Concetti Chiave
- Il diario affronta il tema del terrorismo in Irak e le sue tragiche conseguenze quotidiane, come stragi e sequestri.
- Descrive la difficoltà di accettare la realtà violenta mostrata dai media, con eventi come attentati e decapitazioni che dominano le notizie.
- Un focus particolare è posto sull'attacco a Beslan, dove un gruppo di terroristi ha sequestrato una scuola, causando centinaia di vittime.
- Il testo esprime l'impotenza nel contrastare la brutalità dei terroristi, che agiscono nel nome di una "guerra santa".
- Riflette sull'idea che la religione possa essere una scusa per tali atti, sottolineando l'assurdità di uccidere innocenti, specialmente bambini.
Pagina di diario sul terrorismo
Caro diario,
Questa volta non ti scrivo per raccontarti la mia giornata a scuola, ma per parlarti di una cosa ben più importante: il terrorismo in Irak, le innumerevoli stragi e i quotidiani sequestri a cui ormai siamo abituati ad assistere.
Affronto per la prima volta quest’argomento con te perché credo sia arrivato il momento di guardare in faccia la crudissima realtà che la tv e i giornali c’illustrano ogni giorno ma che io non riesco ancora ad affrontare.
Ecco, vorrei che tu, caro mio diario, concentrassi la tua attenzione su questa notizia, che ti riassumerò brevemente. Il 1 Settembre a Beslan, nell’Ossezia del Nord, un gruppo di guerriglieri islamici sequestra un’intera scuola con centinaia di ostaggi. Dopo due giorni intervengono i corpi speciali che riescono a portare in salvo numerosi bambini e uccidere venti terroristi. Il bilancio delle vittime è tuttavia pesantissimo: 394 morti, 112 dispersi, e decine di piccolini salvi per miracolo che però resteranno per sempre traumatizzati e segnati psicologicamente insieme a tutti noi.
Tutto ciò è terribile, e non soltanto per le infinite vittime, ma perché purtroppo non è facile, o addirittura è impossibile sopprimere la spietatezza di questi uomini non tanto uomini che disseminano paura, panico, orrore, angoscia, inquietudine, smarrimento…Il terrore la fa da padrone, perché in grado di colpire senza difficoltà un’ambasciata americana o una scuola russa, rapire, massacrare, sparare o decapitare chiunque in nome di un qualcosa chiamato “Jihad”, ovvero guerra santa, ma che sinceramente tanto santa non è.
Ogni volta che ci penso, mi chiedo il perché. Ma più mi spremo il cervello, più capisco che un perché non c’è. Dico: forse il mondo è pieno di pazzi, in fondo di Hitler, Milosevic, Saddam, Bin Laden e tutti gli altri, la gente afferma siano questo, pazzi.
È una tesi quasi assurda, ma per me è l’unica attendibile. Molti dicono che sia la religione a determinare questo loro comportamento, ma personalmente credo che questa sia solo una scusante.
Ovunque si legge che gli estremisti islamici conducano una lotta religiosa contro gli infedeli, nemici dell’Islam, con l’intento di costruire la Casa di Dio e degli Uomini. Ok ho capito, loro considerano noi occidentali dei traditori, che non siamo degni di vivere. Ma miei cari scienziati, un uomo non può uccidere centinaia di bambini allo scopo di eliminare gli “infedeli”, perché quegli innocenti non potevano mai esserlo!Erano bambini! Non avevano nessuna colpa, o forse ne avevano solo una, quella di essere nati in un mondo in cui la pace forse è solo un’utopia.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale affrontato nel diario?
- Come descrive l'autore la situazione in Irak e Beslan?
- Quali sono le riflessioni dell'autore riguardo al terrorismo?
- Come viene percepita la religione nel contesto del terrorismo secondo l'autore?
- Qual è l'opinione dell'autore sulla possibilità di pace nel mondo?
Il diario affronta il tema del terrorismo, in particolare le stragi e i sequestri in Irak e l'attacco a Beslan in Ossezia del Nord.
L'autore descrive la situazione come terribile, con sparatorie, attentati e violenze che causano paura e panico, evidenziando la crudeltà degli atti terroristici.
L'autore si interroga sul perché del terrorismo, considerando la possibilità che i terroristi siano pazzi e rifiutando l'idea che la religione possa giustificare tali atti.
L'autore ritiene che la religione sia usata come scusante per giustificare atti di violenza, ma non crede che sia la vera causa del comportamento dei terroristi.
L'autore esprime pessimismo riguardo alla pace nel mondo, suggerendo che potrebbe essere solo un'utopia, soprattutto alla luce delle violenze contro innocenti come i bambini.