Versione originale in latino
Transeamus ad patrimonia, maximam humanarum aerumnarum materiam. Nam, si omnia alia quibus angimur compares, mortes, aegrotationes, metus, desideria, dolorum laborumque patientiam, cum iis quae nobis mala pecunia nostra exhibet, haec pars multum praegravabit. Itaque cogitandum est quanto levior dolor sit non habere quam perdere, et intellegemus paupertati eo minorem tormentorum quo minorem damnorum esse materiam. Erras enim si putas animosius detrimenta divites ferre: maximis minimisque corporibus par est dolor vulneris. Bion eleganter ait non minus molestum esse calvis quam comatis pilos velli. Idem scias licet de pauperibus locupletibusque, par illis esse tormentum: utrique enim pecunia sua obhaesit nec sine sensu revelli potest. Tolerabilius autem est, ut dixi, faciliusque non adquirere quam amittere, ideoque laetiores uidebis quos numquam fortuna respexit quam quos deseruit.
Traduzione all'italiano
Passiamo a parlare dei patrimoni, il motivo più grande delle sofferenze umane. Se infatti metto a paragone tutti gli altri dolori per i quali ci addoloriamo, le malattie, le paure, i desideri, la sopportazione dei dolori e delle fatiche, con quei mali che ci procurano le nostre ricchezze, questa parte avrà sicuramente il sopravvento. Dunque dobbiamo riflettere su quanto sia più sopportabile non avere dolore che perderlo, e crederemmo che nella povertà è un motivo di tormenti tanto minori quanto di danni minori. Sbagli infatti se ritieni che i ricchi sopportino più coraggiosamente i danni: è uguale infatti il dolore delle ferite per i corpi più grandi che per quelli più piccoli. Bione dice con chiarezza che non è meno molesto strapparsi i peli per i calvi che per coloro che hanno i capelli. Allo stesso modo ti è facile capire riguardo ai ricchi e ai poveri, che la sofferenza è uguale per quelli: entrambi infatti sono attaccati al loro denaro né senza mancanza di sensibilità ne possono essere privati. È però più sopportabile, come ho detto, e più facile non procurarsele quanto perderle, e perciò vedrai più lieti coloro ai quali la sorte non rivolse mai attenzione piuttosto che coloro che abbandona.