Concetti Chiave
- Ungaretti si trova sulle rive dell'Isonzo, in un paesaggio desolato che ricorda un circo abbandonato, e riflette sulla quiete dopo la battaglia.
 - Il poeta usa metafore potenti per descrivere il suo riposo come un'acrobata sull'acqua, esponendosi al sole come un beduino, sentendosi levigato dalle ansie.
 - Nell'Isonzo, Ungaretti si riconosce come parte dell'universo, trovando serenità quando si sente in armonia con il mondo.
 - Ricorda i fiumi della sua vita: il Serchio della famiglia, il Nilo della sua nascita e la Senna della sua formazione culturale.
 - Attraverso l'Isonzo, il poeta sperimenta una nostalgia per i suoi fiumi, riflettendo sulla sua vita in un momento di tristezza.
 
 Abbandonato in questa dolina
 Che ha il languore
 Di un circo
 Prima o dopo lo spettacolo
 E guardo
 Il passaggio quieto
 Delle nuvole sulla luna
Stamani mi sono disteso
 In un’urna d’acqua
 E come una reliquia
 Ho riposato
L’Isonzo scorrendo
 Mi levigava
 Come un suo sasso
 Ho tirato su
 Le mie quattro ossa
 E me ne sono andato
 Come un acrobata
 Sull’acqua
Mi sono accoccolato
 Vicino ai miei panni
 Sudici di guerra
 E come un beduino
 Mi sono chinato a ricevere
 Il sole
Questo è l’Isonzo
 E qui meglio
 Mi sono riconosciuto
 Una docile fibra
 Dell’universo
Il mio supplizio
 È quando
 Non mi credo
 In armonia
Ma quelle occulte
 Mani
 Che m’intridono
 Mi regalano
 La rara
 Felicità
Ho ripassato
 Le epoche
 Della mia vita
Questi sono
 I miei fiumi
Questo è il Serchio
 Al quale hanno attinto
 Duemil’anni forse
 Di gente mia campagnola
 E mio padre e mia madre.
Questo è il Nilo
 Che mi ha visto
 Nascere e crescere
 E ardere d’inconsapevolezza
 Nelle distese pianure
Questa è la Senna
 E in quel suo torbido
 Mi sono rimescolato
 E mi sono conosciuto
Questi sono i miei fiumi
 Contati nell’Isonzo
Questa è la mia nostalgia
 Che in ognuno
 Mi traspare
 Ora ch’è notte
 Che la mia vita mi pare
 Una corolla
Di tenebre
Indice
Ungaretti e il paesaggio desolato
Ungaretti, dopo una dura battaglia al fianco degli altri soldati, nel territorio carsico, si trova sulle sponde dell’Isonzo, in mezzo a quel territorio desolato che gli pare un circo prima o dopo lo spettacolo. Il poeta descrive con pochi versi, il vasto territorio immerso in una tranquillità propria solo ad un campo di battaglia abbandonato dai suoi combattenti. Con poche e semplici parole, descrive la quiete caduta di colpo su di un paesaggio ch’era, poco tempo prima, immerso nel caos e nel dolore. È possibile cogliere l’attimo, l’istante in cui il rumore delle mitragliette e le grida dei soldati, lasciano il posto ad una fredda quiete, piena di desolazione.
Riflessioni e metafore di Ungaretti
Ungaretti, si distende in un’urna d’acqua e si riposa, come una reliquia, della battaglia appena terminata; e si sente levigato, come uno scoglio in mezzo al mare, di tutte le sue ansie e i suoi pensieri. Dopo poco, il poeta, ha tirato su le sue quattr’ossa, e se n’è andato privo di tutti i suoi crucci, come un acrobata sull’acqua. Si è accoccolato accanto ai suoi panni sudici di guerra e, come un beduino, si è esposto ai raggi del sole.
In queste ultime righe il poeta ha usufruito di numerose metafore, ognuna delle quali fornisce al lettore un’immagine ben chiara (come un beduino, come un acrobata sull’acqua, ecc…) dell’attimo corrente.
L'Isonzo e i ricordi di Ungaretti
Questo è l’Isonzo, e qui Ungaretti si è riconosciuto una piccola parte del mondo, una creatura come tante esistenti; e si rende conto che il suo problema, la sua angoscia, è quando non si sente in armonia con tutto ciò che convive con lui nell’universo. Ma quelle mani misteriose, che lo lavano di tutti i suoi problemi gli donano la rara felicità. Ed è proprio in quei momenti che Ungaretti ripensa alla sua vita passata, ai suoi fiumi, che come l'Isonzo, gli hanno donato un sollievo.
Ricorda il Serchio, il fiume che ha accompagnato la vita di tutta la sua famiglia, e che per molti anni ha visto genti campagnole attingere alle sue acque. Ricorda il Nilo, il fiume che lo ha visto nascere e crescere, e vivere i suoi primi anni di vita all’oscuro di tutti gli aspetti del mondo esterno. Ricorda la Senna, il fiume che lo ha accompagnato nei suoi studi e che gli ha concesso numerosi incontri con un crogiolo di cultura e arte.
Ricorda tutti questi grazie all’Isonzo, e riconosce la sua nostalgia che in ognuno traspare, ora che sta vivendo il periodo forse più triste della sua vita.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato del paesaggio desolato descritto da Ungaretti?
 - Come utilizza Ungaretti le metafore nel suo testo?
 - Qual è il ruolo dell'Isonzo nei ricordi di Ungaretti?
 - Quali fiumi ricorda Ungaretti e perché sono importanti per lui?
 - Cosa rappresenta la nostalgia per Ungaretti nel contesto del testo?
 
Ungaretti descrive un paesaggio desolato, paragonandolo a un circo prima o dopo lo spettacolo, per rappresentare la quiete e la desolazione che seguono una battaglia.
Ungaretti utilizza numerose metafore, come "come un beduino" e "come un acrobata sull’acqua", per creare immagini vivide e trasmettere le sue sensazioni e riflessioni.
L'Isonzo rappresenta un luogo di riconoscimento e riflessione per Ungaretti, dove si sente parte dell'universo e ripensa ai fiumi della sua vita che gli hanno donato sollievo.
Ungaretti ricorda il Serchio, il Nilo e la Senna, ognuno dei quali ha avuto un ruolo significativo nella sua vita, dalla famiglia all'infanzia, fino agli studi e alla cultura.
La nostalgia per Ungaretti è un sentimento che emerge mentre riflette sui fiumi della sua vita, simboleggiando il suo legame con il passato e la tristezza del presente.