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3° SAGGIO – L’UOMO COME ESSERE DI NATURA E PORTATORE DI CULUTRA

(1989) In questo saggio Gadamer analizzerà innanzitutto i rapporti che nella

vita l’uomo instaura tra natura e cultura. Da tale presupposto Gadamer vuole

mettere in luce come il contrasto fra dimensione della natura e della cultura sia,

nell’uomo, solo apparente. Il dibattito scientifico ha consegnato una visione della

scientificità piuttosto contrastante. Da un lato vi sono le scienze naturali, che

perseguono la spiegazione e la misurazione del reale; dall’altro vi sono le scienze

umane o scienze dello spirito, che perseguono l’interpretazione e la

comprensione del mondo. La seconde però sono sempre state accusate di

mancanza di rigore scientifico. Questa netta separazione all’interno della

scienza, tra natura e spirito, si è riflessa anche nel modo in cui l’uomo pensa se

stesso. Ma natura e spirito non sono opposti bensì si trovano in un rapporto

dialettico. Dell’uomo Gadamer vuole sondare l’essenza, che è fatta da natura,

spirito e cultura. L’uomo dovrebbe coltivare in se stesso ciò che gli è dato dalla

natura servendosi di quanto la cultura gli offre. Spirito- natura- cultura. Una

triade indivisibile per arrivare a quella che è vera “trasformazione”, e arrivare

cosi all’equilibrio e all’armonia del proprio essere.

L’analisi umanistica di Gadamer assume i toni di una critica culturale finalizzata

a preservare l’umanità dall’autodistruzione. Ciò si ottiene insegnando agli uomini

che detengono il potere a non abusarne. Come porre in atto una tale educazione?

= Rendendo consapevole l’umanità che il pericolo per se stessa proviene

anzitutto dall’abuso di potere. Vi è necessita di educare l’uomo al proprio

potenziale umano, permettendo così che la sua Bildung si sostanzi di natura e si

arricchisca nella cultura. La natura consegna un’originaria “forza vitale”,

mentre la cultura reca il “dono del domandare” per il cui tramite l’uomo

procede nell’interpretazione di se stesso e del mondo. Entro l’armonia di natura

e cultura, l’uomo ritrova il sentimento del suo “sentirsi a casa” ossia percepisce

di essere abitatore di se stesso e non a sé estraneo. Soltanto così l’uomo si

forma.

4° SAGGIO – “L’IDEA DI UNIVERSITA’: IERI, OGGI, DOMANI” (1988) L’accento

viene posto sulla dimensione identitaria dell’università e in particolare quella

della Humboldt-Universitat di Berlino, colta fra i tre tempi della storia. Qui la

categoria di Bildung ha un ruolo centrale. Essa si configura non solo come

elemento costitutivo della realtà universitaria, ma anche come presupposto della

ricerca scientifica. Humboldt fondò l’università sull’idea di Bildung: ciò che

intendeva indicare con questa parola non era l’opposizione rispetto a chi non

fosse istruito, bensì si pronunciò contro l’orientamento dell’università come

scuola professionale. Con quella parole intese quindi in contrario di specialista.

Bidlung indicava il distacco da ogni cosa utile e utilizzabile. Prendere parte a

una ricerca scientifica, non significa prepararsi ad una professione nella quale la

scienza giunge all’applicazione, bensì vuol dire Bildung.

Gadamer vede nell’università contemporanea l’estrinsecarsi della “Bildung

autoestraniantesi” ovvero il delinearsi di una formazione che diventa estranea a

se stessa. Ciò non riguarda la sola università tedesca ma costituisce un processo

mondiale. L’aumento delle prestazioni specialistiche nella ricerca ha sospinto

verso una Bildung di livello scandente, cosi l’università moderna non è più luogo

di Bildung, ma una fucina per le future professioni. In questo modo l’università

ha smarrito il suo scopo originario: contribuire alla formazione dell’uomo. Ciò

che occorre fare per Gadamer consiste nel definire in modo nuovo il senso della

libertà accademica, cercare uno spazio libero al cui interno possa avere luogo

l’operare sia di chi insegna facendo ricerca, sia di chi studia facendo ricerca. E

fare ricerca vuol dire Bildung.

5° SAGGIO – STUDENTI-OPERAI E UNIVERSITA’ (1994) sconfitto il

nazionalsocialismo, persa la guerra, la Germania dell’est conosce l’occupazione

sovietica e il suo regime, a cui anche l’università deve uniformarsi. Essa non è

più quell’istituzione elitaria ma luogo aperto al popolo, e deve essere resa

accessibile anche ai figli degli operai. Tale apertura non deve implicare un

abbassamento del livello culturale nelle università tedesche: occorre mediare tra

tradizione e innovazione, tra passato e presente, al fine di costruire per il futuro

un’università nella quale il valore della tradizione umanistica si coniughi con le

fertili tensioni del mondo contemporaneo. Dovere dell’università è rendere

possibile il formarsi nell’indipendenza del giudizio e nella chiarezza del sapere.

All’interno di questa configurazione è necessario operare un faticoso lavoro

educativo finalizzato a sospingere l’uomo alla piena espressione di se stesso.

Dunque un’università democratica per un’umanità senza classi, capace di

avvalorare la Bildung quale bene comune dell’umanità.

