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Riassunto esame Pedagogia, prof. Vaccarelli, libro consigliato Pedagogia e didattica dell'emergenza, Isidori, Vaccarelli Pag. 1
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Estratto del documento

La pedagogia dell'emergenza, ancora assente, si pone come u a proposta

per risolvere le questioni che le emergenze pongono. Il termine emergenza

va disambiguato rispetto agli usi che nello stesso linguaggio pedagogico

vengono fatti. E' un fenomeno improvviso da un lato e deve avere una

corrispottiva tempestiva risposta, che ha lo scopo di limitare i danni e

riorientare individui e sistemi verso l'equilibrio. Risulta chiaro che tali

situazioni sono create da eventi particolari che classifichiamo come incidenti

semplici, che possono essere fronteggiati mediante interventi di singoli,

incidenti complessi, che richiedono un intervento di più persone coordinate o

organi istituzionali, e disastri o catastrofi, che sconvolgono infrastruttire,

sistemi di comunicazioni, organizzazioni e tessuto sociale; richiedono

l'intervento di mezzi e poteri straordinari. Ciò significa che ogni condizione di

emergenza va definita in riferimento a un preciso set istituzionale.

La visione caleidoscopida dell'emergenza nei disastri e nelle catastrofi

Con disastro e catastrofi ci sono danni osservabili, dove si interrompono

processi di sviluppo, mentre per emergenza si sottolinea il carattere di

reattività del sistema. Sono due le strade per definire, almeno in ambito

sociologico, il concetto di emergenza:

uno rimanda al significato di rarità, incidento poco però nel conferire

– senso specifico e contenuto al concetto

di tipo cognitivo, che parte dal presupposto che un sistema socio-

– culturale elabora strumenti di controllo della variabilità ambientale

attraverso i suoi mezzi conoscitivi. Quanto più si conosce, più si

prevede.

La stessa emergenza ci offre poi una lettura di tipo caleidoscopico,

sfaccettata, complessa.

emergenza come vissuto psichico: individui spinti verso orientamenti e

– atteggiamenti diversi dal quotidiano. Improvvisamente si è a contatto

con la morte fisica o psichica. E' messo in condizione di dover

rinunciare alla condizione di onnipotenza o autodeterminazione.

Questione territoriale o sociale: la condizione di emergenza determina

– una situazione sociale ipercomplessa, che destabilizza la routine. C'è

un indebolimento delle percezioni di proprietà e di bene comine a

favore della proprietà privata, e l'aumento di condotte antisociali.

Nel carattere funzionale-strategico-contestuale : è una situazione

– interattiva che è caratterizzata dalla presenza di una minaccia, da una

richiesta di attivazione rapida di decisione, che rimanda alle idee di

soccorso, cura, messa in sicurezza ecc.

L'emergenza è la risultante tanto del momento del verificarsi di un evento,

quanto di un impatto da misurarsi in termini di danni, per il ripristino delle

condizioni di normalità.

Costruire una via italiana per la pedagogia dell'emergenza

Abbiamo bisogno delle azioni previste per ripristinare le condizioni per

l'istruzione e l'educazione sconvolte da conflitti e grandi calamità. Infatti nel

nostro paese c'è un rischio elevatissimo, e visogna attivare conoscenza,

ricerca e intervento, ai quali il sapere pedagogico può fornire adeguata

risposta. La pedagogia dell'emergenza assumerebbe anche una funzione

socio-politica importante all'interno di un paese come il nostro che presenta

una cultura dell'emergenza non ancora soddisfacentte. La p.dell'eme va ad

interessarsi : dell' individuo, delle strategie attivate e delle questioni sociali e

territoriali. Può svolgere un ruolo di mediazione e azione rispettp alle criticità

individuali. Si propone come disciplina:

riflessiva – esplorativa – critica e trasformativa – operativa e

– metodologica – orientata all'apertura disciplinare

Quest'ultimo tasto è mportante, infatti tocca la sociologia, la geografia,

l'antropologia, la medicina, le scienze giuridiche e naturali... la pedagogia va

a raccogliere questo corpus di sapere per costruirne uno solo. Quindi se la

psicologia cura l'individuo, se la sociologia permette di pianificare meglio gli

interventi sociali, se la geografia e l'urbanistica permettono di lavorare sulle

questioni abitative e territoriali, la pedagogia davorisce tutto

contemporaneamente per una cultura del rischio.

Ci sono sei stadi percettivi associati allo sviluppo di un disastro, secondo la

scala di Turner e Pidgeon:

Il punto di partenza, dove l'apparenza è normale ma determinata da

• convinzioni culturali condivise sul mondo e sui suoi pericoli

periodo di incubazione: l'accumularsi di un insieme di eventi in

• contrasto con le convinzioni e norme caratterizzanti la fase di normalità,

piccoli eventi che segnalano pericolo ma non vengono riconosciuti

manifestarsi dell'evento precipitante: si avverte la necessità diuna

• nuova interpretazione della realtà. C'è intertezza

innesco del disastro: gli effetti dell'intervento

• operazione di soccorso e recupero

• adeguamento culturale completo: fase di ricostruzione

C'è una specificazione dei piani d'azione e d'intervento.

