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-BAMBINI TRATTATI COME GIOCATTOLI: INDIFFERENZA PER I LORO SENTIMENTI: I bambini non
tengono conto dei sentimenti altrui e si servono degli altri solo per giocare come se l’altro fosse
un oggetto inanimato (es. pettina un altro bambino senza considerare il fatto che all’altro
piaccia o meno)
-BAMBINI TRATTATI COME DISTURBO (AGGRESSIVITA’): 3 circostanze che portano un bambino
ad aggredire un altro: a) indifferenza e non capire che l’altro bambino è un essere umano
sensibile b) l’altro bambino è visto come un ostacolo all’appagamento di un desiderio (l’altro
vuole l’affetto o l’attenzione di una persona adulta che il primo vuole solo per sé = gelosia) c)
l’altro vuole un giocattolo che il primo non ha intenzione di cedere = invidia. I modi di aggredire
variano a seconda dell’età: fino ai 2 anni (morsi, tirare i capelli, picchiare, spintonare) dopo i 3
anni (lanciare oggetti, sputare). Nel riconoscimento delle conseguenze degli atti aggressivi ci
sono 3 stadi: 1)il bambino non si rende conto del male che fa all’altro con i suoi atti ostili; i suoi
sentimenti di invidia e gelosia lo portano a sfogarsi provocando sollievo e la reazione di pianto
dell’altro lo sorprende. 2)il bambino capisce che il rivale è offeso ma non gliene importa, anzi è
contento nel vederlo piangere. 3)il bambino prova dispiacere per l’altro e si pente per la propria
azione in quanto si identifica con i sentimenti dell’altro; questo porta a desiderio di riparazione.
I bambini in istituti hanno più frequentemente motivi di gelosia e invidia (per l’uso in comune di
giocattoli) per cui hanno maggiori occasioni di essere aggressivi; la lite tra 2 bambini spesso si
estende anche ad altri che non erano partecipi.
-BAMBINI TRATTATI COME UNA MINACCIA: I bambini che sono molto aggressivi spesso piangono
e cercano protezione non appena qualcuno attacca loro; essi sembrano sorpresi degli atti
aggressivi di un altro bambino pur avendo commesso loro stessi tali atti poco prima.
-BAMBINI CONSOLATI E TRANQUILLIZZATI: I bambini riescono a confortare un altro bambino
specialmente quando l’aggressione è stata fatta da un terzo; essi si identificano nelle emozioni
della vittima, tendono a mostrare un atteggiamento ostile verso l’aggressore (oppure tendono
a picchiare l’oggetto che ha provocato la caduta o il male) e uno amichevole verso la vittima.
-AIUTO RECIPROCO TRA BAMBINI PICCOLI: I bambini si aiutano l’un l’altro nei compiti della vita
quotidiana, capiscono le difficoltà e i desideri degli altri (es. aiutare l’altro a mettersi le calze).
-INFLUENZA EDUCATIVA DEI BAMBINI L’UNO SULL’ALTRO: I bambini si educano l’un l’altro: nelle
famiglie, i fratelli/sorelle maggiori integrano l’educazione impartita dai genitori sul figlio minore
(molti bambini non vogliono obbedire ai genitori ma ai fratelli si, li imitano più facilmente)ed è
per questo che il processo educativo è più facile nelle famiglie numerose. Negli istituti un
bambino può influenzare l’altro se è più forte e costituisce per l’altro una minaccia oppure può
influenzarlo perché è più abile in qualche prestazione (la bravura di un bambino in un compito
può stupire l’altro e spingerlo ad aiutarlo anziché ostacolarlo) . Grazie a queste relazioni i
bambini controllano l’aggressività e rimandano i loro desideri. I bambini dell’istituto
comprendono che rubare un giocattolo a un altro bambino porta conflitto.
-AMICIZIA TRA BAMBINI PICCOLI: in bambini famigliari, le amicizie non sono di lunga durata, gli
altri bambini sono solo compagni di gioco e le amicizie si sciolgono quando il gioco finisce; in
istituti, le amicizie tra bambini durano anche mesi, gli amici vengono scelti attentamente e
l’altro bambino è importante quanto il gioco.
-ESEMPI DI GIOCHI AMOROSI, AFFETTUOSITA’: I bambini manifestano dimostrazioni d’affetto
simili a quelle degli adulti (baci, abbracci).
3. RAPPORTO MATERNO NELLA VITA DELL’ASILO: Le emozioni che il bambino solitamente
rivolgerebbe ai genitori, nel caso dei bambini d’istituto, restano insoddisfatte e latenti ma sono
pronte a fuoriuscire non appena egli trova un sostituto esterno. I gruppi bambini che
nell’istituto venivano affidati ad una bambinaia che dava loro cure materne, presto
sviluppavano verso di essa un forte attaccamento e possessività cosi quanto i bambini in una
famiglia lo sviluppano verso i genitori; i bambini dello stesso gruppo venivano trattati con
gelosia/tolleranza simile al rapporto fratello-sorella. I bambini si mostrano gelosi quando la loro
bambinaia aiuta i bambini di un’altra e vogliono essere rimproverati o corretti solo da lei.
