SteDV
Habilis
5 min. di lettura
Vota 3 / 5

Concetti Chiave

  • Ungaretti si trova sulle rive dell'Isonzo, in un paesaggio desolato che ricorda un circo abbandonato, e riflette sulla quiete dopo la battaglia.
  • Il poeta usa metafore potenti per descrivere il suo riposo come un'acrobata sull'acqua, esponendosi al sole come un beduino, sentendosi levigato dalle ansie.
  • Nell'Isonzo, Ungaretti si riconosce come parte dell'universo, trovando serenità quando si sente in armonia con il mondo.
  • Ricorda i fiumi della sua vita: il Serchio della famiglia, il Nilo della sua nascita e la Senna della sua formazione culturale.
  • Attraverso l'Isonzo, il poeta sperimenta una nostalgia per i suoi fiumi, riflettendo sulla sua vita in un momento di tristezza.

Mi tengo a quest’albero mutilato

Abbandonato in questa dolina

Che ha il languore

Di un circo

Prima o dopo lo spettacolo

E guardo

Il passaggio quieto

Delle nuvole sulla luna

Stamani mi sono disteso

In un’urna d’acqua

E come una reliquia

Ho riposato

L’Isonzo scorrendo

Mi levigava

Come un suo sasso

Ho tirato su

Le mie quattro ossa

E me ne sono andato

Come un acrobata

Sull’acqua

Mi sono accoccolato

Vicino ai miei panni

Sudici di guerra

E come un beduino

Mi sono chinato a ricevere

Il sole

Questo è l’Isonzo

E qui meglio

Mi sono riconosciuto

Una docile fibra

Dell’universo

Il mio supplizio

È quando

Non mi credo

In armonia

Ma quelle occulte

Mani

Che m’intridono

Mi regalano

La rara

Felicità

Ho ripassato

Le epoche

Della mia vita

Questi sono

I miei fiumi

Questo è il Serchio

Al quale hanno attinto

Duemil’anni forse

Di gente mia campagnola

E mio padre e mia madre.

Questo è il Nilo

Che mi ha visto

Nascere e crescere

E ardere d’inconsapevolezza

Nelle distese pianure

Questa è la Senna

E in quel suo torbido

Mi sono rimescolato

E mi sono conosciuto

Questi sono i miei fiumi

Contati nell’Isonzo

Questa è la mia nostalgia

Che in ognuno

Mi traspare

Ora ch’è notte

Che la mia vita mi pare

Una corolla

Di tenebre

Indice

  1. Ungaretti e il paesaggio desolato
  2. Riflessioni e metafore di Ungaretti
  3. L'Isonzo e i ricordi di Ungaretti

Ungaretti e il paesaggio desolato

Ungaretti, dopo una dura battaglia al fianco degli altri soldati, nel territorio carsico, si trova sulle sponde dell’Isonzo, in mezzo a quel territorio desolato che gli pare un circo prima o dopo lo spettacolo. Il poeta descrive con pochi versi, il vasto territorio immerso in una tranquillità propria solo ad un campo di battaglia abbandonato dai suoi combattenti. Con poche e semplici parole, descrive la quiete caduta di colpo su di un paesaggio ch’era, poco tempo prima, immerso nel caos e nel dolore. È possibile cogliere l’attimo, l’istante in cui il rumore delle mitragliette e le grida dei soldati, lasciano il posto ad una fredda quiete, piena di desolazione.

Riflessioni e metafore di Ungaretti

Ungaretti, si distende in un’urna d’acqua e si riposa, come una reliquia, della battaglia appena terminata; e si sente levigato, come uno scoglio in mezzo al mare, di tutte le sue ansie e i suoi pensieri. Dopo poco, il poeta, ha tirato su le sue quattr’ossa, e se n’è andato privo di tutti i suoi crucci, come un acrobata sull’acqua. Si è accoccolato accanto ai suoi panni sudici di guerra e, come un beduino, si è esposto ai raggi del sole.

In queste ultime righe il poeta ha usufruito di numerose metafore, ognuna delle quali fornisce al lettore un’immagine ben chiara (come un beduino, come un acrobata sull’acqua, ecc…) dell’attimo corrente.

L'Isonzo e i ricordi di Ungaretti

Questo è l’Isonzo, e qui Ungaretti si è riconosciuto una piccola parte del mondo, una creatura come tante esistenti; e si rende conto che il suo problema, la sua angoscia, è quando non si sente in armonia con tutto ciò che convive con lui nell’universo. Ma quelle mani misteriose, che lo lavano di tutti i suoi problemi gli donano la rara felicità. Ed è proprio in quei momenti che Ungaretti ripensa alla sua vita passata, ai suoi fiumi, che come l'Isonzo, gli hanno donato un sollievo.

Ricorda il Serchio, il fiume che ha accompagnato la vita di tutta la sua famiglia, e che per molti anni ha visto genti campagnole attingere alle sue acque. Ricorda il Nilo, il fiume che lo ha visto nascere e crescere, e vivere i suoi primi anni di vita all’oscuro di tutti gli aspetti del mondo esterno. Ricorda la Senna, il fiume che lo ha accompagnato nei suoi studi e che gli ha concesso numerosi incontri con un crogiolo di cultura e arte.

Ricorda tutti questi grazie all’Isonzo, e riconosce la sua nostalgia che in ognuno traspare, ora che sta vivendo il periodo forse più triste della sua vita.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del paesaggio desolato descritto da Ungaretti?
  2. Ungaretti descrive un paesaggio desolato, paragonandolo a un circo prima o dopo lo spettacolo, per rappresentare la quiete e la desolazione che seguono una battaglia.

  3. Come utilizza Ungaretti le metafore nel suo testo?
  4. Ungaretti utilizza numerose metafore, come "come un beduino" e "come un acrobata sull’acqua", per creare immagini vivide e trasmettere le sue sensazioni e riflessioni.

  5. Qual è il ruolo dell'Isonzo nei ricordi di Ungaretti?
  6. L'Isonzo rappresenta un luogo di riconoscimento e riflessione per Ungaretti, dove si sente parte dell'universo e ripensa ai fiumi della sua vita che gli hanno donato sollievo.

  7. Quali fiumi ricorda Ungaretti e perché sono importanti per lui?
  8. Ungaretti ricorda il Serchio, il Nilo e la Senna, ognuno dei quali ha avuto un ruolo significativo nella sua vita, dalla famiglia all'infanzia, fino agli studi e alla cultura.

  9. Cosa rappresenta la nostalgia per Ungaretti nel contesto del testo?
  10. La nostalgia per Ungaretti è un sentimento che emerge mentre riflette sui fiumi della sua vita, simboleggiando il suo legame con il passato e la tristezza del presente.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community