello che vogliamo apparire agli altri)
• problema dell’incomunicabilità fra gli individui
Il linguaggio adoperato e semplice, per volontà dello scrittore stesso con lo scopo di raggiungere il numero più esteso di lettori.
Inoltre, le vicende, i personaggi e le idee passano da un testo all’altro anche se il genere letterario è diverso. Questa trasposizione è frequente soprattutto nelle novelle.
Fasi della produzione letteraria di Pirandello
Nella sua produzione letteraria si possono individuare tre fasi
• 1893-1915: Pirandello si dedica alla narrativa e al romanzo ed applica la sua poetica dell’umorismo
• 1916-1925: Pirandello si dedica soprattutto alla composizione di opere teatrali
• 1928-1936: ancora novelle e opere teatrali. In esse cerca soprattutto di studiare le zone più oscure dell’animo umano con l’aiuto della psicologia e rifacendosi a Freud.
Teoria poetica e umorismo secondo Pirandello
Pirandello espone la sua teoria poetica, che applicherà nelle Novelle, nel saggio L’umorismo, scritto nel 1908.
Per Pirandello, lo scopo del’opera d’arte non è quello di descrivere dei personaggi o raccontare delle vicende in modo coerente e lineare. L’opera d’arte deve rappresentare l’aspetto contraddittorio della vita umana: l’uomo vive in una situazione di estremo disagio e di disorientamento per cui, lo scrittore deve riproporre nelle sue opere tale situazione e denunciare quanto le convenzioni sociali siano false. L’esistenza dell’uomo si basa sull’autoinganno e questo deve essere smascherato dall’artista. Quindi, per Pirandello, l’artista deve soffermarsi a descrivere il comportamento paradossale dei personaggi cioè quel comportamento apparente o reale, in contrasto con il comune modo di pensare o con le più elementari norme del buon senso, e quindi inaccettabile sul piano logico, pratico, morale.
Differenza tra comico e umorismo
Nel saggio L’umorismo, Pirandello distingue il comico dall’umorismo.
Il comico nasce dal contrasto fra l’apparenza e la realtà e Pirandello fa un esempio. «Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di qual orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d’abiti giovanili. Mi metto a ridere. “Avverto” che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una rispettabile signora dovrebbe essere”. Se ci soffermiamo soltanto ad osservarla, senza riflettere tanto, avvertiamo il contrario di quello che la donna dovrebbe essere e da qui nasce il comico.
Invece l’umorismo nasce da una riflessione più profonda della situazione: infatti se riflettiamo, magari arriviamo a capire che la vecchia signora si veste in questo modo e nasconde i capelli bianchi perché forse ne soffre e pensa di poter così nascondere (con l’inganno) l’età, le rughe o forse cerca, così, di poter ancora piacere al marito. A questo punto non si ha più l’avvertimento del contrario (da cui nasce il comico), ma si ha l’umorismo.
Quindi il comico fa nascere la risata perché ci mostra una situazione totalmente contraria rispetto a quella che dovrebbe essere; invece, l’umorismo nasce da una riflessione più profonda che può arrivare anche alla compassione per le debolezze umane; per cui, non ci fermiamo più alle apparenze, ma si va oltre, più in profondità, ed invece di ridere tutt’al più si sorride.
Innovazione narrativa e personaggi inetti
Anche sul piano della forma e delle strutture la tecnica narrativa di Pirandello è innovativa.
La trama delle sue novelle non è lineare e sembra mancare di coeremza. Infatti, vengono descritti fatti che sembrano senza significati oppure in contrasto con il comune modo di pensare, assurdi o senza senso.
I personaggi hanno un carattere molto debole, sono incapaci di svolgere i compiti che sono stati assegnati loro (= inetti); essi sono anche tormentati da mille dubbi; in continuazione, riflettono sulla condizione esistenziale e non realizzano nulla di concreto. Nelle novelle, di solito si parte da una situazione inspiegabile che suscita il riso (avvertimento del contrario), ma poi, proseguendo nella lettura, lo scrittore ne ricerca le cause fino a suscitare nel lettore sorriso (umorismo) e a volte compassione.
Teatro e critica sociale di Pirandello
Il contrasto fra “vita” e “forma” e fra la realtà e l’apparenza caratterizzano anche le opere teatrali. Bisogna ricordare che per Pirandello i rapporti interpersonali non sono mai autentici e tutta la vita non è altro che una recita e quindi una finzione. Nel teatro, Pirandello assume una posizione polemica contro la società borghese aspetto che si accentui nelle opere “metateatrali”, cioè in quelle opere in cui l’opera teatrale ha come argomento i caratteri della pratica teatrale stessa
Questo è evidente soprattutto nell’opera teatrale Sei personaggio in cerca di autore, in cui gli attori e il regista sono incapaci di portare sulla scena i personaggi, se non collegandoli ad una finzione.
Nell’opera di Pirandello tutte le persone sono ridotte a maschere e i personaggi sono delle “maschere nude” perché
• sono consapevoli del carattere illusorio di ogni certezza che caratterizza la realtà
• osservano la realtà con una certa ironia e anche amarezza come se fossero estranei ad essa
Domande da interrogazione
- Qual è il concetto fondamentale della poetica di Luigi Pirandello?
- Come Pirandello descrive la differenza tra il comico e l'umorismo nel suo saggio L'umorismo?
- Quali sono le tre fasi principali della produzione letteraria di Pirandello e quali generi ha esplorato in ciascuna di esse?
- In che modo la tecnica narrativa di Pirandello si distingue per innovazione?
- Qual è il ruolo delle "maschere nude" nel teatro di Pirandello e come si collega alla sua visione della realtà?
La poetica di Luigi Pirandello si basa sul contrasto tra "vita" e "forma", e tra "l'essere" e "l'apparire", evidenziando il problema dell'incomunicabilità fra gli individui e l'illusione delle convenzioni sociali.
Nel saggio L'umorismo, Pirandello distingue il comico, che nasce dal contrasto fra apparenza e realtà, dall'umorismo, che emerge da una riflessione più profonda sulla condizione umana, spesso generando compassione anziché riso.
La produzione letteraria di Pirandello si divide in tre fasi: dal 1893 al 1915 si dedica alla narrativa e al romanzo con la poetica dell'umorismo; dal 1916 al 1925 compone principalmente opere teatrali; e dal 1928 al 1936 continua con novelle e teatro, esplorando le zone oscure dell'animo umano con riferimenti alla psicologia e a Freud.
La tecnica narrativa di Pirandello è innovativa per la sua trama non lineare e la descrizione di situazioni apparentemente assurde o prive di senso, con personaggi caratterizzati da una profonda riflessione esistenziale e da un senso di inadeguatezza, che spesso suscita nel lettore un misto di riso, sorriso e compassione.
Nel teatro di Pirandello, le "maschere nude" rappresentano personaggi consapevoli dell'illusorietà delle certezze che caratterizzano la realtà, osservandola con ironia e amarezza come se fossero estranei. Questo concetto sottolinea la visione pirandelliana della vita come una recita e una finzione, dove i rapporti interpersonali non sono mai autentici.