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Concetti Chiave

  • Ippodamo da Mileto, architetto e urbanista greco del V secolo a.C., ha ideato lo schema ippodameo, un piano urbanistico che ha influenzato le città greche e romane.
  • Lo schema ippodameo si basa su assi perpendicolari, noti come cardi e decumani, creando un layout "a scacchiera" con isolati rettangolari.
  • Ippodamo ha applicato il suo schema a città come Mileto, Priene, Olinto, e forse anche Agrigento, Pompei e Paestum.
  • Oltre all'urbanistica, Ippodamo era un filosofo politico, immaginando una città ideale con una struttura sociale divisa in tre classi e zone funzionali distinte.
  • Il contributo di Ippodamo ha gettato le basi per l'urbanistica moderna, influenzando il modo in cui progettiamo le città oggi.

Indice

  1. Ippodamo e lo schema urbanistico
  2. Caratteristiche dello schema ippodameo
  3. Progetti e realizzazioni di Ippodamo
  4. La visione utopica di Ippodamo
  5. Eredità urbanistica di Ippodamo

Ippodamo e lo schema urbanistico

Ippodamo da Mileto (V sec. a.C.) fu un grande architetto e urbanista greco. Ideò lo schema ippodameo, l' impostazione urbanistica tipica delle città greche, che si diffuse poi in tutto il Mediterraneo, caratterizzando anche le città fondate dai Romani.

Caratteristiche dello schema ippodameo

Precedentemente a questo rivoluzionario schema urbanistico, i progetti prevedevano che le prime costruzioni edificate fossero le case, e gli spazi rimasti fra di esse avrebbero formato le strade. Questo schema invece si basava su assi perpendicolari fra loro; alcuni detti cardi, (direzione nord-sud) altri detti decumani (direzione est-ovest) che si incrociavano formando angoli retti, detti "a scacchiera". Si formavano degli isolati rettangolari in cui si disponevano le case. Le strade secondarie variavano di larghezza da tre a cinque metri, ed erano un numero più elevato rispetto alle strade principali, che erano larghe da cinque a dieci metri. Le strade minori erano distanziate più o meno trenta metri l'una dall'altra, le strade maggiori da cento a duecento metri. Una generale impostazione urbanistica come questa era già stata inventata prima di Ippodamo, ma fu grazie a lui se essa trovò una teoria corretta e coerente per essere realizzata.

Progetti e realizzazioni di Ippodamo

Pericle, uno statista dell'epoca, affidò a Ippodamo le redini per la ristrutturazione del porto di Pireo, una città dell'Attica, in Grecia. Egli contribuì come architetto anche a dare origine alla colonia ateniese di Turi, in Puglia nel 443 a.C., e nel 408 a.C. all'edificazione della città di Rodi. Creò progetti urbanistici basati sul suo schema ippodameo per le città di Mileto, di Priene, Olinto e, forse, per Agrigento, Pompei e Paestum.

(Utopia: la visione di un proposito ideale, seppure irrealizzabile)

La visione utopica di Ippodamo

Ippodamo fu anche un filosofo politico, e la sua aspirazione alla città perfetta consisteva in un centro abitato creato unendo fattori della società spartana e quella ateniese. Il suo progetto contava un ideale di diecimila abitanti, spartiti in tre classi sociali: gli artigiani; gli agricoltori; i guerrieri. Lo spazio doveva essere diviso in tre zone, una dedicata alla venerazione gli dei, una pubblica e una riservata alle proprietà private. Vi dovevano essere poi terre di proprietà dei contadini e terre adibite all'uso comune. Dei giudici anziani erano a capo della giustizia e le cariche pubbliche dovevano essere elette dal popolo.

Eredità urbanistica di Ippodamo

Lo scherma urbano di Ippodamo da Mileto è un fondamento dell'urbanistica di oggi, e ci ha permesso di progettare nuove città ben strutturate.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contributo principale di Ippodamo da Mileto all'urbanistica?
  2. Ippodamo da Mileto ha ideato lo schema ippodameo, un'impostazione urbanistica basata su assi perpendicolari che formano una griglia a scacchiera, caratteristica delle città greche e successivamente adottata dai Romani.

  3. In che modo Ippodamo ha influenzato la progettazione delle città?
  4. Ippodamo ha introdotto un sistema urbanistico coerente e teoricamente fondato, che prevedeva la disposizione delle strade e degli isolati in modo ordinato, influenzando la progettazione di città come Mileto, Priene, Olinto, e forse Agrigento, Pompei e Paestum.

  5. Qual era la visione utopica di Ippodamo per una città ideale?
  6. Ippodamo immaginava una città ideale con diecimila abitanti divisi in tre classi sociali (artigiani, agricoltori, guerrieri), con spazi dedicati a divinità, usi pubblici e proprietà private, e un sistema di giustizia guidato da giudici anziani con cariche pubbliche elette dal popolo.

Domande e risposte

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