LorD799
Ominide
4 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Giacomo Leopardi, nato a Recanati nel 1798, è stato un influente interprete del Romanticismo, noto per il suo profondo pessimismo e il suo approccio autobiografico.
  • La formazione illuminista di Leopardi lo portò ad abbracciare l'ateismo e il materialismo, mantenendo costante il tema del pessimismo nel suo pensiero.
  • Il Pessimismo Storico (1816-1822) di Leopardi vede la Natura come benevola per aver dato agli uomini antichi l'immaginazione, mentre la Storia ha ridotto questa capacità, causando infelicità.
  • Nel Pessimismo Cosmico (1822-1830), l'infelicità è universale e senza limiti, con la Natura vista come matrigna, e l'universo senza significato, basato sul "Materialismo Meccanicistico".
  • Il Pessimismo Eroico (1832-1837) invita l'uomo ad affrontare la vita con coraggio e umiltà, riconoscendo la Natura come nemica e cercando alleanze umane per combatterla.

Indice

  1. L'infanzia e la formazione di Leopardi
  2. Delusioni e viaggi di Leopardi
  3. Il pensiero filosofico di Leopardi
  4. La Teoria del Piacere e il Pessimismo cosmico
  5. L'atteggiamento dell'uomo secondo Leopardi

L'infanzia e la formazione di Leopardi

Fu un interprete molto importante del Romanticismo. Ha una politica dell’IO, cioè parla di se stesso. È nato a Recanati nel 1798. La madre lo costrinse a studiare bella biblioteca del padre sin da quando fu bambino e quello studio gli provocò tanti problemi fisici e diverse malattie. Nonostante ciò divenne un erudita.

Delusioni e viaggi di Leopardi

Man mano che crebbe iniziò a non sopportare Recanati e la mentalità della gente, infatti la chiamò Recanatiodiosamata, decise dunque di andare a Roma per confrontarsi con gli intellettuali come lui ma ne rimase profondamente deluso perché essi si vantarono troppo e non furono come pensò. Andò poi a Milano, a Pisa e a Torre del Greco, dove passò i suoi ultimi anni di vita.

Il pensiero filosofico di Leopardi

Leopardi ebbe una formazione illuminista, dunque fu ateo e materialista. L’unico tratto che non è mai cambiato nel suo pensiero è il Pessimismo, il quale si divide in 3 fasi:

Egli si domandò perché l’uomo è infelice? Gli uomini antichi che nacquero dalle mani della Natura non furono pessimisti perché ragionarono poco e immaginarono molto e quindi ebbero un sacco di illusioni che permisero loro di essere felici come bambini. In questo caso la Natura è buona perché ha dato all’uomo lo strumento per essere felice. Alla natura si è poi contrapposta la Storia, la quale ha fatto sì che l’uomo diminuisse la sua capacità di immaginare e iniziasse a ragionare di più. Quindi la Storia è cattiva.

La Teoria del Piacere e il Pessimismo cosmico

Leopardi ebbe una malattia agli occhi che lo costrinse a restare per tanto tempo al buio. Durante questo periodo egli rifletté tanto ed elaborò la “Teoria del Piacere”, secondo la quale l’uomo è alla ricerca di una felicità senza limiti, non si accontenta mai. Individualmente è un male perché l’uomo non potrà mai essere felice ma generalmente è stato un bene perché c’è stato il progresso. Non esiste una felicità senza limiti perché non ci sono limiti di tempo e di spazio, l’uomo dunque è condannato ad essere infelice. Egli dunque afferma che la Natura è “madre di parto e nel voler matrigna”. Il Pessimismo diventa così cosmico perché non è solo l’uomo ad essere infelice ma tutto il creato. Tutti gli anni l’universo si rigenera ma prima o poi smetterà di farlo e anche il sole non sorgerà più. Questo pensiero è incluso nel “Materialismo Meccanicistico”, cioè nel cosmo tutto è dato da un continuo crearsi e distruggersi di materia. Nessuno gode: chi è distrutto soffre e chi distrugge non gode e l’universo va avanti così senza un senso.

L'atteggiamento dell'uomo secondo Leopardi

Non cambia il pensiero ma l’atteggiamento. L’uomo non deve essere né vigliacco e implorare pietà e neanche essere spavaldo. Deve affrontare le difficoltà della vita con ciglio asciutto e con umiltà senza aggiungere mali a quelli che ha già. L’uomo deve capire che la sua vera nemica è la Natura e deve allearsi con gli altri uomini per combatterla.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le influenze principali nell'infanzia e nella formazione di Leopardi?
  2. Leopardi fu costretto dalla madre a studiare nella biblioteca del padre sin da bambino, il che gli causò problemi fisici e malattie, ma lo rese un erudito e un importante interprete del Romanticismo.

  3. Quali furono le esperienze di Leopardi durante i suoi viaggi?
  4. Leopardi, deluso dalla mentalità di Recanati, viaggiò a Roma, Milano, Pisa e Torre del Greco, ma rimase deluso dagli intellettuali romani che trovò vanagloriosi.

  5. Come si sviluppa il pensiero filosofico di Leopardi?
  6. Leopardi, con una formazione illuminista, mantenne un pensiero ateo e materialista, caratterizzato da un Pessimismo che si evolve in tre fasi, analizzando l'infelicità umana e il ruolo della Natura e della Storia.

  7. Cosa afferma la "Teoria del Piacere" di Leopardi?
  8. La "Teoria del Piacere" sostiene che l'uomo cerca una felicità illimitata, ma è condannato all'infelicità poiché non esistono limiti di tempo e spazio, portando a un Pessimismo cosmico.

  9. Qual è l'atteggiamento che Leopardi suggerisce di adottare di fronte alle difficoltà della vita?
  10. Leopardi consiglia di affrontare le difficoltà con umiltà e determinazione, senza aggiungere ulteriori mali, e di allearsi con gli altri uomini contro la Natura, vista come la vera nemica.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community