Fabrizio Del Dongo
Genius
6 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Nel Medioevo, la Chiesa sfruttava il coraggio dei cavalieri per difendere la fede e i valori cristiani, con cavalieri che dovevano obbedienza ai loro signori feudali.
  • Tra il X e XI secolo, la Chiesa si rivolge ai cavalieri per combattere eresie e disordini sociali, enfatizzando il loro ruolo di protettori della Chiesa.
  • La Chiesa cerca di influenzare i cavalieri con doveri morali e rituali religiosi, ma gli storici discutono sull'efficacia di questi sforzi.
  • L'opera "L’Ordene de Chevalerie" illustra il tentativo della Chiesa di infondere i suoi valori nella cavalleria, attraverso simbolismi religiosi nei rituali di investitura.
  • Il mito del Graal evolve nei racconti medievali, rappresentando il calice sacro e simbolizzando la ricerca della salvezza eterna da parte dell'umanità, con la cavalleria come strumento di redenzione.

Indice

  1. Introduzione all’argomento
  2. Evoluzione degli interessi della Chiesa
  3. L’Ordene de Chevalerie
  4. Il mito del Graal

Introduzione all’argomento

Nel Medioevo, il rapporto fra Chiesa e cavalleria era piuttosto complesso e in esso si inserisce anche il mito del santo Graal. Nei secoli XII e XIII, la Chiesa è interessata a servirsi del coraggio e dell’attività dei cavalieri con lo scopo di difendere la fede e i valori cristiani. Innanzitutto essi devono obbedienza assoluta al signore feudale da cui hanno ricevuto l’investitura e in alcuni anche al re o all’imperatore.
Nella lotta fra chiesa e Impero, a seconda della preminenza dell’una o dell’altra parte, anche il ruolo dei cavalieri cambia.
In una prima fase trova applicazione un principio fondamentale: al sovrano è richiesto il compito di difendere la fede, la Chiesa e i deboli. Inizialmente, il principale nemico è costituito dai pagani e dagli invasori esterni e il re è in grado di assolvere facilmente a tale compito.

Evoluzione degli interessi della Chiesa

Tra il X e l’XI secolo la situazione si evolve perché l’ordine pubblico non è più minacciato da invasori esterni, ma da conflitti feudali interni. Assistiamo, così, ad un duplice processo: da un lato la Chiesa si interessa sempre più dei conflitti interni, delle eresie e dei disordini sociali locali e per cui, non si rivolge soltanto al soprano per essere difesa, ma anche ai “milites”, cioè ai signori locali e quindi a tutti i cavalieri dal momento in cui essi sono stati sottoposti alla cerimonia dell’investitura. In tal senso è significativa l’espressione di Adalberone di Laon che nella descrizione dei tre ordini sociali individua fra i compiti dei guerrieri quello di proteggere la Chiesa.
Tra il XII e il XIII secolo, la Chiesa inculca nella coscienza dei cavalieri cristiani l’obbligo non solo di combattere per i loro signori, ma anche la consapevolezza che il loro stato comporta dei doveri morali nei confronti della Chiesa stessa e della società in generale. Inoltra essa fa passare il messaggio che tutti rituali che comporta l’investitura prevedono momenti di benedizione della spada e di preghiera e che il potere che deriva da tale rito, in definitiva ha una matrice religiosa. Gli storici non sono tutti concordi nel affermare che questo sforzo della Chiesa sia arrivato a risultati concreti.

