Concetti Chiave
- I Malavoglia, una famiglia di pescatori siciliani, sono il fulcro della narrazione di Verga, che li rappresenta con particolare attenzione e cura descrittiva.
- Verga adotta la tecnica dell'impersonalità dell'arte, mantenendo una distanza narrativa che permette al lettore di confrontarsi direttamente con la realtà dei personaggi e delle loro vicende.
- L'autore non utilizza il dialetto siciliano per rendere l'opera accessibile a un pubblico più ampio, ma integra modi di dire e proverbi per dare autenticità alla narrazione.
- Il linguaggio del romanzo è caratterizzato da dialoghi diretti e dal discorso indiretto libero, che catturano la spontaneità del parlato e le difficoltà dei personaggi nel comunicare.
- Il tema centrale è la lotta per la sopravvivenza dei Malavoglia, che affrontano la tensione tra l'attaccamento ai valori tradizionali e il desiderio di cambiamento, simbolizzato dal commercio dei lupini.
Indice
I Malavoglia e la loro importanza
I Toscano, detti "Malavoglia" sono i protagonisti indiscussi della vicenda, attorno ai quali ruota il romanzo. Questo spiega l'attenzione e la cura descrittiva con cui vengono introdotti sulla scena.
Cosi Bastianazzo «era grande e grosso quanto il San Cristoforo che c'era dipinto sotto l'arco della pescheria della città» e lo zio Crocifisso "dice" di sé che «gli finiva sempre così, che gli facevano chinare il capo per forza, perché aveva il maledetto vizio di non saper dir di no».
Tecnica narrativa di Verga
Nello scrivere il romanzo, Verga perfezionò la tecnica dell'impersonalità dell'arte, ossia dell'assoluta estraneità dell'autore rispetto alla storia narrata.
Nella narrazione infatti l'autore adotta il punto di vista della gente (punto di vista interno o corale) senza esprimere giudizi o sentimenti personali, in modo da mettere il lettore direttamente a confronto con la realtà della storia.
Le vicende sono quindi rappresentate attraverso gli occhi e le parole degli abitanti di Aci Trezza, anche se Verga fa una scelta forte: non usa il dialetto siciliano, perché vuole che le sue opere siano lette in tutta Italia. Tuttavia, per rendere più autentica e credibile la rappresentazione dei fatti e dei personaggi, l'autore adotta una sintassi fatta di modi di dire, proverbi e similitudini modellati sulla lingua popolare.Linguaggio e stile del romanzo
Verga presta un'attenzione particolare al linguaggio usato dai protagonisti del romanzo. Si
trattava, infatti, di ricostruire su carta la spontaneità tipica del discorso parlato, comprese tutte le sgrammaticature del caso quando servivano a rappresentare lo sforzo di chi sta faticosamente cercando le parole per spiegarsi.
Per raggiungere lo scopo, Verga privilegia il discorso diretto e i dialoghi e introduce l'uso del discorso indiretto libero: elimina i segni tipici del discorso diretto e indiretto (due punti e virgolette) e riporta liberamente parole e pensieri dei personaggi («Campana di legno diceva che lui non ne sapeva nulla, come è vero Iddio!; che l'anima lui non doveva darla ai porci!»).
Intenzione narrativa e visione fatalistica
Nella Prefazione, Verga ha sintetizzato in modo estremamente chiaro l'intenzione narrativa del romanzo: «Questo racconto è lo studio sincero e spassionato del come probabilmente devono nascere e svilupparsi nelle più umili condizioni le prime irrequietudini pel benessere; e quale perturbazione debba arrecare in una famigliuola vissuta sino allora relativamente felice, la vaga bramosia dell'ignoto, l'accorgersi che non si sta bene, o che si potrebbe star meglio».
Nel confronto tra nonno e nipote, infatti, emerge la visione fatalistica del Verismo di Verga. Padron 'Ntoni non si è mai allontanato da Aci Trezza, mentre Ntoni è partito militare e, inevitabilmente, tornerà con aspettative molto diverse rispetto a quelle che possedeva prima di partire. Per Padron 'Notni, il mondo è un sistema che non consente possibilità o speranza di miglioramento personale.
Unica legge è quella della sopravvivenza: finché gli uomini vivono nel loro ambiente naturale e sociale sono al sicuro («ideale dell'ostrica»). Quando però provano il desiderio del cambiamento e del progresso (ben rappresentato, nel brano, dal tentato commercio di lupini), vanno incontro alla rovina, come accade all'ostrica se si allontana dallo scoglio dov'è nata. Così i Malavoglia possono sopravvivere solo se restano uniti, attaccati ai tradizionali e immutabili valori familiari, anche nel momento in cui la mala sorte li ha allontanati dal loro scoglio, la casa del nespolo.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza dei Malavoglia nel romanzo?
- Quale tecnica narrativa utilizza Verga nel romanzo?
- Come viene rappresentato il linguaggio nel romanzo?
- Qual è l'intenzione narrativa di Verga nel romanzo?
- Qual è la visione fatalistica espressa nel romanzo?
I Malavoglia sono i protagonisti centrali del romanzo, attorno ai quali ruota l'intera vicenda, e sono descritti con grande attenzione e cura.
Verga utilizza la tecnica dell'impersonalità dell'arte, adottando il punto di vista della gente senza esprimere giudizi personali, per mettere il lettore a confronto diretto con la realtà della storia.
Verga ricostruisce la spontaneità del discorso parlato, utilizzando discorso diretto e indiretto libero, eliminando segni tipici e riportando liberamente parole e pensieri dei personaggi.
L'intenzione narrativa è studiare come nascono e si sviluppano le irrequietudini per il benessere nelle condizioni più umili e l'impatto di queste sulla famiglia.
La visione fatalistica di Verga si manifesta nel confronto tra nonno e nipote, dove emerge che il mondo non consente miglioramenti personali e che la sopravvivenza è legata al mantenimento dei valori tradizionali.