Concetti Chiave
- Il componimento "A se stesso" di Leopardi, scritto nel 1853, appartiene al Ciclo di Aspasia, incentrato su un amore non corrisposto per Fanny Targioni Tozzetti.
- La poesia evidenzia il lato negativo dell'illusione amorosa, destinata a svanire di fronte alla realtà, portando Leopardi a una rassegnazione verso la natura.
- Composta in sedici versi endecasillabi e settenari, la poesia utilizza un linguaggio sobrio e essenziale per toccare profondamente il lettore.
- La struttura si sviluppa attraverso un climax ascendente, suddiviso in tre sequenze che riflettono il tema dell'abbandono delle illusioni e della speranza.
- Il soggettivismo è centrale, con l'uso dell'io e il titolo che esaltano la consapevolezza di sé e la disperazione dell'amore perduto.
Indice
Il Ciclo di Aspasia e l'amore sfortunato
Questo breve componimento, presumibilmente scritto nel 1853 a Napoli, appartiene al Ciclo di Aspasia, versi rivolti ad un amore sfortunato e non contraccambiato per Fanny Targioni Tozzetti (difatti Aspasia è lo pseudonimo che Leopardi dà alla donna). Se ne Il pensiero dominante, il componimento che precede la poesia che si sta analizzando, Leopardi parlava di un amore lieto e e vitale, che pervadeva il suo essere, dando un senso nuovo alla sua vita, in A se stesso egli mostra il lato negativo e nefasto dell’illusione amorosa: il fatto che, essendo appunto un’illusione, sia destinata a terminare a contatto con la realtà. Un’illusione effimera (e l’infinità vanità del tutto v.16) che lo porta ad una rassegnazione assoluta nei confronti della natura, rimproverando il suo cuore di essersi lasciato illudere.
Struttura e stile della poesia
Il testo si presenta in un’unica strofa di sedici versi, metricamente identici, in endecasillabi e settenari liberamente alternati e rimati. Il linguaggio è sobrio e pregnante , “parole essenziali e definitive” (Fubini-Bigi), come se dovessero giungere direttamente al cuore del lettore e commuoverlo, se non addirittura allertarlo della pericolosità dell’amore, e i versi sono spogli. Nonostante la metrica sciolta, Leopardi non si sfoga in modo incontrollato, bensì segue una precisa scelta stilistica. Lo stile è paratattico.
Climax e soggettivismo nell'opera
Quest’opera è caratterizzata dall’ uso del climax ascendente, infatti può essere divisa in sequenze che vanno dal v. 1 (Or poserai per sempre) al v. 5, dal v. 6 (Posa per sempre) al v. 10 e dal v. 11 (T’acqueta omai) al v. 16. Il motivo che accomuna l’inizio di ogni sequenza è il riposo del cuore del poeta, che rimanda al tema dell’abbandono di ogni illusione, di ogni speranza, sempre maggior forza, sottolineando la disperazione del poeta data dalla consapevolezza che non amerà mai più.
Vi è un buon numero di enjambement; fanno eccezione solo v.1, v.4 e v.16.
Importante è anche il soggetivismo, evidenziato dall’ io (v.3) e, soprattutto, dal titolo stesso della poesia. Con questo il poeta vuole evidenziare che la coscienza di sé è portata al massimo della sua eroica tensione.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del Ciclo di Aspasia?
- Come è strutturata la poesia analizzata?
- Qual è il ruolo del climax e del soggettivismo nell'opera?
Il tema principale del Ciclo di Aspasia è l'amore sfortunato e non contraccambiato, rappresentato attraverso l'illusione amorosa che si scontra con la realtà, portando a una rassegnazione nei confronti della natura.
La poesia è composta da un'unica strofa di sedici versi, alternando endecasillabi e settenari con un linguaggio sobrio e pregnante, seguendo uno stile paratattico e una metrica sciolta.
Il climax ascendente suddivide l'opera in sequenze che enfatizzano la disperazione del poeta, mentre il soggettivismo è evidenziato dall'uso dell'io e dal titolo, sottolineando la consapevolezza eroica del poeta di non poter amare mai più.