Concetti Chiave
- Il crollo dell'Impero Romano ha portato alla diffusione delle lingue neolatine, mentre il latino è rimasto utilizzato da giuristi, nobili e clero.
- Le lingue neolatine, come Italiano, Spagnolo e Francese, sono diventate lingue nazionali, mentre le lingue germaniche includevano Inglese e Tedesco.
- Le lingue volgari romanze permettevano alle classi sociali basse di interagire con la Chiesa e venivano utilizzate anche dai commercianti.
- San Francesco d'Assisi ha creato la prima forma di Italiano Letterario con il "Cantico delle Creature", scritto in umbro.
- Esempi di lingue non letterali sono l'"Indovinello Veronese" e il "Placito Urbano", documenti che utilizzavano sia il volgare che il latino.
Indice
Diffusione delle Lingue Neolatine
Con il crollo dell’Impero Romani si diffondono le Lingue Neolatine e il Latino viene utilizzato solo dalla classe giurisprudenziale (giudici), nobili e clero.
Nell’attuale Europa si potevano trovare lingue neolatine (Italiano, Spagnolo, Portoghese, Rumeno, Provenzale, Francese e Catalano), che successivamente diventeranno lingue nazionali, il Latino, lingua ufficiale dell’Impero Romano e le Lingue Germaniche, che corrispondono all’Inglese, al Tedesco e alle lingue Scandinave.
Lingue Volgari e la Chiesa
Queste lingue neolatine concedevano alle classi sociali basse di potersi confrontare con la Chiesa; col tempo tali lingue vengono chiamate “volgari romanze”.
Anche i commercianti iniziano ad utilizzare la lingua volgare per comunicazioni più efficienti.
San Francesco e l'Italiano Letterario
La prima forma di Italiano Letterario viene creata da San Francesco d’Assisi, il quale compone il “Cantico delle Creature”, ossia una preghiera che si diffonde nel Mondo. Egli scrive in Umbro.
Inoltre viene accusato di eresia, in quanto affermava che la Chiesa dovesse vivere nella povertà.
-Lingue non Letterali-
Lingue non Letterali e Documenti Storici
Esempi di queste lingue sono contenuti nell’”Indovinello Veronese”, che viene trovato in una biblioteca di Verona ed il “Placito Urbano” (Placito= che piace), che viene scritto dal notaio Arichisi, che, secondo la storia, incontra un contadino di Capua ed un Abate di Monte Cassino (tra Frosinone e Napoli) per risolvere il conflitto tra le due parti, scrivendo infine questo documento metà in volgare e metà in latino, in modo da appoggiare anche il povero contadino.