Versione originale in latino
Sed vel praecipue luxuriae saevitiaque deditus, epulas trifariam semper, interdum quadrifariam dispertiebat, in ientacula et prandia et cenas comissationesque, facile omnibus sufficiens vomitandi consuetudine. Indicebat autem aliud alii eadem die, nec cuiquam minus singuli apparatus quadringenis milibus nummum constituerunt. Famosissima super cetera fuit cena data ei adventicia a fratre, in qua duo milia lectissimorum piscium, septem avium apposita traduntur. Hanc quoque exsuperavit ipse dedicatione patinae, quam ob immensam magnitudinem clipeum Minervae polioychoy dictitabat. In hac scarorum iocinera, phasianorum et pavorum cerebella, linguas phoenicopterum, murenarum lactes a Parthia usque fretoque Hispanico per navarchos ac triremes petitarum, commiscuit.
Traduzione all'italiano
Ma incline soprattutto alla crapula e alla crudeltà, divideva sempre il banchetto in tre o talvolta in quattro momenti: colazione, pranzo e cena e baldoria, riuscendo tutti quanti a sostenerli per l’abitudine a vomitare. Ordinava un banchetto ora a uno ora all’altro, nello stesso giorno; e preparare per una singola persona non costò mai a nessuno meno di 400mila sesterzi. Fu molto celebre tra alcune la cena di benvuto per il suo arrivo offertagli dal fratello nella quale si dice che siano state servite migliaia di sceltissimi pesci e 7000 uccelli. Eppure lui superò anche questa con l’invenzione di una patina che per la sua immensa grandezza usava chiamare scudo di Minerva protettrice della città. Vi aveva mescolato fegati di scaro, cervella di fagiano e di pavone, lingue di fenicotteri, latte di murene fatte venire fin dalla Partia e dalla stretto di Gibilterra con l’ausilio di triremi e dei loro comandanti.