Versione originale in latino
Sapiens quidem, ut ait Epicurus, se ipso contentus est, mi Lucili; sed tamen et amicum habere vult et vicinum et contubernalem, quamvis sibi ipse sufficiat. Atque ita ille se contentus est: si quid illi deest, non desiderat. Sed id deesse non mavult! Sic ergo sine amico esse potest, sed certe non vult. Atque habere amicum vult non ( quod ait Epicurus ), ut habeat qui sibi aegro adsideat; sed ut habeat aliquem cui ipse aegro adsideat. Qui se spectat et propter hoc ad amicitiam venit, male cogitat: sibi parare voluit amicum laturum opem ad versus vincula, at ille discedet, ubi primum catenae sunum audiverit. Hae sunt amicitiae quae “ temporarias “ populus appellat: amicus qui assumptus est utilitatis causa, tamdiu placebit quamdiu utilis fuerit. Quare amico rum turba saepe nomine fiorente circumsedet; solitudo autem est circa eos qui bona sua amiserunt. Necesse est initia et exitus se congruant: qui amicus esse coepit quia utilis est, quemadmodum coepit, sic desinet. Aufert igitur amicitiae maiestatem suam, qui illam parat ad bonos casus
Traduzione all'italiano
Certamente il saggio, come dice Epicuro, è felice con se stesso, o mio Lucilio; ma tuttavia sia vuole avere un amico sia un vicino sia un familiare, sebbene egli basti a se stesso. E così costui è contento: se gli manca qualcosa, non la desidera. Ma non preferisce che ciò gli manchi! Così dunque può vivere senza amico ma di sicuro non lo vuole. E non vuole avere un amico (ciò diceva Epicuro), per avere qualcuno che gli stia accanto quando è ammalato; ma per avere qualcuno a cui ammalato egli stesso stia accanto. Quello pensa al suo interesse e perciò stringe amicizia, pensa male: vuole preparare per se un amico che nasconde il suo aiuto contro le catene, ma quello se ne va, non appena sente il suono delle catene. Queste sono le amicizie che il popolo chiama opportunistiche: un amico che è accolto per la sua utilità, per tanto tempo sarà gradito per quanto tempo sarà utile. Perciò un gran numero di amici spesso sta intorno agli uomini che eccellono; la solitudine invece è intorno a quegli uomini che persero i loro beni. È necessario che l’inizio e la fine coincidano fra di loro: chi inizia a diventare amico perché è utile, come inizia, così finisce. Dunque porta via la sua grandezza all’amicizia, che prepara quella alla morte dei buoni.