Concetti Chiave
- Il Decameron è una raccolta di 100 novelle raccontate in 10 giornate da giovani fuggiti da Firenze a causa della peste, con una cornice narrativa che unisce i temi delle novelle.
- Boccaccio esplora il contrasto tra la mentalità cortese e quella mercantile, evidenziando il valore della "Saviezza" come equilibrio tra ideale e concretezza.
- La fortuna è un tema centrale, influenzando le storie senza intervento divino, permettendo ai personaggi di dimostrare ingegno e virtù borghesi.
- Le donne sono protagoniste del Decameron, con Boccaccio che dedica loro l'opera per offrire distrazione dalla vita quotidiana, rompendo con le tradizionali rappresentazioni femminili.
- Nonostante la censura ecclesiastica che giudicò il Decameron osceno, un'edizione purgata fu pubblicata a Firenze nel 1573, permettendo la lettura del testo.
1. Il Decameron è una raccolta di 100 novelle raccontate in 10 giornate da 10 ragazzi (sette femmine e tre maschi) seguendo il tema giornaliero scelto da un re o regina di giornata. Queste novelle sono contenute in una cornice narrativa in cui Boccaccio racconta le vicende dei ragazzi scappati da Firenze a causa della peste.
Nel Decameron l’idea è quella di comporre un quadro completo di argomenti in uno schema unitario e compatto, appunto la cornice narrativa ed è presente una simbologia tipicamente medievale dei numeri tre, sette, dieci, cento e il percorso del male e del bene come si può intravedere nelle novelle.
2.
Indice
- Comportamenti cortesi e mentalità mercantile
- La visione laica del destino umano
- Ruolo delle donne nel Decameron
- Contraddizioni e censura ecclesiastica
- Novella di Andreuccio da Perugia
- Novelle nel film e Messer Gentile
- Calandrino e l'elitropia
- Ghismunda e Guiscardo
- Isabetta e la badessa
- Federigo degli Alberighi e Monna Giovanna
- Ghismunda e il concetto di nobiltà
Comportamenti cortesi e mentalità mercantile
In alcune novelle i comportamenti cortesi assumono caratteristiche più ragionevoli legati con la concretezza della mentalità mercantile, l’esempio più tipico è quello di Federigo degli Alberighi che usa i suoi averi per amore, ma quando lei si decide a sposarlo, mette la testa a posto e inizia a lavorare seriamente. Si delinea così il valore della “Saviezza” cioè del buon senso legato agli aspetti più estremi e astratti dell’ideale cortese, secondo le aspirazioni della nuova classe dirigente borghese per appropriarsi dei modelli di vita come quelli del ceto signorile.
3.
La visione laica del destino umano
Strettamente legata alla nuova mentalità mercantile è la visione laica del destino umano. Le avventure dei personaggi non sono guidate da un disegno provvidenziale, ma dalla fortuna. Questo non significa che Boccaccio non creda in Dio, ma non crede alla sua presenza nella vita terrena. Il tema della fortuna ispira Boccaccio a vicende ricche di svolte e di sorprese che catturano l’interesse del lettore.
Nel Decameron i personaggi dispongono delle risorse di intelligenza che consentono di sfruttare a proprio vantaggio i capricci della fortuna, sono virtù borghesi che si utilizzano per seguire scopi individuali. Spiritualmente l’ingegno serve per risolvere situazioni drammatiche, per rispondere con eleganza ad aggressioni, per dimostrare la propria intelligenza e il proprio valore. In questi casi si ha una perfetta padronanza della parola e la virtù dell’ingegno si avvicina all’ideale della cortesia.
4.
Ruolo delle donne nel Decameron
Boccaccio attribuisce alle donne il ruolo di protagoniste e destinatarie del Decameron distaccandosi dalla tradizionale immagine della donna perché loro, non potendo uscire e fare nulla, a differenza degli uomini, stavano in casa e avevano il tempo di leggere, così Boccaccio pensò di “dedicarlo” alle donne, conto la malinconia, in modo che per qualche ora si distraessero dalla vita quotidiana.
5.
Contraddizioni e censura ecclesiastica
Boccaccio fu considerato dalla gerarchia ecclesiastica osceno e irriverente nei confronti della religione e fu inserito nell’Indice dei libri proibiti. Si creò così una contraddizione perché il modello dello stile da seguire stava in un libro che era proibito leggere, ma il problema fu risolto confezionando un’edizione purgata che uscì a Firenze nel 1573. Da questa condanna la celebrazione dei piaceri e virtù di Boccaccio furono esaltati come espressione di una nuova visione dell’uomo libera dall’ascetismo medievale.
1.
Novella di Andreuccio da Perugia
La novella appartiene alla seconda giornata e la regina è Filomena.
