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PROMUOVERE, MEDIARE, COSTRUIRE.
1.Promozione della lettura: nuove prospettive.
Dal 1997 ad oggi si sono persi 500.000 lettori. Un’indagine più recente conferma un lieve miglioramento. Più
del 70% dei lettori è composto dagli 11 ai 24 anni e decresce all’aumentare dell’età. La maggioranza dei lettori
sono donne. Per i nonlettori la noia della lettura è la principale motivazione del disinteresse, vi sono altre
motivazioni tra cui anche la mancanza di bilbioteche e librerie vicino casa. Gli stessi libraibibliotecari
potrebbero incentivare la lettura predisponendo spazi adatti e pratiche di promozione, invece demandano alla
scuola la responsabilità assoluta della formazione dei giovani lettori. Vi è una percentuale piccola di lettori forti
che è supportata dalla famiglia, mentre la maggioranza di lettori saltuari avrebbe bisogno di stimoli maggiori.
Un’analisi qualitativa esige la riflessione sul senso del leggere oggi, sulla portata formativa della lettura, sulle
imposizioni delle leggi di mercato, sulla difficoltà di proporre il lettore come modello e la lettura come valore.
L’insistenza esagerata sul gusto di leggere ha portato ad una esagerazione della dimensione ludicoricreativa
della lettura, senza controllo o vigilanza critica, ad un anarchismo che ha trascurato la complessità della
dimensione esistenziale dei ragazzi e ha sottovalutato la sfaccettata articolazione dell’offerta editoriale.
Occorre considerare anche l’industria culturale rivolta ai ragazzi, che sono investiti da una moltitudine di
prodotti associati al testo che sarà spinto a comprare: videocassette, giochi, magliette, pupazzi…
Oggi i bambini rischiano di diventare consumatori di marchi editoriali più che di libri di lettura. Il rischio è di
ridurre la lettura a consumo, puro divertimento, trascurando il leggere nella sua più alta accezione, cioè come
percorso, lento e faticoso, ri crescita spirituale, che significa rimettere in gioco l’idea di se stessi e del mondo,
le credenze arrugginite, le certezze consolidate. La qualità del libro si misura, pertanto, non solo sulle
stimolazioni piacevoli, ma sulla capacità di restituirci una realtà nella sua complessità e nelle sue mille
sfaccettature. Libri impegnativi capaci di stimolare l’intelligenza e la capacità di comprensione e
comunicazione del bambino.
A partire dagli anni settanta, ma anche con anticipazioni eccezionali di alcuni autori, la produzione italiana di
libri per ragazzi è profondamente cambiata, grazie alla visione del bambino come entità autonoma e sociale.
Le conseguenze sono state l’ampliamento tematico, scelte stilistiche più accurate, pluralismo valoriale e
considerazione delle specifiche modalità di ricezione dei testi.
2.Oltre il piacere di leggere.
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Per promozione della lettura giovanile si intendono quei progetti consistenti in un insieme di procedimenti ed
eventi, strumenti e atti per favorire l’incontro tra i ragazzi e il libro, far crescere e consolidare le abitudini di
lettura, spingere il giovane lettore a passare da un libro all’altro con familiarità.
Il 1972 con l’apertura della prima libreria per ragazzi inizia il processo di sviluppo della promozione alla lettura.
Gli anni ’80 e ’90 sono stati caratterizzati da un problema determinante: convincere il giovane lettore
dell’aspetto prioritario della lettura. Per far ciò occorreva spettacolarizzare il processo stesso di lettura. Oggi è
importante sia far leggere, ma anche che cosa far leggere.
I prodotti dell’editoria sono diversificati e continuamente in movimento, anche perché in continuo mutamento è
l’identità del lettore. A libri di qualità sono affiancati libri che, sostanzialmente, non appartengono al mondo
della letteratura, e provengono da punti esterni al mondo dei libri: storie tratte da film, libri di comici e
personaggi famosi ecc…La qualità del libro risiede ora non solo nella capacità di stimolare la fantasia e la
crescita del lettore, ma anche nel suo riversarsi in altre storie, nel parlare la lingua dei massmedia,
standardizzata e banale.
Buona fetta del mercato editoriale, infatti, è occupata da produzioni crossover, libri seriali, bestsellers originati
da film, biografie di personaggi famosi molto pubblicizzate, generando un imbarbarimento culturale.
Il grosso della formazione dei bambini passa attraverso la scuola e la televisione, la prima presidio della civiltà,
la seconda della incauta sperimentazione di pseudocultura.
La scuola ovviamente deve evitare atteggiamenti di chiusura, ma promuovere la lettura modernizzando
l’aspetto e il linguaggio del libro per renderlo più accattivante, cercando un compromesso tra la qualità del libro
e le esigenze di marketing.
Le storie per i ragazzi devono essere scritte in modo da fungere da specchio in cui ognuno può rintracciare
parti di sé, accostarsi alla lettura come percorso di conoscenza ed esperienza formativa. Il piacere di leggere
deve essere legato all’efficacia del testo e al ruolo attivo esercitato dal lettore, che coopera alla costruzione del
significato riempiendo gli spazi lasciati vuoti dall’autore.
Bisogna insegnare ai ragazzi a cogliere il senso nascosto delle parole, e dare significato ai vari messaggi
contenuti nel testo, per creare quel legame sentimentale e duraturo tra testo e vita del lettore.
