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di pser
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Versione originale in latino


In Sicilia iucundissimam vitam agebat Verres. Primum temporibus hibernis hoc sibi remedium contra magnitudinem frigorum ac vim tempestatis comparaverat: urbem Syracusam enim elegarat ubi caeli natura talis est ut omnibus diebus solem nomine videant. Hic ita vivabat iste bonus imperator hibernis mensibus, ut eum non solum extra tectum, sed ne extra lectum quidem quisquam viderit. Ita per diem semper epulabatur; nocte autem stupriis et flagitiis se dabat.
Vere appropinquante ( cum rosam videbat, tum incipere ver arbitrabatur ) dabat se labori atque itineribus. Tum se preabebat patientem atque impigrum ita ut eum nemo umquam in equo sedentem viederit. Nam lectica ferebatur, in qua pulvinus erat perlucidu, melitensi rosa fartus ; ipse autem unam coronam habebat in capite, alteram in collo ; et nares sibi admovebat reticulum plenum rosae. Sic, confecto itinere, cum ad aliquod oppidum venerat, eadem lectica usque in cubiculum deferebatur. Eo veniebant Siculorum magistratus, veniebant equites Romani, quia Verres semper in cubiculo malebat, in lecto iacens.

Traduzione all'italiano


In Sicilia Verre trascorreva una vita piacevolissima. Dapprima nei tempi invernali costui aveva preparato un rimedio contro il grande freddo e la forza del maltempo: infatti aveva scelto la città di Siracusa dove la natura del cielo era tale che gli uomini vedevano ogni giorno il sole. Qui questo buon governatore viveva nei mesi invernali così che di sicuro nessuno lo vedeva non solo fuori casa ma neppure fuori dal letto. Così durante il giorno banchettava in continuazione; di notte invece si dava alle violenze e ai crimini. Quando si avvicinava la primavera (quando vedeva la rosa, allora si dice che inizi la primavera ), si dava all’operosità e ai viaggi. Allora si mostrava forte ed instancabile cosi che nessuno lo vide mai che cavalcava un cavallo. Infatti era portato su una lettiga, nella quale il cuscino era trasparente, pieno di rose maltesi; egli stesso invece aveva in testa una corona ed un altro sul collo; muoveva vicino alle sue narici una piccola rete piena di rose. Così, quando finiva il viaggio e si giungeva ad un'altra città, era portato con la medesima lettiga fino alla stanza da letto. Là giungevano i magistrati siciliani, i cavalieri romani, poiché Verre rimaneva sempre nella stanza da letto, stando steso a letto.

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