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Uno studente su 6 si divide passa più tempo su internet che a scuola

Sempre più connessi, sempre più tempo e sempre più precocemente. Questi siete voi, i teenager del 2015, secondo l’indagine promossa dal Safer Internet Center Italiano con Skuola.net in occasione del 12esimo Safer Internet Day.

La ricerca ha coinvolto circa 8.000 studenti e ha evidenziato che solo 1 su 10 si connette ad internet meno di un’ora al giorno. Tutti gli altri superano questo limite e si arriva a picchi superiori alle 5 ore al giorno per 1 su 6.

SMARTPHONE I LOVE YOU - Addio PC! Oggi oltre la metà dei teenager naviga prevalentemente tramite il proprio smartphone, posseduto da ben il 98% degli intervistati. Dall’analisi dei dati realizzata dal Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia dell’Università di Firenze, si scopre che il primo cellulare conesso a internet arriva nelle mani dei ragazzi sempre prima: fra i nati tra il 2002-2004 la percentuale di quelli che hanno ricevuto lo smartphone prima di finire le scuole medie è pari al 95%, mentre tra i classe ’96-’98 è pari al 36.2%.

GENITORI, QUESTI SCONOSCIUTI - Usare internet sul device personale, superando il PC di famiglia, mette quasi fuori gioco i genitori. Loro risultano essere completamente all’oscuro delle attività digitali dei propri figli (per il 19% dei votanti) o averne un’idea molto vaga (34%). E i professori? Anche loro sono lontani anni luce dalla vita online dei ragazzi: la metà degli intervistati afferma che i prof non hanno mai fornito consigli o indicazioni su un uso corretto di strumenti come i social network. Eppure, dalla ricerca emerge che senza la guida degli adulti aumenta la percentuale di ragazzi esposti ai rischi della rete.

A SCUOLA NON SE NE PARLA - Le attività nelle scuole dedicate alla vita in rete hanno coinvolto poco più della metà degli studenti. Il dato presenta alti e bassi: alcuni (il 25%) hanno partecipato più di una volta ad incontri di questo tipo e tanti altri invece (il 49%) non ne sono mai stati coinvolti. Secondo gli studenti, quindi, si dovrebbero fare più lezioni di social a scuola: secondo una recente ricerca di Skuola.net, a dirlo sono circa 2 su 3.

I PERICOLI DELLA RETE: DIVERSI PER LUI E PER LEI - Se nè la scuola nè gli adulti forniscono “regole per l’uso”, avanza l’esposizione dei giovani ai pericoli della rete. Le ragazze intervistate sono state maggiormente coinvolte nella ricezione di messaggi, proposte o immagini indesiderate da parte degli adulti (40% contro il 32% dei maschi) mentre i ragazzi si sentono più esposti a trovarsi coinvolti in sito, gruppi o persone che mettono in atto comportamenti illegali (22% contro il 16% delle femmine). Le differenze non sono legate solo al genere, ma anche all’età. I più piccoli, nella fascia tra gli 11 e i 13 anni, vorrebbero più protezione contro adulti malintenzionati, e i ragazzi tra i 14 e i 16 anni chiedono invece di essere aiutati contro le prese in giro dei coetanei. Quest’ultima si conferma così la fascia più esposta al cyber-bullismo. I più grandi, tra i 17 e i 19 anni, si sentono invece più sicuri su questi temi.

IL WEB: TRA INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE - Il web viene utilizzato da 9 su 10 per cercare consiglio per le scelte di scuola e università, mentre sono 3 su 5 coloro che si rivolgono a internet per dubbi sulla sessualità. Quest'ultima percentuale aumenta nei ragazzi più grandi. Il web non fornisce solo informazioni, anche se questa è la funzione prevalente che i ragazzi danno alla rete. Altrettanto importante è la possibilità di comunicare e intrattenere amicizie e relazioni grazie ai social network. Ci si informa, si comunica, e ci si diverte anche. Tutto grazie ad un unico media. La funzione ricreativa di video, gioco e intrattenimento è a stretto giro il terzo motivo per il quale ci si rivolge a internet. Sono in minoranza coloro che si interessano al coding e all’attività creativa sul digitale.

LA RICERCA - La ricerca ha coinvolto complessivamente 8.000 studenti per un totale di circa 2.400 questionari analizzati, relativi al profilo d’età d’interesse compreso tra gli 11 ed i 19 anni. Alla redazione del questionario hanno partecipato anche altri membri del Consorzio del Safer Internet Center come Save the Children, Telefono Azzurro, l’Università di Roma “La Sapienza”.

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Carla Maria Ardizzone