-CONSEGUENZE DEL RAPPORTO MATERNO: La possessività (es. aggrapparsi, avere sempre la
compagnia di quella persona, collera e pianto se ciò non è possibile) verso la bambinaia
diventa eccessiva soprattutto quando si è verificata in passato una separazione traumatica
dalla madre vera o da una precedente sostituta poiché il bambino ha paura di una nuova
separazione; i bambini sono disturbati nel loro gioco perché continuano ad osservare se la loro
bambinaia si allontana o se ha relazioni con altri bambini. La prima relazione amorosa con la
madre o con la sostituta è la base per le future relazioni amorose (impara ad amare un oggetto
esterno, non solo sé stesso); il bambino ha delle esigenze che non è capace di esprimere per
cui restano insoddisfatte ed egli cerca soddisfazioni sostitutive. Il rapporto con la figura di
riferimento è ambivalente cioè porta gratificazioni ma anche delusioni, frustrazioni (es. il
bambino manda via la madre quando gli si avvicina e la richiama disperato quando ella si
allontana). Il bambino deve imparare a controllare le proprie emozioni e le proprie pulsioni
(deve capire che non può possedere padre e madre per sé ma può amarli.
Le bambinaie a volte se ne vanno o si trasferiscono in un altro reparto, causando dolorose
separazioni all’attaccamento intimo formato dal bambino con esse (equivale alla separazione
con la madre).
ATTACCAMENTO SPONTANEO AD ADULTI: Chiunque si prenda cura di un bambino per un certo
periodo di tempo può diventare oggetto d’attaccamento. L’attaccamento può nascere anche
spontaneamente in risposta ad un sentimento che il bambino avverte nella persona adulta (es.
una bambinaia è attratta da un bimbo che come lei aveva perduto i genitori).
4. SODDISFACIMENTO E FRUSTRAZIONE PULSIONALI IN FAMIGLIA E IN ISTITUTI: Gli adulti
dell’asilo sono trasformati in sostituti dei genitori: la madre che manca durante la vita
quotidiana del bambino viene sostituita nelle sue funzioni da un'altra persona. Alla nascita il
bambino non distingue tra il proprio corpo e quello della madre: egli trae piacere dal succhiare
il latte materno e quando desidera riprodurre lo stesso piacere ma il seno è assente egli lo
sostituisce col suo dito. Es. il bambino offre alla madre un pezzo di ciò che sta mangiando
(questo non è un gesto altruistico e di rinuncia ma è causato dall’indistinzione tra sé e la
madre=il piacere dato alla madre è come dato a sé stesso per cui è un atto egoistico. Le madri
coccolano il bambino, lo baciano e manipolano il suo corpo, lo correggono, lo picchiano più di
quel che lui ha bisogno, stimolandolo eccessivamente; ciò è praticato in famiglia ma molto
meno negli istituti.
-AUTOEROTISMO IN ISTITUTO: I primi desideri del bambino trovano soddisfacimento sul proprio
corpo e su quello materno; negli istituti il soddisfacimento derivante dalla figura sostitutiva è
minore per cui si sviluppa maggiormente l’autoerotismo (pollice, dondolarsi, masturbarsi) che
cerca di compensare la mancanza. E’ cosi ridotto l’interesse verso il mondo esterno. Es: i
bambini d’istituto prolungano per più tempo il periodo di succhiamento del pollice che funge
da metodo autoconsolatorio; si dondolano quando sono lasciati soli; battono la testa come
segno di frustrazione e collera, piangono per sfogare la loro aggressività. Questi comportamenti
tendono ad intensificarsi e aumentare mentre avvengono; si manifestano raramente in
famiglie.
-DESIDERIO DI ESSERE STIMATI E AMMIRATI, ESIBIZIONISMO: il bambino ama mettersi in
mostra, non giocano da soli ma vogliono attenzione (guarda cosa sto facendo); il bambino
vuole vantarsi dei suoi successi e dei suoi risultati. Ama spogliarsi, esibirsi nudo, mostrando i
genitali alla madre, sfoggiare vestiti, vantare qualità come intelligenza e bontà ma anche
cattiveria e lesioni al corpo. In istituto i bambini non vengono associati ad una sola persona
adulta per cui si esibiscono davanti a qualsiasi estraneo (es. gli mostrano vestiti, oggetti
raccolti ed esibiti solo per ottenere l’attenzione dell’adulto; questo solo per quanto riguarda i
bambini privi di legami affettivi), compagno di giochi (es. solleva oggetti pesanti) ma più
spesso l’esibizione è rivolta alla persona materna sostitutiva. Con la crescita il bambino oppone
all’esibizionismo (che è oggetto di critiche e rimproveri da parte della madre) il suo contrario:
timidezza, goffaggine. L’apprezzamento che il bambino riceve, invece può portarlo a sforzarsi
ulteriormente nelle sue opere.
CURIOSITà INFANTILE: i bambini amano scoprire, indagare, esplorare; essi manipolano i
giocattoli, scoprono come sono fatti, come si smontano, rimontano e aprono; il desiderio di
esplorare è limitato dagli adulti in quanto a volte è pericoloso per la sicurezza del bambino; la
curiosità sessuale mira all’esplorazione del corpo, dell’intimità dei genitori; il bambino vuole
vedere come sono fatti mamma e papà nudi, vuole sapere cosa fanno a letto, da dove vengono
i bambini, quali sono le differenze tra maschi e femmine ecc. Il bambino è attento alle
conversazioni tra i genitori, ai rumori durante la notte e grazie agli elementi raccolti creerà le
sue teorie fantastiche. I bambini più informati sono quelli dei ceti sociali poveri in quanto
vivono in alloggi stretti che rendono impossibile l’intimità dei genitori. Negli istituti i bambini
non possono esplorare l’ambiente circostante liberamente e vivono comunque in un ambiente
artificiale, in cui tutte le attività della giornata sono incentrate su di loro, hanno una visione
distorta della vita (non assistono mai agli acquisti, non conoscono il denaro poiché tutto ciò di
cui hanno bisogno gli viene sempre procurato); tutto ciò non favorisce il loro spirito
d’avventura. I bambini però hanno molte possibilità di vedere i corpi nudi dei compagni e di
conoscere le differenze tra maschi e femmine