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Concetti Chiave

  • "Il Notturno" è un'opera di prosa memoriale di D’Annunzio, scritta in un momento di grande difficoltà personale dopo un incidente che gli causò la perdita della vista.
  • L'opera è caratterizzata da un tono elegiaco e un'essenzialità frammentaria, riflettendo il dolore e la resilienza del poeta in un contesto di guerra.
  • D’Annunzio si rappresenta come un eroe letterario, che trasforma la sua sofferenza in un viaggio spirituale e poetico, elevando la letteratura a una dimensione sacra.
  • La scrittura di "Il Notturno" è considerata ispirata e spirituale, con il poeta che abbandona la materialità per immergersi in un'espressione artistica più elevata.
  • L'opera fa riferimento a simboli sacri e letterari come il scriba egizio e la Sibilla cumana, sottolineando la sacralità e l'importanza della scrittura.

Indice

  1. Il dramma personale di D'Annunzio
  2. La sacralità della scrittura

Il dramma personale di D'Annunzio

Il Notturno rappresenta uno degli esempi della prosa memoriale di D’Annunzio, che si dedicò alla sua stesura in una maniera e in momento particolare della sua vita: il 16 gennaio del 1916, in piena guerra, l’idrovolante sul quale era a bordo subì un ammaraggio violento che costò al poeta il suo occhio destro e una parziale cecità nell’altro. Nell’ospedale di Venezia in cui si trovava, decise quindi di scrivere un “comentario delle tenebre”, si fece dunque tagliare dalla figlia Renata tante piccole strisce di carta su cui lui scrisse delle brevi frasi mediante anche l’appoggio di una tavoletta di legno. Queste circostanze hanno ovviamente provocato la dominante elegiaca e il dolore di chi si è visto quasi privato della propria vita, ma anche l’essenzialità spesso frammentaria dell’opera. Già nelle prime pagine si può notare una forte matrice meta-letteraria, che ciò si basa e ha come oggetto la letteratura stessa, in quanto prima di dare spazio alla sua memoria, D’Annunzio si descrive mentre inizia a stendere l’opera ritenendo che il particolare contesto gli fornisca un’aurea spirituale e sacra. Il poeta stesso viene quindi presentano come una sorta di eroe, che in nome del suo dono poetico e della letteratura, decide comunque di intraprendere questo difficile cammino affrontando tutte le peripezie e le difficoltà che esso naturalmente comporta, D’Annunzio quindi elegge il proprio valore anche in un momento di apparente sconfitta e desolazione.

La sacralità della scrittura

Questo “bisogno di esprimere” si traduce quindi in delle parole che appaiono come ispirate, lui stesso afferma infatti di aver abbandonato la carne a favore dello spirito per portare a termine la stesura de “Il Notturno”. L’aurea sacra viene in particolare evidenziata da tre riferimenti:

    1. Scriba egizio, evocato grazie ad un gruppo scultoreo che ora è conservato nel museo parigino del Louvre

    2. Sibilla cumana, che secondo la tradizione era abituata a trascrivere i propri pensieri su delle foglie, proprio come D’Annunzio in questo caso su delle strisce di carta, anche se nel primo caso i pensieri risultavano frammentari e confusi, mentre nel secondo no perché il poeta ebbe la prontezza di numerare i suoi flebili supporti

    3. Cartigli sacri, ovvero raffigurazioni dipinti generalmente dai pittori nel contesto cristiano che prevedevano un un rotolo di carta contenente un'iscrizione, che servivano in questo caso per compensare alla mancanza della voce dei personaggi protagonisti, nel caso di D’Annunzio è come se egli esaltasse la propria scrittura a scrittura sacra

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contesto in cui D'Annunzio ha scritto "Il Notturno"?
  2. D'Annunzio ha scritto "Il Notturno" dopo un incidente in idrovolante nel 1916 che gli ha causato la perdita dell'occhio destro e una parziale cecità nell'altro. Durante il suo ricovero in ospedale a Venezia, ha deciso di scrivere un "comentario delle tenebre" su piccole strisce di carta.

  3. Come viene descritta la scrittura di D'Annunzio in "Il Notturno"?
  4. La scrittura di D'Annunzio in "Il Notturno" è descritta come ispirata e sacra. Egli abbandona la carne a favore dello spirito per completare l'opera, evocando figure come lo scriba egizio e la Sibilla cumana per sottolineare la sacralità del suo lavoro.

  5. Quali riferimenti utilizza D'Annunzio per evidenziare la sacralità della sua scrittura?
  6. D'Annunzio utilizza tre riferimenti per evidenziare la sacralità della sua scrittura: lo scriba egizio, la Sibilla cumana e i cartigli sacri, paragonando la sua opera a queste figure e simboli per esaltare la sua scrittura a un livello sacro.

  7. In che modo D'Annunzio affronta le difficoltà durante la stesura de "Il Notturno"?
  8. D'Annunzio affronta le difficoltà della stesura de "Il Notturno" con determinazione, vedendosi come un eroe che, nonostante la sua apparente sconfitta e desolazione, intraprende un difficile cammino in nome del suo dono poetico e della letteratura.

Domande e risposte

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