Concetti Chiave
- Dopo la fecondazione, l'ovulo si trasforma in seme e l'ovario si sviluppa in frutto, proteggendo e disperdendo i semi.
- Lo stigma e lo stilo cadono rapidamente mentre sepali, petali e stami possono rimanere temporaneamente durante la formazione del frutto.
- I frutti veri derivano solo dall'ovario trasformato, mentre i frutti falsi coinvolgono altre strutture nella loro formazione.
- I frutti semplici si sviluppano da un singolo ovario, mentre i frutti composti si formano da più ovari fusi, come nel lampone.
- Il pericarpo dei frutti carnosi è suddiviso in epicarpo, mesocarpo ed endocarpo, variando in spessore e consistenza a seconda del frutto.
Dopo che è avvenuta la fecondazione, nel fiore ci sono delle modificazioni, intanto che l'ovulo si trasforma in seme, l'ovario origina il frutto, che è una struttura di protezione e dispersione dei semi che gli sono contenuti.
Quando si sta per formare il frutto, cadono subito lo stigma e lo stilo (se ci sono), invece i sepali, i petali, gli stami possono rimanere ancora per poco tempo.
Nella maggior parte dei casi, il tegumento del frutto deriva dal tegumento dell'ovario.
Ci sono due distinzioni per i frutti:
- frutti veri: formati soltanto dall'ovario trasformato
- frutti falsi: dove per la sua formazione vengono in aiuto anche altre strutture.
I frutti semplici sono quelli che si sviluppano da un gineceo formato da un singolo ovario; il frutto composto si sviluppa da un gineceo dove ci sono molti ovari, e questi che prima erano separati durante lo sviluppo si fondono (lampone).
Se durante lo sviluppo tutti i singoli frutti di una infruttescenza si fondono, si forma un unico frutto, ed è chiamato frutto multiplo (fico, ananas).
Nei frutti il tegumento, è derivato dalla trasformazione dell'ovario, ed è chiamato pericarpo.
Nei frutti carnosi il pericarpo è diviso in 3 parti:
- epicarpo: strato esterno (buccia)
- mesocarpo: strato intermedio (parte carnosa)
- endocarpo: strato interno; può essere lignificato come nelle pesche o ciliege, o formato da tessuti ghiandolari nell'arancia, oppure di consistenza gelatinosa come nell'acino dell'uva.
Lo spessore e la consistenza dei vari strati variano da frutto a frutto.