2. La novella si svolge a Napoli. I personaggi principali sono: Andreuccio, Fiordaliso e i ladri.
3. Il tempo della storia coincide con il tempo della narrazione e dura poco più di un giorno.
4. Il narratore è esterno.
5. 1 Andreuccio si reca a Napoli per fare buoni affari; 2 Al mercato incontra una vecchia che era stata la sua balia e insieme a lei una bella signora siciliana non proprio onesta; 3 Andreuccio venne invitato a casa delle due signore; 4 la siciliana gli fece credere di essere sua sorella; 5 venne convinto a restare a cena e poi anche a dormire li; 6 prima di dormire Andreuccio andò al cesso ma cadde in una trappola; 7 capì di essere stato fregato e tornó al suo albergo; 8 in spiaggia incontrò due ladri che lo convinsero ad andare con loro e in cambio del suo aiuto avrebbe ricevuto qualcosa di quello che aveva perso; 9 Andreuccio si calò nella tomba dove era stato sepolto l’arcivescovo prendendo il suo anello; 10 venne lasciato nella tomba pensando di essere finito male; 11 un gruppo di ladri si recò alla tomba cercando di fare quello che avevano già fatto lui e gli altri due; 12 aperta la tomba Andreuccio fece spaventare i ladri e riuscì ad uscire; 13 tornó a Perugia; 14 parlò con il padre dicendo di aver investito quanto aveva nell’anello trovato.
6. La novella si può dividere in tre macrosequenze:
1. perdita del denaro e l’incontro con la siciliana
2. patto con i ladri
3. furto dell’anello.
7. Le cadute o discese di Andreuccio simboleggiano la morte.
8. Il ruolo della fortuna è un riflesso sulle azioni umane, mentre il ruolo dell’INTELLIGENZA è il mettere in pratica delle capacità.
1.
Novelle nel film e Messer Gentile
Le novelle utilizzate nel film sono:
- Messer Gentil de’ Carisendi e Monna Catalina
- Calandrino e l’elitropia
- Ghismunda e Guiscardo
- La badessa e le branche del prete
- Federigo degli Alberighi
- La novella di Messer Gentil de’ Carisendi e Monna Catalina è raccontata nella decima giornata, il tema è “chi ha vissuto avventure d’amore o di altro genere”, la narratrice è Neifile.
- La novella di Calandrino e l’elitropia è raccontata nell’ottava giornata, il tema è “qualunque tipo di beffa” il narratore è Filostrato.
- La novella di Ghismunda e Guiscardo è raccontata nella quarta giornata, il tema è “gli amori infelici”, la narratrice è Fiammetta.
- La novella della badessa e le branche del prete è raccontata nella nona giornata, il tema è “raccontare ciò che più gli piace”, il narratore è Dioneo.
- La novella di Federigo degli Alberighi è raccontata nella quinta giornata, il tema è “la felicità raggiunta dagli amanti dopo avventure o sventure straordinarie”, la narratrice è Fiammetta.
Una donna molto ammalata venne abbandonata in una chiesa, credendo di essere morta. Messer Gentile, innamorato di lei, la trova, si sdraia accanto a lei e sentendo il suo battito capisce che è ancora viva. Messer Gentile la porta a casa sua e con l’aiuto dei suoi parenti riuscirà a guarire. Per poterla avere con se organizza un banchetto in cui è presente anche il marito di lei, nel quale chiede agli invitati se, secondo loro, una persona abbandonata e poi ritrovata e guarita da un’altra, debba stare con chi l’ha abbandonata o con chi l’ha guarita. Tutti si schierano per la seconda scelta, così Messer Gentile le scopre il volto e tutti scappano impauriti pensando si tratti di un fantasma; la donna si trova comunque davanti una scelta tra lui e il marito e sceglie Messer Gentile.
Calandrino e l'elitropia
A Firenze vive un pittore ingenuo di nome Calandrino che passa il suo tempo con due amici pittori chiamati Bruno e Buffalmacco, i quali spesso si prendono gioco di lui. Maso convince Calandrino a trovare una pietra, chiamata Elitropia, al fiume. Si reca li insieme ai suoi amici, trova una grande pietra nera e da quel momento i due fingono di non vederlo più. Così Bruno e Buffalmacco corrono in paese e convincono la gente a fingere di non vedere Calandrino. Dopo un po’, quest’ultimo, arriva in paese e inizia a fare scherzi alle persone, rubare denaro e tenta di baciare una donna. Arrivato a casa, la moglie lo vede, lui si infuria e la picchia violentemente; mentre Calandrino mangia, la moglie prende l’elitropia e la solleva sulla testa di lui. A questo punto la scena si interrompe e i ragazzi discutono sul finale di questa storia.
Ghismunda e Guiscardo
Ghismunda, rimasta vedova, decide di tornare a casa del padre. Cerca subito un compagno, che però è amico del padre, così iniziano a frequentarsi di nascosto. Quando il padre scopre la loro relazione, si arrabbia e decide di uccidere l’amante della figlia. Lei, venuta a conoscenza di questa cosa decide di bere del veleno.