Un esempio italiano di lavoro nel campo della pedagogia dell'emergenza

A l'Aq la scuola e l'università sono state particolarmente reattive,resilienti e

resistenti. I mesi precedenti alla chiusura dell'anno hanno caratterizzato

grossi problemi: gli studenti e gli insegnanti vengono rimescolati tra le scuole

della costa e le tendopoli. Bambini e ragazzi sono traumatizzati. La scrittura e

il disegno sono usate dalle insegnanti per cominicare. Alla riapertura del

nuovo anno la città è profondamente cambiata, e ancora molti soffrono per

l'evento. Nasce così un decalogo finalizzato alla gestione delle attività

didattiche ed educative in zona terremotata. Tale decalogo indica alcune

priorità di intervento imposte nelle condizioni di emergenza, e può essere

funzionale all'avvio di un processo di ricostruzione educativa e sociale.

Capitolo 4: L'educazione nelle condizioni di crisi

Le considerazioni preliminari

C'è stata una rivoluzione culturale che ha modificato l'immagine del mondo,

assistendo all'abbandono dell'ideale della scienza perfetta a favore della

molteplicità e la complessità dei punti di vista, che evidenziano la pluralità e la

complessità della realtà. E' un modello concettuale di riferimento di tipo

reticolare in cui ogni punto di esso può essere congiunto a qualsiasi altro. E'

chiaro che l'interdisciplinarità sono condizioni necessarie perchè l'individuo

sappia orientarsi non solo nel mondo delle professioni, ma anche nella vita

quotidiana. Si assume così l'idea di una personalità in continua formazione

cui si deve attribuire una rilevanza educativa. Qui si innesca l'importanza

dell'educazione e dell'apprendimento nel favorire lo sviluppo adattivo della

personalità, in tutte le situazioni in cui il soggetto si venga a trovare.

Crisi e rottura

Le condizione di crisi esistenziale comportano sempre una trasformazione

dolorosa di tutti gli aspetti della vita del soggetto da esse interessato. Non

sempre ha una funzione riorganizzativa ed evolutiva, ma può essere una

perturbazione temporanea di meccanismi di regolazione. Non sono sinonimi

di crisi concetti come conflitto, stressm catastrofe, urgenza, bensi sono

presenti dentro questo concetto in diverso grado. In tutte le condizioni di

criticità cambia la percezione soggettiva del se, si modificano le relazioni

familiari ed extrafamiliari, muta il modo di rapportarsi alla realtà circostante. Il

processo di rifefinizione è impegnativo per un ragazzo immerso in un

contesto di catastrofe e a rischio marginalità. L'educatore deve rendersi

disponibile al contatto con emozioni e pensieri degli alunni che soffrono. E'

inoltre importante associare il discorso di crisi con quello di rottura della vita

quotidiana.

Diseducare e destrutturare: le radici della resilienza

Uno dei primi passi da compiere è la realizzazione di una potente opera

diseducativa nei confronti di una modalità conoscitiva autoreferenziale

arrogante, bigotta chiusa ad ogni innovazione ecuriosità. Bisogna aiutare il

soggetto a riorganizzare la conoscenza, dal saper staccare la

rappresentazione della realtà del normale referente creando una

rappresentazione secondaria della realtà stessa. Gli eventi traumatici

possono anche condurre ad un'evoluzione positiva nella consapevolezza di

se, delle proprie forze. In una parola, il soggetto può vedere accresciuto il

senso di autoefficacia e può sviluppare un atteggiamento positivo in merito

alla possibilità di realizzare futuri progetti di vita. Aumenta così la capacità

empatica, di comprensione dei vissuti delle altre persone. Questa capacità di

conservare un certo grado di integrità e salute psicofisica di fronte afli stress

e traumi è la resilienza: una rapida e positiva rielaborazione della situazione

affrontata. Ci sono persone vulnerabili e resilienti, che hanno più controllo, al

fine di modificare ed autogestirsi la realtà. E' ovvio che questa sia connessa

all'autostima del soggetto.

Educare alla resilienza

Gli interventi educativi devono mirare a sviluppare e potenziare le abilità di

vita dei soggetti. Si devono acquisire capacità di strutturazione e

destrutturazione continia delle proprie risorse interiori, a volta legate dalle

capacità introspettive, che hanno bisogno di una serie di caratteristiche come

la consapevolezza, l'indipendenza, l'iniziativa, la creatività, la relazione,

l'umorismo e l'etica. L'espressione di tali abilità e competenze dee essere

solleccitata dall'insegnante sopratutto quando i bambini si trovano a studiare

in contesti così difficili. Il concetto di scuola infatti deve esulare dalla

rappresentazione corrente, e diventa un setting coon caratteristiche

particolari. Qui dentro il soggetto imparerà a ricostruirsi la realtà. Essenziale

deve essere la kodalità di comunicazione efficace. Infine è indispensavile

stimolare la cura di sè: l'impegno a socializzare, a stare con gli altri, al darsi

agli altri ecc.

L'ironia e il senso comico

L'ironia e l'umorismo hanni effetti fisiologici che consentono di scaricare la

tensioni e hanno effetti psicosociali veicolando un legame emozionale tra gli

individui. L'umorismo è una delle strategie di resilienza, senza apparire

inappropriato, prolungato. La clownterapia è essenziale, e lo scopo di tale

intervento è

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
22 pagine
10 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher CECI9389 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia interculturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di L'Aquila o del prof Vaccarelli Alessandro.