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ATTO SECONDO

Si vedrà una caverna montana, in parte rivestita di assi, di stipa, di paglia, largamente aperta attraverso un sentiere petroso. Si discopriranno per l'ampia bocca i pascoli verdi, i gioghi nevati, le nuvole erranti. Vi saranno giacigli di pelli pecorine, deschetti di rozzo legname, bisacce, otri vuoti e pieni, un panconcello per lavorare di tornio e d'intaglio, con suvvi l'asce, il pialletto lunato, il coltello a petto, la lima, il tagliolo, altri strumenti, e da presso le cose lavorate: conocchie, fusa, mestole, cucchiai, mortai, pestelli, cennamelle, sùfoli, candellieri; un ceppo di noce che in basso apparirà ancora informe nella sua corteccia e in alto porterà di tutto tondo la figura di un angelo appena digrossata fino alla cintola dallo scalpello ma già con le ali quasi rifinite. Una lampanetta di olio d'oliva arderà dinanzi all'immagine di Nostra Donna, in una incavatura della rupe come in una nicchia. Una

cornamusa penderà quivi accanto. S'udranno i campani delle mandre nel silenzio della montagna, declinando il giorno, poco dopo l'equinozio autunnale. Scena prima Malde, il cavatesori, e Anna Onna, la vecchia dell'erbe, dormiranno su le pelli di pecora, stesi nei loro cenci. Cosma, il santo, vestito d'una melote, anche dormirà, ma accosciato, con le braccia intorno ai ginocchi e su i ginocchi il mento. Aligi sarà seduto sopra un deschetto, intento a intagliare con suoi ferri il ceppo di noce. Mila di Codra sarà seduta di contro a lui e lo guarderà. : Ma stiè mutolo il patrono ch'era di ceppo di noce, sordo fue il legno santo, Sant'Onofrio non rispose. E disse allora la terza (miserere di noi, Signore!) e disse allora la bella: "Ecco pronto lo mio cuore. Se vuol sangue a medicina, prendetelo dal cuor mio; ma di questo ei non s'avveda, ma di questo ei non s'addìa". Sùbito il legno getta unramo,getta un ramo dalla bocca,getta un ramo per ogni dito.Sant'Onofrio è rinverdito!(Ella si chinerà a raccattare le schegge e i trucioli intorno al ceppo lavorato).ALIGI: O Mila, e questo anche è un ceppo di noce.Rinverdirà, Mila, rinverdirà?MILA (china a terra): "Se vuol sangue a medicina,prendetelo dal cuor mio..."ALIGI: Rinverdirà, Mila, rinverdirà?MILA: "Ma di questo ei non s'avveda,ma di questo ei non s'addìa".ALIGI: Mila, Mila, il miracolo ci assolva!L'Angelo muto ci protegga ancora,ché per lui non m'adopro co' miei ferrima sì m'adopro con l'anima in mano.E tu che cerchi, là? che hai perduto?MILA: Io raduno le schegge; e le arderemo,e un granello d'incenso con ognuna.Affretta, Aligi, ché il tempo sen viene.La luna di settembre è menomantee i pastori cominciano a partire:chi verso Puglia va, chi versoRoma. E dove l'amor mio farà viaggio? Dov'ei farà viaggio gli sien pratadinanzi e fonti d'acque, e non sia vento, e di me gli sovvenga quando annotta! ALIGI: Verso Roma farà viaggio Aligi, andrà dove si va per tutte strade, con la sua mandra verso Roma grande, a pigliar perdonanza dal Vicario, dal Vicario di Cristo Signor Nostro, perché quegli è il Pastore dei Pastori. Non in terra di Puglia andrà uguanno: ma a Nostra Donna della Schiavonia ei manderà per man d'Alài d'Averna questi due candellieri di cipresso con due ceri mezzani in compagnia, che di lui peccatore non si scordi Nostra Donna che guarda la marina. Poi quest'Angelo, come sia finito, ei lo caricherà sopra una mula e passo passo ei se lo porterà. MILA: Affretta, affretta, ché il tempo sen viene. Dalla cintola in giù l'Angelo è preso ancor nel ceppo, i piedi ancor legati ha nei nocchi, e le mani senza dita, e gli

occhi si pareggian con la fronte. Indugiato ti sei a fargli l'alepenna per penna, ma volar non può. ALIGI: M'aiuterà Gostanzo il dipintore, Gostanzo di Bisegna il dipintore che lavora d'istorie per le carra. Accordato io mi sono già con lui ed ei mi metterà colori fini; e forse alla Badia m'avrò dai frati per un agnello un poco d'oro in foglia da mettere nell'ale e alla gorgiera. MILA: Affretta, affretta, ché il tempo sen viene e già la notte è più lunga del giorno, e su dalla pianura monta l'ombra all'improvviso quando non s'attende, sì che l'occhio non guida più la mano e al ferro cieco non soccorre l'arte. (Cosma si agiterà nel sonno e si lamenterà. Si udrà giungere di lontano la cantilena sacra dei pellegrinaggi). Cosma si sogna. E chi sa che si sogna! Odi odi il canto della compagnia che varca la montagna per andare forse a Santa Maria della Potenza, Aligi,

verso la tua terra, verso la tua casa dov'è la madre tua: e forse passerà poco distante, e la madre l'udrà, l'udrà Ornella forse, e diranno: "Questi pellegrini scesero dagli stazzi dei pastori e alcun saluto non ci fu mandato!" (Aligi sarà curvo a digrossar con l'ascia il basso del ceppo. Dato un colpo, abbandonerà il ferro nel legname; e si solleverà ansiosamente). ALIGI: Ah, perché tocchi dove il cuore dole? Mila, corro e li giungo sul cammino e fo preghiera al crocifero che porti l'imbasciata... Ma come gli dirò? MILA: Gli dirai: "Buon crocifero, ti prego, se passi per il vallone di San Biagio, per la contrada detta l'Acquanova, domanda della casa d'una donna chiamata Candia della Leonessa e fa sosta, perché certo avrai da lei un boccaletto per ristoro e forse più altro avrai, fa sosta e dille: - Il figlio Aligi ti saluta, e le sorelle con te anche, e Vienda anche, la sposa, e ti

