Concetti Chiave
- La poesia "Veglia" di Giuseppe Ungaretti descrive l'esperienza del poeta in trincea, vegliando il cadavere di un compagno ucciso.
- La struttura del testo è composta da due strofette irregolari con versi di diversa lunghezza, utilizzando la tecnica degli "a capo" per isolare certi elementi.
- Il tema centrale è la violenza della guerra, evidenziata attraverso descrizioni dettagliate del corpo del compagno e l'uso di participi passati.
- Ungaretti esprime la sua ribellione contro la disumanità della guerra scrivendo lettere cariche d'amore, sottolineando il suo attaccamento alla vita.
- La parola "tanto" assume un significato profondo, enfatizzando il desiderio di affermare il diritto alla vita in un contesto di morte.
La veglia del poeta
Il poeta Giuseppe Ungaretti, in trincea, gettato come uno straccio, per una notte intera, veglia il cadavere di un compagno massacrato.
La lirica è costituita da due strofette irregolari, con versi di varia misura.
Buttato vicino
A un compagno
Massacrato
Con la sua bocca
Digrignata
Volta al plenilunio
Con la congestione
Delle sue mani
Penetrata
Nel mio silenzio
Ho scritto
Lettere piene d’amore
Non sono mai stato
Tanto
Attaccato alla vita
La poesia della guerra
La tematica di questa poesia è la violenza della guerra, sottolineata dai participi passati dei verbi, che coincidono con il versicolo.
Il loro isolamento mediante la tecnica degli “a capo” esprime figurativamente la condizione del soldato massacrato: l’espressione deformata del volto alla luce del plenilunio e le mani contratte, che sembrano penetrare nel silenzio del poeta.
Il protagonista nella sua veglia notturna scrive lettere piene d’amore, per esprimere la sua ribellione nei confronti della disumanità della guerra: Non sono mai stato / tanto attaccato alla vita. Il tanto acquista un significato diverso dalla pura funzione grammaticale, caricandosi di un’intensità assoluta: isolato dal versicolo, diventa il grido di affermazione del diritto umano alla vita.