3.Animazionedella lettura.
Il fenomeno dell’animazione nasce negli anni ’60 come esigenza di cambiamento per la costruzione della
scuola come ambiente educativo liberatorio e socializzante. I riferimenti teorici sono la pedagogia del gioco da
Froebel in poi, i principi della scuola attiva, le esperienze di Mario Lodi e Bruno Ciari, il learning by doing di
Dewey.
Le varie esperienze di animazione teatrale, hanno reso più dinamico il rapporto con la narrazione e la lettura,
mettendo in evidenza l’importanza della partecipazione, del lavoro di gruppo, dell’improvvisazione, della
comunicazione non verbale: l’uso dei burattini, l’impiego delle immagini, la reinvenzione della fiaba, il
linguaggio parlato come momento alternativo al linguaggio scritto, l’uso del suono. rumore, la creatività
artistica per l’esplorazione dei testi: l’insegnante diviene animatore culturale.
La lettura analitica o espressiva di un testo è un’attività di animazione drammatica, come la sceneggiatura di
un racconto narrativo, o la ricerca dell’espressione mimica.
L’animazione classica è intesa come rappresentazione teatrale che dà vitalità ad un testo; l’animazione di
ricerca, sollecita la ricerca delle modalità migliori, psicologiche, documentative, espressive in funzione
dell’animazione; l’animazione creativa che aggiunge l’animazione dl momento comunicativo. Tutte forme in
grado di affermare un nuovo modo di fare cultura.
Oggi si tende a considerare animazione qualsiasi spettacolare momento di didattica nonconformista. Invece il
senso dell’animazione risiede nell’introduzione di contenuti e tecniche didattiche nuove che mettano al centro
la dimensione emotivoaffettiva dell’apprendere, in un confronto interdisciplinare e tra i diversi linguaggi.
Oltre alla via teatrale nell’animazione alla lettura sono comprese anche tutta una serie di attività ludiche volte a
creare un momento speciale, coinvolgente di avvicinamento tra gioco e lettura. Pertanto una ludicità che non
prescinde mai dall’uso del libro, nella sua più ampia accezione.
La più efficace, e antica, animazione è quella più semplice, che punta sull’oralità primaria sottesa alla pagina
scritta. Restituire suono, intensità e volume alla parola scritta significa darle vita, animarla. Riscoprire l’oralità
partendo dalla lettura ad alta voce significa ripartire dalle origini del teatro e della narrazione. Tutta la
letteratura per bambini è teatro.
Gianni Rodari, non a caso, amava sottoporre i bambini alla lettura ad alta voce dei propri testi per validarne
l’efficacia. Proprio da questa propensione all’oralità scaturiva una scrittura narrativa di carattere teatrale. I
dialoghi erano veloci ed essenziali, ed il carattere dei personaggi non risultava evidente da descrizioni, ma
derivava da atteggiamenti, immagini, situazioni: ingredienti indispensabili per tradurre la parola scritta sulla
scena.
La favola, e la letteratura dell’infanzia in generale, dovrebbe nascere da un rapporto di comunione con i
bambini.
La poesia, a differenza del romanzo, non è scritta per essere semplicemente letta, ma per essere recitata.
Bruno Tognolini, su “La vita scolastica”, riflette sulle componenti essenziali delle filastrocche e della loro
attrattiva: il suono, la rima, il ritmo da una parte, il senso, il messaggio racchiuso nei versi dall’altra.
Suono e senso sono due rovesci della stessa medaglia, comunicare il senso con il suono significa dagli
energia e vitalità, stimolare ricordi lontani e piacevoli. Ma anche le filastrocche che non hanno senso sono
funzionali ai ricordi e al piacere di giocare con le parole.
Molto importante è la bellezza delle filastrocche, perciò è importante che il poeta scelga con curai versi e le
storie migliori da proporre al bambino.
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La lettura ad alta voce, la recitazione di filastrocche, conte, rime, sono il punto di inizio per l’educazione
all’ascolto e per ogni forma di ulteriore animazione, perché il bambino possa entrare in contatto con la lingua e
le sue possibilità, ricavandone insieme piacere e competenza.
La capacità di ascolto merita un’attenzione particolare perché risorsa importantissima per lo sviluppo del
bambino.
Voce materna, voci dell’ambiente, figure e immagini del mondo sono rappresentate dalla lallazione, e dal
trattenere nella memoria tali suoni e immagini. Pertanto lungo tutta l’infanzia i bambini mostrano di preferire il
racconto in versi.
4.Il bambino, il libro, l’adulto.
Ogni lettura è comunque un’interazione tra i sistemi culturali del lettore e quelli dell’autore. Cioè fra
assimilazione e accomodamento.
Le riflessioni sul piacere della lettura sono coerenti con le istanze della pedagogia di matrice personalistica,
che ha insistito sull’intenzionalità e sulla libera scelta del lettore, riflettendosi in ambito didattico nella
promozione di iniziative volte a superare il primato che la dimensione strumentale del leggere ha storicamente
assunto, e continua per certi versi a detenere nell’insegnamento scolastico e nelle pratiche di educazione alla
lettura in ambito extrascolastico. La lettura deve avere anche un valore conoscitivo e formativo e, pertanto, è
necessario che i testi siano