Concetti Chiave
- Il venditore deve fornire merce della qualità concordata, pena la risoluzione del contratto o la riduzione del prezzo.
- In caso di mancato ritiro della merce da parte del compratore, la merce rimane a disposizione del venditore.
- Clausole contrattuali possono ridurre la responsabilità del venditore in caso di lievi discrepanze nella qualità.
- Se le differenze di qualità superano i limiti di tolleranza, il compratore può ricevere un abbuono.
- Merce di qualità superiore può comportare un aumento di prezzo, a seconda delle clausole di reciprocità.
Le differenze di qualità
Il venditore è tenuto a consegnare la merce di qualità eguale a quella negoziata. In caso di inadempienza il nostro Codice riconosce al compratore il diritto alla risoluzione del contratto (azione redibitoria) o alla riduzione del prezzo (azione quanti minoris), oltre al risarcimento dei danni. Inoltre, la merce non viene ritirata e rimane a disposizione del venditore per l’intera durata della vertenza. In pratica, nell’intento di eliminare o quanto meno ridurre al minimo il danno derivante dal mancato ritiro della merce da parte del compratore, e in considerazione del fatto che sovente non è facile consegnare merce perfettamente identica alla qualità pattuita, si è affermata la consuetudine di inserire nel contratto alcune clausole particolari, che attenuano, entro certi limiti, la responsabilità del venditore.
Infatti, qualora la qualità consegnata non corrisponda esattamente a quella contrattata, le parti possono convenire: 1) se la differenza non oltrepassa determinati limiti, detti appunto limiti di tolleranza, o più semplicemente tolleranze, il compratore è obbligato a ritirare la merce, senza pretendere alcun compenso o abbuono; limiti di tolleranza: limiti entro i quali è acconsentito al venditore di consegnare merce di qualità non esattamente corrispondente a quella pattuita. 2) se la differenza supera i limiti di tolleranza stabiliti, il compratore è obbligato a ritirare la merce, ma ha il diritto a ricevere un abbuono, fissato nel contratto o determinato in base agli usi o alle consuetudini. Se, al contrario, la qualità della merce è migliore di quella pattuita, le parti possono convertire: !) un aumento di prezzo a favore del venditore; in questo caso abbiamo la cosiddetta clausola della reciprocità degli abbuoni; 2) nessun aumento di prezzo a favore del venditore; in questo caso gli abbuoni non sono reciproci.