6° SAGGIO – LA PROFESSIONE QUALE ESPERIENZA CREATRICE (1989) Si

parla sempre di università. Gadamer sferra un attacco all’idea moderna di

professione e alla presunta vocazione che essa richiederebbe. Gadamer non

intende negare che l’uomo possa avvertire dentro se stesso una “voce interiore”

capace di guidarlo verso un determinato percorso, ma rileva come la scelta

professionale possa essere in realtà l’esito di un condizionamento prodotto in

primo luogo dalla famiglia e poi dalla società, dalla scuola e quindi dall’università.

Com’è improprio parlare di scienza, ricerca e insegnamento nei termini di una

professione esercitata per vocazione, così la formazione professionale non può

certo venire confusa con la bildung. Apprendimenti, informazioni e nozioni,

categorie di cui nell’età moderna si sostanziano sia la scuola sia l’università, non

sono altro che “condizionamenti sotto i quali avviene ogni libera scelta”. Un

organizzato progetto di plasmazione agisce sullo studente, affinché diventi ciò di

cui la società industriale e l’economia industriale abbisognano: l’esercizio della

sua funzione, ossia la funzione per la quale è impiegato. In questa funzione lo

studente dovrebbe cercare il senso di se stesso ma, domanda Gadamer, puo

farlo? E osserva: in quanto uomini, proviamo soddisfazione quando abbiamo

trovato il nostro stile, questa nuova, intima bildung, all’interno di ciò che è

predeterminato e che sperimentiamo forse come una specie di riconoscimento

di noi stessi. Configurandosi come stile, ossia come modo di essere che si riflette

nel comportamento, la Bildung identifica l’elemento di autenticità e peculiarità

dell’essere uomo che consente di salvaguardarsi dalla pericolosa e spaesante

“perdita di sé”. La Bildung si fa espressione di una forza originaria dell’uomo e

di un potenziale di libertà che consentono al soggetto di sentirsi appagato,

nonostante i tanti condizionamenti a cui è sempre esposto.

7° SAGGIO – “SCUOLA E SCUOLA SUPERIORE NELLA STORIA E NEL PRESENTE”

(1988) Scuola ed educazione, vita e libertà, legami familiari e amicali, citta e

cittadinanza, solidarietà e affidabilità, Dio e uomo sono infine i punti mediante

cui Gadamer intese questo suo discorso. In queste rapide pagine le idee di

Bildung e Humanismus rimangono ancora strettamente collegate tra loro.

L’uomo e l’umanità se vogliono salvarsi dall’anonimità della vita, hanno

un’incombenza urgente: recuperare e poi custodire quello che si è perduto, la

Bildung! Essa nella modernità ha fallito, ma non bisogna ora rinunciare ad essa.

Se non si vuole che l’umanità sia destinata a trasformarsi in un formicaio o in

una tana di termiti, ma sappia vivere in modo umano, occorre assolvere a un

compito: far si che l’uomo possa costruire la propria casa nella propria vita,

cercare quella totalità che una casa è. E questa casa è proprio la Bildung stessa.

Essa è: non una preparazione ad una professione specifica, non un inserimento

in una società, non un esercizio di adattamento, ma semmai quell’elemento di

fondazione che potrà poi aiutare l’uomo anche nella sua professione.

Bildung e Humanismus

Tali termini vengono quasi a fondersi nella tramatura di un filosofare che,

aprendosi all’interpretazione del mondo e dell’esistente, consegna all’uomo la

responsabilità della propria formazione.

Gadamer avvalora la scienza dell’interpretazione dei testi nei termini di una

filosofia pratica, capace di produrre cambiamento all’interno del sapere e

dell’agire umano. Tale filosofia coniuga il pensiero teoretico con la concretezza

dell’esistenza umana, traducendo l’attività conoscitiva in un’esperienza

ermeneutica. Il soggeto che interpreta ha la facoltà di comprendere se stesso e

il mondo. Affinché ciò si renda possibile l’uomo, secondo G, deve aprirsi a tre

dimensioni tra loro interconnesse:

1) Deve disporsi in primo luogo alla Auslegung, ossia all’interpretazione.

Occorre comprendere le ragioni che hanno condotto la società in uno stato

di crisi profondo e capire le motivazioni che hanno reso il soggetto un

essere reificato. Non avendo chiara coscienza di se stesso e di ciò che lo

circonda, il soggetto si adegua alla realtà esterna, ma smarrisce la

consapevolezza critica e la capacità di pensare liberamente.

2) È necessario poi che il soggetto si volga alle forme dell’Humanismus.

Conoscere il reale attraverso lo studio del particolare nel generale, del

differente nel ricorrente, dell’unico nell’uniforme, dell’immisurabile nel

misurato.

3) Infine occorra che il soggetto assuma coscienza della propria Bildung.

L’uomo può contrastare lo stato di alienazione da cui è pervaso e

contrapporsi alla condizione di crisi che investe la società cogliendo la

Bildung rispettivamente quale essenza costitutiva di se stesso, e come

forma dell’umanità.

Auslegung – Humanismus &ndas

Dettagli
A.A. 2013-2014
9 pagine
3 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher serenagaglielfo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Sola Giancarla.