Concetti Chiave
- La dignità dell'uomo è il fulcro della visione umanistica, esaltata da Giannozzo Manetti e Giovanni Pico della Mirandola, che vedono l'uomo come la più nobile delle creature e il centro dell'universo.
- Manetti, nel suo "De dignitate et excellentia hominis", confuta il disprezzo medievale del mondo, celebrando l'intelligenza e la capacità creativa dell'uomo.
- Pico della Mirandola, con "De hominis dignitate", sottolinea la libertà umana di autodeterminarsi, elevandosi spiritualmente o degenerando, riprendendo l'idea classica dell'uomo come artefice del proprio destino.
- La filologia, rappresentata da Lorenzo Valla, gioca un ruolo cruciale nel dimostrare la falsità della donazione di Costantino, contribuendo alla consapevolezza storica e alla dignità intellettuale dell'uomo.
- Entrambi gli autori, attraverso le loro opere e vite, incarnano l'impegno umanistico e civile, esaltando il valore dell'individuo e della realtà terrena contro l'ascetismo medievale.
Indice
Fondamenti della dignità umana
Il problema della "dignità dell'uomo” appare come il fondamento della visione umanistica della realtà. Nel Dignità ed eccellenza dell'uomo (De dignitate et excellentia hominis), Giannozzo Manetti confuta Il disprezzo del mondo (De contemptu mundi). Manetti sostiene invece che l'uomo è la più nobile delle creature. Questo, infatti, sa produrre mirabili opere con la sua intelligenza.
Concezione classica dell'uomo
Giovanni Pico della Mirandola, in La dignità dell'uomo (De hominis dignitate) esalta l'uomo come centro dell' l'universo. Egli è libero di plasmare la propria vita, sia degenerando verso gli esseri inferiori sia elevandosi all'altezza degli angeli. Riprende, dunque, la concezione classica dell'uomo artefice del proprio destino.
Filologia e verità storica
Si sviluppò una concezione dell'individuo partecipe della storia. Alla conoscenza del passato contribuiva anche la filologia. Questa è la scienza dell'interpretazione dei testi antichi. Il filologo Lorenzo Valla dimostrò la falsità della donazione di Costantino. Su di essa la Chiesa aveva fondato la legittimità del suo potere politico. Mostrò le incongruenze e gli errori del falsario, privo delle necessarie conoscenze storiche.
La testimonianza della verità, con i rischi che può comportare, diventava un segno della "dignità dell'uomo".
Vita e opere di Manetti
Nacque a Firenze nel 1396 da una ricca famiglia della borghesia mercantile. Ebbe una formazione umanistica e cristiana. Partecipò alla vita politica, esercitando varie cariche cittadine e la funzione di ambasciatore a Genova, Venezia, Roma, Napoli: è perciò il maggiore rappresentante dell'ultima fase dell' Umanesimo civile. Si scontrò con la Signoria medicea, e dovette andare in esilio. Si rifugio prima a Roma, poi a Napoli presso Alfonso I d'Aragona, dove morì nel 1459.
La sua opera riflette i suoi interessi religiosi e l'impegno umanistico e civile. La sua opera più importante è Dignità ed eccellenza dell'uomo (De dignitate et excellentia hominis), di quattro libri, inteso ad esaltare il valore dell'individuo e della realtà terrena contro l’ascetismo medievale.
Giovanni Pico e la filosofia
Giovanni apparteneva alla famiglia dei Pico, conti della Mirandola.
Dopo aver studiato a Bologna, Ferrara e Padova, si trasferisce a Firenze. Qui incontra il Magnifico e il Poliziano e comincia a frequentare l'Accademia platonica di Ficino. Pur interessato alla letteratura, il suo maggiore interesse era di carattere filosofico.
In campo filosofico egli era aperto ad ogni espressione di pensiero: nelle sue Tesi conclusive (Conclusiones) tenta di fondere il pensiero di Platone, di Aristotele, della Scolastica medievale. In La dignità dell'uomo (De hominis dignitate), orazione introduttiva alle tesi, tutti i grandi temi della filosofia umanistica sono ripensati in maniera originale, per cui fu a lungo vista come il manifesto degli ideali del Quattrocento.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema centrale dell'opera "Dignità ed eccellenza dell'uomo" di Giannozzo Manetti?
- Come Giovanni Pico della Mirandola concepisce la dignità dell'uomo?
- Qual è il contributo di Lorenzo Valla alla filologia e alla verità storica?
- Quali furono le principali esperienze di vita di Giannozzo Manetti?
L'opera "Dignità ed eccellenza dell'uomo" di Giannozzo Manetti si concentra sull'esaltazione del valore dell'individuo e della realtà terrena, opponendosi all'ascetismo medievale e sostenendo che l'uomo è la più nobile delle creature grazie alla sua intelligenza.
Giovanni Pico della Mirandola, in "La dignità dell'uomo", esalta l'uomo come centro dell'universo, libero di plasmare la propria vita, sia degenerando verso gli esseri inferiori sia elevandosi all'altezza degli angeli, riprendendo la concezione classica dell'uomo artefice del proprio destino.
Lorenzo Valla, attraverso la filologia, dimostrò la falsità della donazione di Costantino, su cui la Chiesa aveva fondato la legittimità del suo potere politico, evidenziando le incongruenze e gli errori del falsario, e contribuendo così alla conoscenza del passato.
Giannozzo Manetti nacque a Firenze nel 1396, ebbe una formazione umanistica e cristiana, partecipò alla vita politica come ambasciatore in varie città, si scontrò con la Signoria medicea e andò in esilio a Roma e Napoli, dove morì nel 1459.