L’Ordene de Chevalerie

Il tentativo della Chiesa di permeare la cavalleria dei propri valori ha lasciato numerose tracce nella letteratura dell’epoca.
Fra tutte le opere, la più significativa è l’Ordene de Chevalerie della metà del XIII secolo. Nell’opera, troviamo esplicitamente diversi principi come tentativi della Chiesa di assoggettare alle proprie esigenze il valore della cavalleria. Il cavaliere Hure de Tabarie viene fatto prigioniero dal Saladino. Gli viene promessa la libertà in cambio dell’insegnamento sul come funzioni la cavalleria. All’inizio, il cavaliere oppone resistenza perché è cristiano, poi alla fine cede. Rivela così, al Saladino il significato cristiano di ogni aspetto della cerimonia dell’investitura con l’indicazione di tutta la simbologia ad essa connessa: la veste rossa, simbolo del sangue che dovrà versare, la veste di lino bianco, simbolo della purezza,, il battesimo come segno di purificazione, i calzari neri che ricordano la terra da cui esso proviene e la spada a doppio taglio che significa la correttezza morale e la lealtà nel proteggere i deboli. Infine termina con l’elencazione dei doveri principali del cavaliere che sono, in definitiva, quelli propri di tutti i cristiani.

Il mito del Graal

Un altro aspetto del problema riguarda il Graal che, per la prima volta, compare nei racconti di Chrétien de Troyes: si tratta del calice che contiene l’ostia consacrata. Nei primi testi di Chrétien de Troyes, l’implicazione religiosa ha ancora un aspetto generico e la sua apparizione è circondata da un alone di mistero. Nel racconto La quête du Graal, il tema subisce un’evoluzione perché il calice diventa il recipiente in cui sarebbe stato raccolto il sangue di Gesù Cristo in croce. La tavola in cui gli apostoli e Gesù si riuniscono nell’ultima cena, annuncia la Tavola rotonda e il Mago Merlino è il figlio del diavolo. Pertanto tutte le avventure dei cavalieri alla ricerca del Graal rappresentano l’umanità alla ricerca della salvezza eterna e che, di conseguenza, partecipano al mistero della Redenzione. Il mondo del Re Artù può essere salvato soltanto dalla cavalleria che riprende la missione ricoperta dagli ebrei della Bibbia, come popolo eletto. Questo popolo si è però perduto lungo la via del peccato e la salvezza può trarre origine soltanto da una cavalleria priva di lussuria. Lancilotto, pur essendo il migliore cavaliere del mondo ha un rapporto con Ginevra, moglie del Re Artù e da lui non può pertanto nascere il futuro Messia. Ingannato da una magia, in seguito, egli ha un rapporto con una vergine che crede Ginevra e dal loro rapporto nasce Galaand che riunisce in sé le virtù cavalleresche del padre e la purezza della madre. Pertanto, è soltanto in questo modo che la cavalleria si fa portatrice di salvezza per tutta l’umanità, compiendo così l’opera voluta da Dio.

Domande da interrogazione

  1. Qual era il ruolo dei cavalieri nel rapporto con la Chiesa durante il Medioevo?
  2. I cavalieri erano visti come difensori della fede e dei valori cristiani, con l'obbligo di proteggere la Chiesa e i deboli, oltre a servire i loro signori feudali.

  3. Come si è evoluto l'interesse della Chiesa nei confronti dei cavalieri tra il X e il XIII secolo?
  4. La Chiesa ha iniziato a coinvolgere i cavalieri nei conflitti interni e sociali, inculcando in loro doveri morali verso la Chiesa e la società, e sottolineando la natura religiosa dell'investitura cavalleresca.

  5. Qual è il significato dell'opera "L’Ordene de Chevalerie" nel contesto della cavalleria medievale?
  6. "L’Ordene de Chevalerie" rappresenta un tentativo della Chiesa di integrare i propri valori nella cavalleria, illustrando il significato cristiano dei rituali di investitura e i doveri morali dei cavalieri.

  7. Come viene rappresentato il mito del Graal nei racconti medievali?
  8. Il Graal è descritto come un calice sacro, inizialmente con implicazioni religiose generiche, che evolve in un simbolo del sangue di Cristo, rappresentando la ricerca della salvezza eterna da parte dell'umanità.

  9. Qual è il ruolo della cavalleria nella ricerca del Graal e nella salvezza dell'umanità?
  10. La cavalleria è vista come portatrice di salvezza, simboleggiando la missione di redenzione e purezza, culminando nella figura di Galaand, che unisce virtù cavalleresche e purezza, compiendo l'opera voluta da Dio.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community