Promette che discenderà per essere da te ribenedetto in pace, prima della dipartita, e t'assicura ch'ei fu liberato d'ogni male e periglio, liberato della falsa nemica ultimamente, e non sarà mai più cagione d'ira e non sarà mai più cagion di pianto alla madre, alla sposa, alle sorelle.

"ALIGI: Mila, Mila, qual vento ti combatte l'anima e te la volge? Un vento sùbito, un vento di paura. E ti si spegne la voce in bocca e il sangue se ne va dalla tua faccia... Perché vuoi ch'io mandi messaggio di menzogna alla mia madre? MILA: In verità, in verità ti parlo, o fratel mio, caro della sorella, quanto è vero che non commisi fallo con te ma stetti accesa come un cero dinanzi alla tua fede e fui lucente d'amore immacolato al tuo conspetto. In verità, in verità ti parlo e dico: Va, va, corri sul cammino e cerca del crocifero che porti il saluto di pace all'Acquanova. Venuta è."

l'ora della dipartita per la figlia di Iorio. E così sia.

ALIGI: Per certo hai tu mangiato miel selvaggio che ti turba la mente! E dove andrai?

MILA: Andrò dove si va per tutte strade.

ALIGI: Ah, verrai meco, dunque, verrai meco! Assai lungo è il cammino. Ma te anche io metterò su la mia mula. E andremo con la speranza, verso Roma grande.

MILA: Convien ch'io vada dall'opposta parte co' piè miei lesti e senza la speranza.

ALIGI (volto alla vecchia che dorme): Anna Onna, su, svegliati, su, levati, e vammi in cerca dell'eboro nero, che il senno renda a questa creatura!

MILA: Non t'adirare, Aligi. E se t'adiria anche tu contro a me, come vivrò io fino a sera? Sotto il tuo calcagno il mio cuore non lo raccoglierò.

ALIGI: Nella mia casa non ritornerò se non con te, con te, figlia di Iorio, Mila di Codra, mia per sacramento.

MILA: Aligi, e passerò la soglia stessa ove fu posta la croce di

cera?E un uomo v'apparì, che sanguinava;e disse allora il figlio di quell'uomo:"Se il sangue è ingiusto, tu non puoi passare..".Era di mezzodì, nella vigiliadi San Giovanni. Era la mietitura.Pace ha la falce appesa alla parete,il grano si riposa nei granai,mentre il dolore seminato s'alza.(Cosma si agiterà nel sonno gemendo).

ALIGI: Ma sai tu chi ti condurrà per mano?COSMA (gridando): Non lo sciogliere! No, no, non lo sciogliere!

Scena secondaIl santo aprirà le braccia sollevando il volto di su i ginocchi.MILA: Cosma, Cosma, che sogni? Di': che sogni?(Cosma si sveglierà e si leverà).ALIGI: Che hai veduto? Di': che hai veduto?COSMA: Spaventi si son vòlti contro a me.Io ho veduto... Ma non debbo dire.Ogni sogno, che vien da Dio, purgatosarà col fuoco prima d'esser detto.Io ho veduto, e certo parlerò.Ma ch'io non usi indegnamente il Nomedell'Iddio mio per giudicare,

: Non lo so, pastore. Ma se è la volontà di Dio, sarò pronto a seguirti. ALIGI: Ti condurrò in un luogo segreto, dove potrai vedere ciò che gli occhi umani non possono vedere. Ti mostrerò le meraviglie del mondo invisibile. COSMA: Sono pronto ad affrontare questa avventura, pastore. Guidami verso la verità. ALIGI: Ti guiderò con la mia conoscenza e con l'aiuto dell'Angelo che veglia su di noi. Preparati, perché il cammino sarà lungo e difficile. COSMA: Confido nella tua guida, pastore. Sono pronto a scoprire i misteri nascosti. (Malde e Anna Onna si sveglieranno e si alzeranno per ascoltare). (Cosma si agiterà nel sonno, gemendo). ALIGI: Ma sai tu chi ti condurrà per mano? COSMA: Non lo so, pastore. Ma se è la volontà di Dio, sarò pronto a seguirti.

(gridando): Non lo sciogliere! No, no, non lo sciogliere!

Scena seconda

Il santo aprirà le braccia sollevando il volto di su i ginocchi.

MILA: Cosma, Cosma, che sogni? Di': che sogni?

(Cosma si sveglierà e si leverà).

ALIGI: Che hai veduto? Di': che hai veduto?

COSMA: Spaventi si son voltì contro a me.

Io ho veduto... Ma non debbo dire.

Ogni sogno, che vien da Dio, purgato sarà col fuoco prima d'esser detto.

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Publisher
A.A. 2011-2012
154 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Moses di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura teatrale italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Alfonzetti Beatrice.