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di pser
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Versione originale in latino


Aemilius Paulus, Perseo victo, omni Macedonum gaza, quae fuit maxima, potitus erat. Sic tantam pecuniam in aerarium populi Romani invexit, ut unius imperatoris praeda maior omnibus tributis esset. At ille Paulus nihil domum suam intulit praeter memoriam nominis sempiternam. Africanus minor, Carthagine eversa, nihilo locupletior quam Paulum fuit. Lucius Mummius quoque, qui fuit Africani collega in quaestura, cum Corinthum, urbem copiosissimam funditus evertisset, copiosor factus est, sed Italiam ornare maluit potius quam domum suam.
Nihil enim teatrium turpiusque est quam avaritia, praesertim in viris rem publicam regentibus. Nam qui magistratus atque imperia petunt ut furtis quaestum facerent, non solum turpes nomine sunt, sed etiam scelerati atque nefarii. Olim oraculum Apollinis Lacedaemonis praedixit eorum urbem nulla re nisi avaritia perituram esse. Id Apollo etiam illis opulentis populis praedixit. Regere enim rem publicam abstinentia continentiaque oportet.

Traduzione all'italiano


Emilio Paolo, vinto Perseo, si impadronì di tutto il tesoro dei Macedoni, che fu grandissimo. Fece offrire tanto denaro nell’erario che il bottino di un solo comandante fu più grande di tutti gli altri tributi. Ma quel famoso Paolo non portò nulla nella sua casa se non la memoria eterna del nome. L’Africano minore, distrutta Cartagine, fu di sicuro più ricco di quanto fu Paolo. Anche Lucio Mummio, che fu collega dell’Africano nella questura, quando distrusse dalle fondamenta Corinto, città ricchissima, divenne alquanto ricco, ma preferì abbellire l’Italia piuttosto che la sua casa. Nulla infatti è più turpe e vergognoso dell’avidità, soprattutto negli uomini che governano lo stato. Infatti coloro che cercano cariche pubbliche e comandi per arricchirsi con i furti, non solo sono uomini vergognosi ma anche senza cervello e malvagi. Una volta l’oracolo di Delfi predisse agli Spartani che la loro città non sarebbe caduta per nessun motivo se non per l’avidità. Apollo predisse ciò anche ad altri ricchi popoli. Bisogna infatti governare lo stato con moderazione e integrità morale.

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