emma2423
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Concetti Chiave

  • Orlando impazzisce dopo aver scoperto l'infedeltà di Angelica con Medor, perdendo il senno e scatenando una violenta furia.
  • Astolfo, viaggiando sulla Luna, scopre che le cose perse sulla Terra assumono nuove forme, rivelando la vanità del potere e della fama.
  • Il senno degli uomini è rappresentato come un liquido in ampolle sulla Luna; Astolfo recupera il senno di Orlando per restituirglielo.
  • Sulla Luna, Astolfo osserva come il destino degli uomini sia intrecciato dalle Parche, ma solo coloro che apprezzano la poesia vengono ricordati.
  • Ariosto trasmette un messaggio di vanità e transitorietà, sottolineando come molte ambizioni umane siano destinate a svanire.

Indice

  1. Orlando e la scoperta dolorosa
  2. Astolfo e la visione della Luna
  3. Il senno perduto di Orlando
  4. Il destino e la memoria

Orlando e la scoperta dolorosa

Orlando dopo aver girato a vuoto per due giorni si riposa in una dimora trasandata, dove trova degli arbusti incisi con i nomi di Angelica e del suo amante Medor, un fante saraceno. Egli è caratterizzato dalla fede che prova per il suo re e infatti fa di tutto per seppellire il suo re. Orlando cercò di convincersi che non si trattasse della sua amata Angelica ma vede in una grotte moltissime scritture, di cui una affermava espressamente che lì i due avevano giaciuto insieme. Orlando si dispera, anche nella casa del contadino che lo ospita e che prima aveva ospitato Angelica e Medor. Il contadino gli racconta che Angelica aveva portato il ferito lì e lo aveva curato per poi dare al pastore un braccialetto, a lei dato da Orlando, come ricompensa per l’ospitalità. orlando inizia ad odiare quella casa e fugge, dando sfogo al suo dolore. Decide poi di tagliare tutti gli alberi su cui erano incisi i nomi e poi si spoglia della sua armatura. I contadini vicini lo raggiungono ma appena lo vedono infuriato cercano di scappare, anche se alcuni vengono uccisi. Altri contadini tentano un’assalto ma nessuno riesce a ferirlo per il volere divino. Tutta questa pazzia potrebbe sembrare una storia ironica e divertente.

Astolfo e la visione della Luna

Si tratta di uno dei momenti in cui viene ripresa la pazzia di Orlando. Astolfo caccia le arpie e le insegue fino all’entrata dell’inferno. Sull’ippogrifo raggiunge il Paradiso, dove incontra la sua guida Giovanni Evangelista. Ariosto concepisce la Luna come uno specchio corrispondente della Terra. Astolfo immagina un intervento divino ma viene evidenziata anche la laicità (sperare che Dio venga incontro alle nostre preghiere è un desiderio vano). Astolfo arriva dove si radunano tutte le cose che sulla Terra sono state perse e che sulla Luna assumono una forma differente dalla propria (es: i versi delle poesie adulatorie dedicate ai padroni prendono le forme di cicale scoppiate). Vengono presentati il potere e la ricchezza come elementi vani in mano alla fortuna e la fama come elemento vano in mano al tempo. Per Ariosto nulla ha senso e la realtà è vana, infatti tutto va a finire sulla Luna tra le cose perse, tranne la follia, con un’altra forma.

Il senno perduto di Orlando

Astolfo raggiunge la montagna maggiore, costituita da ciò che gli uomini non credono di perdere, ossia il senno, presentato come un liquido rinchiuso in ampolle etichettate. Astolfo recupera l’ampolla più grande che conteneva il senno di Orlando grazie a San Giovanni e inspira il proprio senno. Orlando poi, essendo impazzito troppo, verrà forzato ad inspirare il proprio senno.

Il destino e la memoria

Ludovico domanda all’amata Alessandra chi salirà nel cielo per riportargli il suo ingegno/senno perduto. Il cavaliere cristiano Astolfo vede sulla Luna tutto ciò che è stato perso sulla Terra, ossia ciò che gli uomini desiderano. Egli vaga per il palazzo delle Parche dove vede Lachesi, Cloto e Atropo filare il destino di Ippolito d’Este. Ippolito viene lodato e poi si narra di un vecchio che aveva preso con sé dal fiume Lete le piastre su cui erano scritti i nomi delle Parche. Alla sponda del fiume, egli lascia cadere i nomi, che poi vengono raccolti da cigni che riescono a salvare le memorie di alcuni nomi. Essi li portano in un tempio su un colle e lì vengono affitti intorno ad una statua. Astolfo chiede a Giovanni Evangelista cosa stia succedendo ed egli gli dice che tutto ciò che il vecchio fa accadere nel cielo, sulla Terra lo fa accadere il Tempo: una volta che i fili sono stati filati nel cielo, un’anima muore sulla Terra e di essa resta il ricordo solo se il vecchio nei cieli e il Tempo sulla Terra non ne distruggono il nome. Gli uomini degni vengono salvati dai cigni, mentre i “cortigiani gentili” cadono nell’’oblio. Questi ultimi ignoranti sono privi di intelletto e ciò li rende indifferenti alla poesia e ne fa dimenticare i nomi (molti si sarebbero potuti salvare se avessero apprezzato la poesia e fossero stati amici di scrittori). Ariosto considera vano/destinato a svanire ciò che l’uomo desidera.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la scoperta dolorosa di Orlando?
  2. Orlando scopre che la sua amata Angelica ha giaciuto con Medor, un fante saraceno, e si dispera quando trova le prove incise sugli arbusti e confermate dal racconto di un contadino.

  3. Cosa rappresenta la Luna nella visione di Astolfo?
  4. La Luna è vista come uno specchio della Terra, dove si radunano tutte le cose perse sulla Terra, assumendo forme diverse, e rappresenta la vanità del potere, della ricchezza e della fama.

  5. Come viene recuperato il senno di Orlando?
  6. Astolfo, guidato da San Giovanni, recupera l'ampolla contenente il senno di Orlando sulla Luna e lo fa inspirare a Orlando per restituirgli la ragione.

  7. Qual è il ruolo delle Parche nel destino umano secondo il testo?
  8. Le Parche filano il destino degli uomini, e il ricordo di un'anima sulla Terra dipende dal fatto che il vecchio nei cieli e il Tempo sulla Terra non distruggano il suo nome.

  9. Cosa simboleggiano i cigni nel racconto di Ariosto?
  10. I cigni simboleggiano la salvezza della memoria degli uomini degni, portando i loro nomi in un tempio, mentre i cortigiani ignoranti cadono nell'oblio.

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