Versione originale in latino
Hic primus labor incohare sulcos
et rescindere limites et alto
egestu penitus cavare terras;
mox haustas aliter replere fossas
et summo gremium parare dorso,
ne nutent sola, ne maligna sedes
et pressis dubium cubile saxis;
tunc umbonibus hinc et hinc coactis
et crebris iter alligare gonfis.
o quantae pariter manus laborant-
hi caedunt nemus exuuntque montes,
hi ferro scopulos trabesque levant;
illi saxa ligant opusque texunt
cocto pulvere sordidoque tofo;
hi siccant bibulas manu lacunas
et longe fluvios agunt minores.
Traduzione all'italiano
Qui la prima fatica fu tracciare i solchi ed eliminare i sentire e scavare la terra con una profonda rimozione; poi si riempiono le fosse scavate con altro materiale e predisporre la base per lo strato superiore, perché non avvenissero cedimenti del suolo e il suolo maldisposto non offrisse ai sassi pressati una base vacillante; poi con numerosi perni si fissa la carreggiata con i massi disposti da una parte e dall’altra. O quante mani faticano contemporaneamente! Questi boschi cadono e spogliano i monti, quelli levigano i blocchi e piallano le travi; altri uniscono i sassi e ricoprono l’opera con la calce uscita dal forno simile a polvere e con comune tufo; altri con le mani prosciugano le pozze imbevutesi e spingono lontano l’acqua in piccoli rigagnoli.