Studente Anonimo
di Studente Anonimo
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Concetti Chiave

  • Pietro Aretino fu un intellettuale del Rinascimento che si stabilì a Venezia, dove poté esprimere la sua autonomia intellettuale.
  • La sua opera più nota, "La cortigiana", è caratterizzata da uno stile che incorpora il tema della beffa, dimostrando la sua abilità nella prosa e nella commedia.
  • Angelo Beolco, noto come Ruzante, introdusse il dialetto contadino padovano nelle sue commedie, opponendosi alla crescente influenza della lingua fiorentina.
  • Ruzante utilizzò il dialetto per esprimere realismo e schiettezza, rappresentando la semplicità dei costumi contadini e approfondendo la psicologia dei personaggi.
  • Nonostante non abbia fondato una nuova tradizione, Ruzante anticipò elementi che sarebbero diventati tipici della commedia dell'arte.

Indice

  1. Pietro Aretino: un intellettuale controverso
  2. L'influenza di Aretino a Venezia
  3. Angelo Beolco e il teatro dialettale
  4. Ruzante e la lingua rustica

Pietro Aretino: un intellettuale controverso

Pietro Aretino (1492-1556) è intellettuale e scrittore tra i più originali e controversi del Rinascimento italiano. Una prima fase della sua attività si svolge a Roma, città che deve però lasciare nel 1526 in seguito alla pubblicazione di una raccolta di Sonetti lussuriosi.

L'influenza di Aretino a Venezia

Dopo alcune vicissitudini si trasferisce a Venezia, dove rimarrà fino alla morte. Qui trova le condizioni politiche e culturali che gli consentono di realizzare la sua nuova concezione di intellettuale, non soltanto autonomo da subalternità e condizionamenti politici ed ecclesiastici, ma capace di imporre un proprio ruolo trainante. Egli si accredita così come vero «flagello dei prìncipi», giudice e castigatore dei potenti. I sei libri delle Lettere, pubblicati a Venezia tra il 1538 e il 1557, testimoniano la complessità di questo intellettuale libero e spregiudicato. L’Aretino dà le sue prove migliori nella prosa e nella commedia in lingua volgare, caratterizzata dall’apertura al tema della beffa, persino complicato in una duplice beffa nel suo testo più noto, La cortigiana .

Angelo Beolco e il teatro dialettale

Il padovano Angelo Beolco (1496-1542) detto Ruzante dal nome della figura del “vil- lano” presente in diverse sue commedie, dopo una carriera come attore, fonda nel 1520 un compagnia teatrale che si esibisce sia nelle corti del Veneto sia di Ferrara. Il suo repertorio di commedie in versi e in prosa si caratterizza soprattutto per la scelta linguistica del dialetto «pavano pastorale» cioè della lingua contadina del padovano, a cui si mescolano forme toscane.

Ruzante e la lingua rustica

Al di là dei ricercati effetti comici, il ricorso a questa lingua risponde a un volontà polemica contro la «fiorentinesca lingua», sempre più imperante in area veneta. L’uso di questa lingua rustica risulta funzionale anche alla rappresentazione e alla difesa del «buon snaturale» (la schiettezza popolare): il dialetto è il corrispettivo linguistico della semplicità di costumi dei suoi contadini e il suo impiego sortisce effetti di realismo amaro e di approfondimento della psicologia dei personaggi. In questo modo Ruzante dà voce al tema tipicamente rinascimentale del primato della natura, in contrapposizione con il mondo artificiale della città . Anche se l’esperienza di Ruzante non inaugura una tradizione nuova, tuttavia non rimane isolata, ma anticipa alcuni tratti che saranno caratteristici della commedia dell’arte.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Pietro Aretino e quale fu il suo contributo al Rinascimento italiano?
  2. Pietro Aretino era un intellettuale e scrittore originale e controverso del Rinascimento italiano, noto per la sua autonomia dai condizionamenti politici ed ecclesiastici e per il suo ruolo di giudice dei potenti. Le sue opere, tra cui i sei libri delle Lettere, testimoniano la sua complessità e libertà intellettuale.

  3. Quale fu l'influenza di Pietro Aretino a Venezia?
  4. A Venezia, Aretino trovò un ambiente politico e culturale favorevole che gli permise di affermarsi come un intellettuale autonomo e influente, noto come il «flagello dei prìncipi». Le sue opere in prosa e commedia in lingua volgare, come La cortigiana, riflettono la sua capacità di trattare temi complessi e beffardi.

  5. Chi era Angelo Beolco e quale fu il suo contributo al teatro?
  6. Angelo Beolco, noto come Ruzante, era un attore e drammaturgo padovano che fondò una compagnia teatrale nel 1520. Il suo contributo principale fu l'uso del dialetto «pavano pastorale» nelle sue commedie, che rappresentava la lingua contadina del padovano e serviva a esprimere il realismo e la psicologia dei personaggi.

  7. Qual è il significato dell'uso della lingua rustica nelle opere di Ruzante?
  8. L'uso della lingua rustica nelle opere di Ruzante aveva una funzione polemica contro la crescente influenza della lingua fiorentina e serviva a rappresentare e difendere la schiettezza popolare. Questo approccio linguistico contribuiva a un realismo amaro e all'approfondimento psicologico dei personaggi, anticipando tratti della commedia dell'arte.

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