Isabetta e la badessa
Isabetta, una ragazza di nobili origini e rara bellezza incontra un giovane di cui si innamora perdutamente. Una notte Isabetta riesce a far entrare il ragazzo di nascosto nella propria camera, ma vengono scoperti e le monache decidono di raccontare tutto alla badessa. Le chiedono si seguirle, anche se per la badessa non è un buon momento perché si trova in compagnia di uomo; per evitare di essere scoperta si veste velocemente e per sbaglio mette in testa le brache al posto del velo. Quando la badessa entra nella cella, i due impauriti restano immobili e mentre lei si copre, viene rimproverata. Ad un certo punto Isabetta alza lo sguardo e si rende conto che la badessa ha una cuffia in testa, prende coraggio e le chiede di allacciarla. Rendendosi conto di cosa avesse in testa cambia la sua predica e dichiara che non si può resistere ai sentimenti e da quel momento chiunque può godere dei favori di un uomo. Così entrambe tornano dai loro amanti lasciando le altre senza parole.
Federigo degli Alberighi e Monna Giovanna
Il giovane Federico degli Alberighi si è innamorato di una donna ritenuta una delle più belle della città. Giovanna rimasta vedova, ha un figlio in cattiva salute. In estate lo porta in campagna e lui girando per i dintorni conosce Federigo e diventano amici. Il bimbo è innamorato del falco e promette alla madre che se il falco fosse diventato suo, sarebbe guarito. Gli fanno molti regali ma lui vuole il falco, così la madre tenta di chiedere a Federigo ma quest’ultimo non avendo nulla da mangiare decide di mangiarlo, ma prima di sapere della richiesta. Così Giovanna addolorata torna a casa, il figlio si aggrava e muore. Rimasta sola, lei e Federigo si sposano e vivono nella casa di Monna Giovanna.
3A.
Ghismunda e il concetto di nobiltà
I protagonisti della novella sono: Ghismunda e il padre, principe di Salerno. Ghismunda è colei che affronta la fortuna, mente Tancredi è come un antagonista.
3B. Prima della “confessione” di Ghismunda al padre, lei e Guiscardo escogitano un accorto sistema per i loro convegni amorosi.
3C. Le ragioni che inducono Ghismunda ad avere una relazione con Guiscardo sono: l’essere rimasta vedova, non avere un nuovo marito, avere ancora il piacere del matrimonio ed essersi innamorata di lui.
3D. Il padre rimprovera a Ghismunda di aver avuto una relazione con un uomo di bassa condizione.
3E. Per difendersi, lei risponde che così facendo, il padre, non condanna la sua colpa, ma quella della fortuna, che molte volte fa nascere nobile chi non lo merita e più povero chi invece ne sarebbe degno.
3F. Il concetto di nobiltà che emerge dalle parole di Ghismunda è che tutte le anime erano dotate dalla stessa forza, della stessa potenza e delle medesime virtù, chi meglio aveva utilizzato queste qualità fu definito nobile mentre gli altri non lo erano.
3G. Il concetto di amore che emerge dalle parole di Ghismunda è che ha amato, ama e amerà Guiscardo finché sarà in vita, e se si ama dopo la morte continuerà ad amarlo.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del Decameron di Giovanni Boccaccio e come viene strutturata l'opera?
- Come si manifesta il valore della "Saviezza" nelle novelle del Decameron?
- Qual è il ruolo della fortuna nelle vicende narrate nel Decameron?
- In che modo Boccaccio innova la rappresentazione delle donne nel Decameron?
- Come è stata accolta l'opera del Decameron dalla gerarchia ecclesiastica e quale soluzione è stata trovata?
Il tema principale del Decameron è la rappresentazione di un ampio spettro di storie della vita quotidiana, raccontate da un gruppo di giovani fuggiti da Firenze per sfuggire alla peste. L'opera è strutturata in 100 novelle, raccontate in 10 giornate da 10 narratori.
Nel Decameron, il valore della "Saviezza", o buon senso, si manifesta attraverso comportamenti che bilanciano l'ideale cortese con la concretezza della mentalità mercantile, come nel caso di Federigo degli Alberighi che, per amore, utilizza i suoi beni ma poi inizia a lavorare seriamente quando si sposa.
Nel Decameron, la fortuna gioca un ruolo cruciale nel determinare le sorti dei personaggi, riflettendo una visione laica del destino umano. Le storie sono ricche di colpi di scena, dimostrando come i personaggi utilizzino l'ingegno per navigare e talvolta trarre vantaggio dai capricci della fortuna.
Boccaccio attribuisce alle donne un ruolo di protagoniste e destinatarie del Decameron, distaccandosi dalla tradizionale immagine femminile. Le donne, confinate in casa e con più tempo per leggere, diventano il pubblico ideale per le sue storie, pensate per offrire distrazione e conforto.
L'opera del Decameron fu considerata oscena e irriverente dalla gerarchia ecclesiastica, venendo inserita nell'Indice dei libri proibiti. La soluzione trovata fu la pubblicazione di un'edizione purgata, uscita a Firenze nel 1573, che permetteva la lettura di un testo conforme agli standard morali dell'epoca.