oettam03
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Concetti Chiave

  • La poesia "La Pietà" di Giuseppe Ungaretti è caratterizzata da un uso frequente di punti di domanda per indurre il lettore a riflettere sulla fragilità umana.
  • Ungaretti esplora il tema della solitudine e dell'esilio interiore, esprimendo un senso di alienazione e di sofferenza tra gli uomini.
  • L'opera si distingue per l'uso di contrasti e per la sua struttura divisa in quattro parti riflessive, con un linguaggio che ricorda una canzone o una preghiera.
  • La poesia presenta una visione negativa della rivelazione divina, sottolineando un desiderio non realizzato paragonato a una prigione.
  • Ungaretti esprime un'esperienza di perdita e inquietudine spirituale, cercando una traccia di giustizia e certezza in un'esistenza tormentata.

Indice

  1. Riflessioni sull'opera di Ungaretti
  2. Esplorazione della fragilità umana
  3. Domande esistenziali e ricerca di Dio
  4. La condizione umana e la speranza

Riflessioni sull'opera di Ungaretti

Per indurre il lettore a riflettere mette molti punti di domanda, le ultime strofe sottolineano la fragilità dell’uomo. Inizialmente l’idea di Dio di Ungaretti era solo una luce prima che si convertsse, ovvero prima di scrivere questa poesia. È un'opera che assomiglia a una canzone e a una preghiera.

Questa poesia pùò anche essere considerata come un monologo teatrale. È una poesia piena di contrasti, è divisa in quattro parti, ognuna riflessiva. Secondo Ungaretti il tuo desiderio che non si avvera è simile allo stare in prigione. La conclusione è quella di una rivelazione negativa, usa tantissime O per esprimere che l’uomo è monotono. Ungaretti spesso mette il soggetto alla fine della frase per coinvolgerti di più ma in questa poesia ciò non è successo

Poesia di Giuseppe Ungaretti

Pietà

Esplorazione della fragilità umana

Sono un uomo ferito.

E me ne vorrei andare

E finalmente giungere,

Pietà, dove si ascolta

L'uomo che è dolo con sé.

Non ho che superbia e bontà.

E mi sento esiliato in mezzo agli uomini.

Ma per essi sto in pena.

Non sarei degno di tornare in me?

Ho popolato di nomi il silenzio.

Ho fatto a pezzi cuore e mente

Per cadere in servitù di parole?

Regno sopra fantasmi.

O figlie secche,

Anima portata qua e là...

No, odio il vento e la sua voce

Di bestia immemorabile.

Domande esistenziali e ricerca di Dio

Dio, coloro che t'implorano

Non ti conoscono più che di nome?

M'hai discacciato dalla vita.

Mi discaccerai dalla morte?

Forse l'uomo è anche indegno di sperare.

Anche la fonte del rimorso è secca?

Il peccato che importa,

Se alla purezza non conduce più.

La carne si ricorda appena

che una volta fu forte.

E' folle e usata, l'anima.

Dio, guarda la nostra debolezza.

Vorremmo una certezza.

Di noi nemmeno più ridi?

E compiangici dunque, crudeltà.

Non ne posso più di stare murato

Nel desiderio senza amore.

Una traccia mostraci di giustizia.

La tua legge qual è?

Fulmina le mie povere emozioni,

Liberami dall'inquietudine.

Sono stanco di urlare senza voce.

Malinconiosa carne

Dove una volta pullulò la gioia,

Occhi socchiusi del risveglio stanco,

Tu vedi, anima troppo matura,

Quel che sarò, caduto nella terra?

La condizione umana e la speranza

E' nei vivi la strada dei defunti,

Siamo noi la fiumana d'ombre,

Sono esse il grano che ci scoppia in sogno,

Loro è la lontananza che ci resta,

E loro è l'ombra che dà peso ai nomi.

La speranza d'un mucchio d'ombra

E null'altro è la nostra sorte?

E tu non saresti che un sogno, Dio?

Almeno un sogno, temerari,

Vogliamo ti somigli.

E' parto della demenza più chiara.

Non trema in nuvole di rami

Come passeri di mattina

Al filo delle palpebre.

In noi sta e langue, piaga misteriosa.

La luce che ci punge

E' un filo sempre più sottile.

Più non abbagli tu, se non uccidi?

Dammi questa gioia suprema.

L'uomo, monotono universo,

Crede allargarsi i beni

E dalle sue mani febbrili

Non escono senza fine che limiti.

Attaccato sul vuoto

Al suo filo di ragno,

Non teme e non seduce

Se non il proprio grido.

Ripara il logorio alzando tombe,

E per pensarti, Eterno,

Non ha che le bestemmie.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale dell'opera di Ungaretti?
  2. L'opera di Ungaretti esplora la fragilità umana, utilizzando contrasti e riflessioni per indurre il lettore a meditare sulla condizione umana e la ricerca di Dio.

  3. Come viene rappresentata la fragilità umana nella poesia "Pietà"?
  4. La fragilità umana è rappresentata attraverso immagini di ferite, esilio e servitù di parole, esprimendo un senso di solitudine e impotenza.

  5. Quali domande esistenziali emergono nella ricerca di Dio?
  6. La poesia solleva domande sulla conoscenza di Dio, la dignità della speranza, e la ricerca di giustizia e certezza in un mondo di debolezza e rimorso.

  7. Come viene descritta la condizione umana in relazione alla speranza?
  8. La condizione umana è descritta come un viaggio di ombre, con la speranza vista come un sogno o un'illusione, mentre l'uomo cerca di trovare significato e giustizia.

  9. Qual è il tono generale della poesia di Ungaretti?
  10. Il tono generale è malinconico e riflessivo, con un senso di inquietudine e desiderio di liberazione dalle limitazioni umane e dalla monotonia dell'esistenza.

Domande e risposte

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