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Habilis
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Concetti Chiave

  • La poesia di Montale evoca un paesaggio estivo immobile, simbolo di un'esistenza arida e priva di vitalità.
  • Il paesaggio è impenetrabile e rappresenta una dimensione metafisica, rendendo l'esistenza enigmatica e inaccessibile.
  • Il "sole che abbaglia" e i "cocci aguzzi di bottiglia" simboleggiano la prigionia esistenziale e la difficoltà di comprendere la vita.
  • L'uso dei verbi all'infinito e le allitterazioni creano un senso di continuità e un palpito naturale nel testo.
  • La poesia si fonda sull'enumerazione di oggetti ordinari che riflettono la condizione esistenziale e metafisica descritta.

Meriggiare pallido e assorto

presso un rovente muro d'orto,

ascoltare tra i pruni e gli sterpi

schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia

spiar le file di rosse formiche

ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano

a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare

lontano di scaglie di mare

mentre si levano tremuli scricchi

di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia

sentire con triste meraviglia

com'è tutta la vita e il suo travaglio

in questo seguitare una muraglia

che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

Indice

  1. La poesia di Montale
  2. Il paesaggio e la metafisica
  3. Struttura e stile del componimento

La poesia di Montale

La poesia descrive un quadro sospeso, in cui la vita sembra essersi arrestata nelle sue forme e parvenze.

Lo scenario paesistico propone il motivo chiave dell’aridità, dominante negli Ossi di seppia: è l’emblema oggettivo di una condizione esistenziale desolata e prosciugata di ogni slancio vitale.

Il paesaggio e la metafisica

Il paesaggio è chiuso all’uomo, impenetrabile. Rappresenta la dimensione metafisica che incombe su tutte le cose, tanto tangibile nelle sue apparenze quanto remota nell’oscuro scopo dell’esistenza. Il “sole che abbaglia” è luce che non lascia vedere; il “sentire con triste meraviglia” è il tentativo (vano) di comprendere il “travaglio” della vita; la “muraglia”, che riprende il “rovente muro” del secondo verso con i “cocci aguzzi di bottiglia” che lo sovrastano, è la prigione esistenziale dell’uomo, da cui è impossibile uscire.

Struttura e stile del componimento

Il discorso poetico di Montale è affidato all’enumerazione di nudi oggetti, che costituiscono la correlazione oggettiva della condizione metafisica suddetta. La struttura del componimento si regge sull’uso dei verbi all’infinito, i quali accentuano il senso di continuità e di una durata uniformi. A ciò si sovrappone un intenso gioco di allitterazioni, ad indicare quasi il “palpitare” della natura (“assorto” / “orto” / “sterpi” / “serpi” oppure “abbaglia” / “meraviglia” / “travaglio” / “muraglia” / “bottiglia”).

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale della poesia di Montale?
  2. La poesia di Montale esplora un paesaggio arido e desolato, simbolo di una condizione esistenziale priva di slancio vitale, come descritto negli "Ossi di seppia".

  3. Come viene rappresentato il paesaggio nella poesia?
  4. Il paesaggio è descritto come chiuso e impenetrabile, rappresentando una dimensione metafisica che incombe su tutte le cose, con elementi come il "sole che abbaglia" e la "muraglia" che simboleggiano la prigione esistenziale dell'uomo.

  5. Quali sono le caratteristiche stilistiche del componimento?
  6. La struttura del componimento si basa sull'uso di verbi all'infinito e un gioco di allitterazioni, che accentuano il senso di continuità e il "palpitare" della natura, creando una correlazione oggettiva con la condizione metafisica descritta.

Domande e risposte

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